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Quesito
Rev. mo Padre,
durante i tre giorni di morte, prima della Sua resurrezione, dove era l’anima di Cristo?
In attesa della sua risposta, la ringrazio di cuore e le chiedo una preghiera affinché il Cuore Immacolato di Maria trionfi nella povera anima mia.
Grazie ancora
Simone
Risposta del sacerdote
Caro Simone,
ti riferisco la dottrina di San Tommaso dal momento che il suo pensiero è solido e corretto.
1. Con la morte di Gesù la sua anima si è separata dal corpo.
Tuttavia la divinità sostenne quel corpo morto e non permise che iniziasse la corruzione.
E proprio per questa sua unione, al terzo giorno, lo risuscitò unendolo di nuovo alla sua anima, rendendolo glorioso, impassibile, incorruttibile e immortale.
2. La divinità di Gesù, come non si separò dal corpo, tanto meno si separò dall’anima.
Dopo la morte, il corpo di Cristo è stato deposto nel sepolcro.
Ma con la sua anima “discese agli inferi”, e cioè andò nel regno dei morti, e più precisamente là dove si trovavano le anime dei giusti che attendevano la redenzione, e cioè nel Limbo (cf. Somma teologica, III, 50, 3).
Per questo nel Simbolo degli Apostoli diciamo: "Discese agli inferi".
L’affermazione è mutuata da San Paolo il quale dice: "E l’esser salito che vuol dire, se non che egli era disceso nelle parti inferiori della terra?" (Ef 4,6).
3. Quando gli antichi parlavano dell’inferno non lo intendevano solo come il luogo dove stanno i dannati, ma come lo stato in cui si trovavano le anime separate dal corpo.
Sicché con la parola inferno o inferi s’intendevano tre realtà: il luogo dei dannati, quello delle anime del Purgatorio e quello dei giusti (Patriarchi) che attendevano il Salvatore per essere portati in Paradiso.
4. Sul motivo per cui Gesù sia disceso agli inferi ecco che cosa dice San Tommaso:
“Era conveniente che Cristo discendesse all’inferno.
Primo, perché egli, secondo le parole di Isaia (53,4), era venuto a soffrire i nostri castighi, per liberarci da essi: "Egli ha preso veramente su di sé le nostre infermità, ed ha sopportato i nostri dolori". Ora, col peccato l’uomo non solo era incorso nella morte corporale, ma anche nella discesa agli inferi. Perciò era opportuno che Cristo, come col morire ci ha liberati dalla morte, così col discendere agli inferi ci liberasse da tale degradazione. Di qui le parole del profeta Osea: "O morte, io sarò la tua morte! Io sarò la tua distruzione, o inferno!" (Os 13,14).
Secondo, perché era giusto, una volta sconfitto il demonio con la passione, che Cristo liberasse i prigionieri detenuti nell’inferno, secondo le parole di Zaccaria: "Tu inoltre nel sangue della tua alleanza hai liberato i tuoi prigionieri dalla fossa" (Zc 9,11 Vg). E S. Paolo afferma: "Spogliando i principati e le potestà ha liberato i suoi arditamente" (Col 2,15).
Terzo, per mostrare la sua potenza nell’inferno, visitandolo e spandendovi la sua luce, come l’aveva mostrata sulla terra vivendo e morendo su di essa. Di qui le parole del Salmista: "Alzate, o principi, le vostre porte" (Sal 23,7); "e cioè", spiega la Glossa, "o principi dell’inferno cedete il vostro potere, col quale finora avete detenuto gli uomini nell’inferno". E così "nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi" (Fil 2,10), non solo "in cielo", ma anche "nell’inferno", come dice S. Paolo” (Somma teologica, III, 52, 1).
5. Gesù è sceso in tutti e tre gli stati degli inferi?
Sì, ma in diverso modo.
Anche qui ecco quanto scrive San Tommaso: “Uno può trovarsi in un luogo in due maniere.
Primo mediante i suoi effetti. In tal modo si può dire che Cristo discese in ogni parte dell’inferno: però con effetti diversi.
Infatti nell’inferno dei dannati egli produsse l’effetto di confondere la loro incredulità e la loro malizia.
A coloro invece che si trovavano in purgatorio diede la speranza di raggiungere la gloria.
Ai santi Patriarchi poi, che erano all’inferno solo per il peccato originale, infuse la luce della gloria eterna.
Secondo, si può dire che uno è in un dato luogo col proprio essere.
E in tal modo l’anima di Cristo discese in quella parte dell’inferno in cui erano detenuti i giusti: poiché volle visitare localmente con la propria anima, coloro che visitava interiormente mediante la grazia con la propria divinità.
E così portandosi in una sola parte dell’inferno irradiò in qualche modo la sua azione in tutte le parti di esso; come soffrendo la sua passione in un solo luogo della terra, liberò con essa tutto il mondo” (Somma teologica, III, 52, 2).
6. Per quanto tempo l’anima di Gesù è rimasta negli inferi?
Ecco ancora che cosa dice San Tommaso: “Cristo, come per assumere in se stesso i castighi a noi dovuti, volle che il suo corpo fosse posto in un sepolcro: così volle che la sua anima discendesse all’inferno.
Ora, il suo corpo, per comprovare la realtà della sua morte, rimase nel sepolcro un giorno intero e due notti.
Perciò è da credere che anche la sua anima in tutto questo tempo sia rimasta nell’inferno: cosicché poi simultaneamente uscirono la sua anima dall’inferno e il suo corpo dal sepolcro” (Somma teologica, III, 52, 5).
7. I nostri morti dunque, almeno quelli che si sono salvati e che si trovano in Purgatorio, si trovano in luogo visitato dal Signore.
E nulla esclude, come riferiscono teologi e autori spirituali, che il Signore continui a visitarli per il loro conforto e la loro purificazione.
Ti saluto e ti ricordo al Signore
In particolare ti ricordo alla Madonna perché il Suo Cuore immacolato trionfi sempre più nella tua vita.
Ti benedico e ti auguro buon anno!
Padre Angelo