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Quesito

Caro Padre Angelo,
vivo un fortissimo dissidio interiore poiché sono cattolica, ma sono anche profondamente innamorata di una ragazza, con la quale condivido la mia vita da alcuni anni. Premetto che ho parlato della cosa a tanti preti e non ho mai trovato pienamente soddisfacenti le risposte che ho ricevuto. In sostanza, infatti, mi si consigliava di tenermi stretto l’amore, che non è mai peccato di per sé, e confessarmi ogni qual volta avessi avuto un rapporto con lei. E questo sarebbe bastato a salvarmi. A me sembra ipocrita confessare un peccato sapendo già che lo rifarò perché il mio desiderio è continuare ad amare questa persona, mi sembra ci siano gli estremi per la bestemmia allo Spirito Santo (perseverare nel peccato pur sapendo la verità). Da diverse settimane io sto molto male per questa cosa e non stiamo avendo più rapporti, lei dice che se è per il mio bene è disposta anche ad amarmi nella castità, ma, ammesso che possa realmente sacrificarsi così per me, non so se sarebbe ugualmente peccato. Lei è cristiana ma crede che ogni forma d’amore non sia peccato, io invece so che l’amore tra due donne è peccato mortale.
Io non riesco a lasciarla, il solo pensiero mi uccide, perché l’amo come non ho mai amato nessuno in vita mia, ma ho paura che le confessioni non bastino e di stare bestemmiando lo Spirito Santo. 
La prego mi aiuti.
Grazie di cuore 


Risposta del sacerdote

Carissima,
1. la prima cosa da fare è di mettere in pratica il Vangelo, in particolare queste parole: “Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna” (Mt 5,29-30).
Uscendo di metafora, la logica evangelica dice in maniera chiara ciò che occorre fare.

2. Per comprendere tale logica dobbiamo tenere sempre lo sguardo fisso sull’obiettivo centrale della nostra vita, senza lasciarsi trasportare dal modo di pensare del mondo.
Gesù dice: “Che cosa serve guadagnare il mondo intero se poi perde la propria anima?” (Mc 8,36).
Come vedi, il Signore chiede di rimuovere il male in maniera radicale.

3. Secondo l’insegnamento della Chiesa i rapporti sessuali tra due persone omosessuali non sono atti di vero amore.
Il modo comune di parlare dice che si tratta di amore.
Ma secondo l’insegnamento della Chiesa non è amore vero.
La Chiesa nel suo insegnamento dice che neanche la contraccezione coniugale è amore vero perché esclude di donarsi in totalità.
Il motivo è presto detto: non ci si vuole donare nella propria capacità di diventare padre o madre, proprio quando la si mette in atto.
È la stessa cosa che contraddire la natura stessa di questi atti e di contraddire il disegno santificante del Creatore.

4. Perché donarsi attraverso le potenze procreative, quando queste stesse potenze vengono frustrate nel loro intrinseco obiettivo?
Non ci si può donare a vicenda in altra maniera? 
Nessuno proibisce alle persone omosessuali di volersi bene. Questo sarebbe tragico.
Ma le relazioni sessuali tra persone omosessuali non sono secondo Dio.
Il mondo non capisce questo linguaggio perché astrae dall’obiettivo centrale di ogni persona, la santificazione.
Astraendo dall’obiettivo, perde senso parlare di strada giusta o di strada sbagliata.

5. È un dato di fatto che la pratica omosessuale, come anche altri disordini sessuali, scatena in maniera quantomai forte la concupiscenza.
Ma questo scatenamento paralizza la vita spirituale. 
È per questo che lo Spirito Santo ha detto attraverso l’apostolo Pietro: “Carissimi, io vi esorto come stranieri e pellegrini ad astenervi dai cattivi desideri della carne, che fanno guerra all’anima” (1Pt 2,11).

6. Vale per tutti ciò che si legge in un documento del magistero della Chiesa: “di fatto capitano in un modo o nell’altro per periodi di più breve o di più lunga durata, delle situazioni in cui siano indispensabili atti eroici di virtù” (pontificio consiglio per la famiglia, Sessualità umana: verità e significato, 19).

7. La parola amore non deve trarre in inganno.
È vero amore quello che è secondo l’obiettivo intrinseco delle potenze generative.
Ed è vero amore anche quello che pone le premesse per accrescere la comunione con Dio ed essere un solo spirito con lui.
Questo vale per tutti, non solo per le persone omosessuali. Perché tutti sono pronti a giustificare determinati comportamenti dicendo che si tratta di amore.
Sarà amore, ma non è vero amore perché in definitiva non è un amore che conduce a Dio e, ripeto, fa essere un solo spirito con lui.

Con l’augurio di seguire Cristo e la logica del Vangelo, come quella menzionata all’inizio della risposta, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo