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Quesito
Carissimo P. Angelo,
Ti pongo questo quesito: è possibile ai lefebvriani celebrare in rito antico in una chiesa cattolica?
Inoltre, è possibile confessare un lefebvriano?
Ti chiedo per cortesia di rispondermi citandomi i passi precisi del CIC e del magistero che fondano la tua risposta.
Ho letto i tuoi altri interventi nel sito "Amici domenicani" e mi sono ritrovato alla grande con le risposte che dai alle varie questioni sorte sulla fraternità san Pio X.
Grazie per quanto potrai fare per me. Ho una certa urgenza nell’avere la risposta.
Con stima per il prezioso lavoro che fai, ti saluto e ti ricordo nella preghiera.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. il can. 1383 dice: “Il Vescovo che contro il disposto del can. 1015, abbia ordinato un suddito di altri senza le legittime lettere dimissorie, incorre nel divieto di conferire l’ordine per un anno.
Chi poi ricevette l’ordinazione è per il fatto stesso (ipso facto) sospeso dall’ordine ricevuto”.
2. Bisogna distinguere tra scomunica e sospensione.
La Chiesa cattolica ha tolto la scomunica ai vescovi della fraternità di San Pio X per avviare un dialogo.
Ma non è stata tolta la sospensione a divinis.
Di fatto vi sono sacerdoti cattolici che sono sospesi a divinis (non possono celebrare i sacramenti) ma non sono scomunicati.
3. Pertanto se un sacerdote della fraternità di San Pio X chiede di celebrare in una chiesa cattolica gli si deve dire che non gli è permesso, perché è sospeso. Non può celebrare né lì né altrove.
4. Il vescovo di Losanna-Ginevra-Friburgo, Charles Morerod, domenicano, già rettore dell’Angelicum e segretario della Commissione teologica internazionale nonché membro della delegazione della Congregazione per la dottrina della fede nei dialoghi con la Fraternità San Pio X, il 20 gennaio del 2013 ha emanato un documento in cui ricorda che i sacerdoti della fraternità di san Pio X sono impediti dal celebrare i sacramenti.
E cita un passo della lettera del 10 marzo 2009 inviata da Benedetto XVI ai vescovi di tutto il mondo dopo la bufera del caso Williamson: “Il fatto che la Fraternità San Pio X non possieda una posizione canonica nella Chiesa, non si basa in fin dei conti su ragioni disciplinari ma dottrinali.
Finché la Fraternità non ha una posizione canonica nella Chiesa, anche i suoi ministri non esercitano ministeri legittimi nella Chiesa”.
E cioè sono sospesi a divinis.
“Per queste ragioni – dice mons. Morerod – è vietato ai preti della Fraternità sacerdotale San Pio X l’uso delle chiese e delle cappelle cattoliche per qualsiasi servizio sacerdotale e in particolare per l’amministrazione dei sacramenti”.
5. Per il secondo punto: si può assolvere un lefebvriano se ha le dovute disposizioni.
Pertanto se permane in disobbedienza al Papa e continua a frequentare i sacramenti celebrati dai sacerdoti della fraternità di San Pio X non può essere assolto.
6. Desidero anche ricordare che le assoluzioni date dai sacerdoti della fraternità di San Pio X sono invalide, proprio perché questi sacerdoti sono privi di giurisdizione e sospesi a divinis.
Solo se un fedele fosse in punto di morte viene assolto validamente da un sacerdote della fraternità perché la Chiesa, sollecita della salvezza eterna di tutti, in quel momento autorizza qualunque sacerdote (anche uno sospeso a divinis, oppure scomunicato o ridotto allo stato laicale) a dare validamente l’assoluzione sacramentale (CJC can 1335).
Ti ringrazio per la preghiera che ricambio di cuore e ti benedico.
Padre Angelo