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Quesito

Salve Caro Padre Angelo;
Inizio subito mandandole un grande abbraccio e ringraziandola per tutto quello che fa. Le scrivo perché ultimamente mi capita di pensare a questo: vado a messa ogni fine settimana, mi dico il rosario, prego ogni mattina prima di alzarmi e quando vado a dormire, cerco di fare tutto ciò che il Signore ci insegna. Però dato che ultimamente la mia parrocchia ha cambiato orari per la Messa del sabato sera, momentaneamente sto andando in un’altra. Di solito cerco di essere li in tempo per dire anche il rosario insieme agli altri ma dopo le prime due volte ho deciso di dirlo a casa perché le prime due volte mi è capitato che, anche se a bassa voce, sentivo chiacchierare. Non ho detto nulla per non creare eventuali problemi. Ho deciso di fare così, anche se a casa certo si sentono rumori vari, ma riesco meglio. Faccio così perché per me è importante dirmi il rosario senza rumori che mi distraggono facilmente, per essere più in contatto con la Madonna e Nostro Signore.
Inoltre alle feste di precetto non manco mai, ma a quelle dei santi vari sì, sono feste importanti, ma mi dico che faccio così per vivere la fede in maniera che la sento di più, ma non vorrei sbagliare e né mancare di rispetto lassù, però poi capita molte volte che in certi momenti sento un amore, una gioia talmente grande ed indescrivibile che penso che è il Signore che sta facendo sentire il suo amore verso di me. Mi dica, caro Padre Angelo, è sbagliato questo mio pensiero di vivere la fede così non andando alle feste dei santi?
La saluto e le mando un grande abbraccio.
Paolo


Risposta del sacerdote

Caro Paolo,
1. io ti consiglierei di andare ugualmente in chiesa perché così offri anche la tua bella testimonianza.
Piuttosto mettiti lontano dalle persone che chiacchierano. Poi magari ti avvicini per la celebrazione della Messa.
Con la preghiera del Rosario fatta in chiesa prendi anche l’indulgenza plenaria, che puoi donare a qualche defunto. È un grande atto di carità, particolarmente meritorio.

2. Non sei obbligato ad andare alla Messa nella festa dei santi, fatta eccezione della festa di tutti i Santi (1° novembre) perché è di precetto.
Alcune feste di Santi come ad esempio quella di San Giuseppe e dei Santi apostoli Pietro e Paolo secondo il diritto canonico sono di precetto. Tuttavia nei luoghi dove questa festa coincide con un giorno feriale, come in Italia, non si è obbligati ad andare a Messa.

3. Personalmente ci tengo molto alle feste dei santi perché soprattutto nel loro giorno ci sono particolarmente propizi davanti a Dio.
Santa Teresa di Gesù bambino diceva che avrebbe passato il suo paradiso a distribuire grazie sulla terra. Come non pensare che le distribuisca in particolare nel giorno in cui nella terra e in cielo viene particolarmente onorata?

4. Va tenuto presente che i Santi sono le opere più belle di Dio. Sono infinitamente più splendenti del cielo e della terra.
Se lodiamo Dio per le opere da lui compiute nella natura, perché non lodarlo per le opere ancora più splendide che ha compiuto nell’ordine soprannaturale della grazia?

5. In riferimento a San Giuseppe abbiamo la bella testimonianza di Santa Teresa d’Ávila che in merito ha scritto così: “Procuravo di celebrarne la festa con la maggior possibile solennità. (…).
Per la grande esperienza che ho dei favori ottenuti da S. Giuseppe, vorrei che tutti si persuadessero ad essergli devoti. Non ho conosciuto persona che gli sia veramente devota e gli renda qualche particolare servizio senza far progressi in virtù.
Egli aiuta moltissimo chi si raccomanda a lui.
È già da vari anni che nel giorno della sua festa io gli chiedo qualche grazia, e sempre mi sono vista esaudita.
Se la mia domanda non è tanto retta, egli la raddrizza per il mio maggior bene.
Se la mia parola potesse essere autorevole, ben volentieri mi dilungherei nel narrare dettagliatamente le grazie che questo Santo glorioso ha fatto a me e ad altri, ma non volendo varcare i limiti che mi furono imposti, in molte cose sarò breve più di quanto vorrei, e in altre più lunga del bisogno: insomma, come colei che ha poca discrezione in tutto ciò che è bene.
Chiedo solo per amore di Dio che chi non mi crede ne faccia la prova, e vedrà per esperienza come sia vantaggioso raccomandarsi a questo glorioso Patriarca ed essergli devoti” (Vita, VI,8).
Personalmente posso dire che è proprio così.

6. E che dire della festa di San Pietro?
Ecco che cosa si legge negli Atti degli Apostoli: “Molti segni e prodigi avvenivano fra il popolo per opera degli apostoli. Tutti erano soliti stare insieme nel portico di Salomone; nessuno degli altri osava associarsi a loro, ma il popolo li esaltava. Sempre più, però, venivano aggiunti credenti al Signore, una moltitudine di uomini e di donne, tanto che portavano gli ammalati persino nelle piazze, ponendoli su lettucci e barelle, perché, quando Pietro passava, almeno la sua ombra coprisse qualcuno di loro. Anche la folla delle città vicine a Gerusalemme accorreva, portando malati e persone tormentate da spiriti impuri, e tutti venivano guariti” (At 5,12-16).
Nel giorno della sua festa San Pietro passa di nuovo in mezzo a noi.
Come non correre, come i primi cristiani, per metterci sotto la sua ombra?
Quello che ho detto per questi due grandi santi vale per molti altri, in primis per San Giovanni Battista e poi per i nostri santi patroni.

7. Sono contento di quanto hai scritto nell’ultima parte della sua mail: “Capita molte volte che in certi momenti sento un amore, una gioia talmente grande ed indescrivibile che penso che è il Signore che sta facendo sentire il suo amore verso di me”.
Non mi meraviglio: stando unito al Signore, stai unito alla sorgente di ogni dolcezza.
Anche in questo sperimenti quanto siano vere le parole di Gesù: “Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena” (Gv 15,11).
È una gioia celestiale che purtroppo è sconosciuta a molti per i motivi dichiarati da San Pietro: “Io vi esorto come stranieri e pellegrini ad astenervi dai cattivi desideri della carne, che fanno guerra all’anima” (1 Pt 2,11).
Questo avviene soprattutto in riferimento all’Eucaristia. San Tommaso d’Aquino dice che “per la potenza di questo sacramento l’anima spiritualmente si ristora per il fatto che è spiritualmente gaia e, in un certo modo, inebriata dalla dolcezza della bontà divina, secondo quanto è detto nel Cantico (5,1): Mangiate, amici, bevete; inebriatevi d’amore” (Somma teologica, III, 79, 1, ad 2).
Qui San Tommaso descrive la propria esperienza personale.

Perché il Signore ti faccia vivere sempre così in un crescendo senza fine, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo