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Quesito
Buongiorno padre,
sono Alessandro. Ci siamo già sentiti per altre questioni.
C’è questo passo che mi è molto piaciuto. Mi ha colpito, e tra l’altro mi sento rispecchiato.
Volevo chiederle cosa significa e come possiamo rapportarlo alla nostra vita quotidiana?
Il testo è questo:
Lettura del Giorno
Dal libro del profeta Geremia (Ger 15,10.16-21)
Me infelice, madre mia! Mi hai partorito uomo di litigio e di contesa per tutto il paese!
Non ho ricevuto prestiti, non ne ho fatti a nessuno, eppure tutti mi maledicono.
Quando le tue parole mi vennero incontro, le divorai con avidità; la tua parola fu la gioia e la letizia del mio cuore, perché il tuo nome è invocato su di me, Signore, Dio degli eserciti.
Non mi sono seduto per divertirmi nelle compagnie di gente scherzosa, ma spinto dalla tua mano sedevo solitario, poiché mi avevi riempito di sdegno.
Perché il mio dolore è senza fine e la mia piaga incurabile non vuole guarire?
Tu sei diventato per me un torrente ìnfido, dalle acque incostanti.
Allora il Signore mi rispose: «Se ritornerai, io ti farò ritornare e starai alla mia presenza; se saprai distinguere ciò che è prezioso da ciò che è vile, sarai come la mia bocca.
Essi devono tornare a te, non tu a loro, e di fronte a questo popolo io ti renderò come un muro durissimo di bronzo; combatteranno contro di te, ma non potranno prevalere, perché io sarò con te per salvarti e per liberarti.
Oracolo del Signore.
Ti libererò dalla mano dei malvagi e ti salverò dal pugno dei violenti».
Grazie mille. Con sincero affetto.
Alessandro
Risposta del sacerdote
Caro Alessandro,
1. il profeta Geremia è stanco e disgustato dalla vita che gli riserva solo amarezze,
Parlando a nome di Dio doveva ammonire tutte le classi della nazione, rivolgendo loro rimproveri e minacce perché cambiassero vita.
Come risposta riceveva soltanto opposizioni e scherni.
Ecco perché dice a Dio: mi hai fatto o partorito come uomo di litigio e di contesa per tutto il paese.
2. Tutte le volte che Dio gli parlava, Geremia accoglieva le sue parole con trasporto e con gioia sapendo di lavorare per la causa di Dio. Lo zelo per Dio lo divorava.
Da parte sua, Dio per rendere Geremia ben adatto al messaggio che doveva proclamare, gli donava i suoi stessi sentimenti e cioè lo accendeva di sdegno.
3. Ormai da molto tempo Geremia continuava il suo faticoso ministero di profeta.
Ma vedeva il ripetersi continuo del rifiuto: la parola di Dio era disprezzata, lui stesso veniva vilipeso e gli avversari erano sempre più potenti e schermitori.
4. La piaga del profeta è il dolore profondo di vedere trionfare il male e umiliati quelli che come lui difendevano la causa della giustizia.
L’unico rimedio sarebbe stato l’intervento di Dio che, ponendo fine ai malvagi, rendesse giustizia alla rettitudine e alla fedeltà del profeta.
5. Dio invece gli chiede di tornare alla gioia con la quale aveva accolto l’invito di andare a predicare al popolo.
Gli dice: tu per primo devi tornare a me. Non mescolare i tuoi sentimenti con l’incarico che ti è stato dato.
Sii perfettamente aderente con quello che io ti comando. Se farai così tornerai ad essere veramente il profeta, la bocca di Dio.
6. Indubbiamente in questo testo si trovano rispecchiati i predicatori del Vangelo.
Con gioia hanno accolto la chiamata di Dio, la vocazione. Si sono messi al suo servizio. Ma ecco che al momento di esercitare il loro ministero si sentono rifiutati.
7. È comprensibile lo scoraggiamento, ma Dio li invita ad essere quello che devono essere.
Perché il popolo torni, è necessario che essi per i primi tornino ad essere fedeli alla loro vocazione. Anche qualora il popolo si abbattesse contro di loro, devono sapere che vanno ad infrangersi contro un muro durissimo di bronzo.
Solo allora c’è da sperare nel loro pentimento e nella loro conversione.
8. Fuori di metafora per te: se il Signore ti chiama, rispondi con gioia.
Se la gente non accoglierà il tuo messaggio, tu non dovrai convertirti alla gente, ma devi rimanere fedele.
È la gente che deve convertirsi a te, cioè a Dio.
La lotta non cesserà. I nemici diventeranno ancora più violenti.
Tu però non devi temere nulla perché Dio ti libererà da ogni pericolo.
Che il Signore conceda a tutti noi la grazia di essere quello che dobbiamo essere.
Con questo augurio che benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo