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Quesito
Buongiorno padre Angelo,
ad una riunione di preparazione dei catechisti (in Francia) in vista del mese di mariano abbiamo affrontato una formazione su Maria.
Durante questo incontro un sacerdote (insegnante di biblica in seminario) ha detto che la verginità di Maria e’ una verginità teologale, e dal discorso mi e’ parso che lasciasse aperta la questione della verginità fisica.
Io non ho capito molto questo senso e questa spiegazione, forse perche’ non sono preparata per discorsi teologici, ma nella mia semplicità credo fermamente nella verginità fisica di Maria. In tale verginità fisica perpetua io trovo un segno di perfezione dell’opera di Dio, ed anche l’alto volontario sacrificio offerto da Maria nell’opera di Dio.
Se un ragazzo mi dovesse chiedere qualcosa in merito posso spiegargli questa verginità perpetua in senso anche fisico?
Grazie e che Dio la benedica.
Monica
Risposta del sacerdote
Cara Monica,
1. nella Sacra Scrittura si possono trovare due riferimenti alla verginità di Maria durante il parto.
Il primo si trova al momento dell’Annunciazione quando l’Angelo dice a Maria: “Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio” (Lc 1,35).
Qualcuno (ad esempio I. De la Potterie) propone una traduzione diversa basandosi sul testo greco e su quello latino (quod ex te nascetur sanctum vocabitur Filius Dei) che è perfettamente corrispondente al greco anche nel susseguirsi delle parole.
In un altro testo latino si trova una virgola dopo “santo”: quod ex te nascetur sanctum, vocabitur Filius Dei.
Allora la traduzione esatta sarebbe: “colui che da te nascerà santo, sarà chiamato Figlio di Dio.
2. Qui la parola “santo” non sarebbe una ridondanza di “Figlio dell’Altissimo”, ma indicherbbe il modo in cui questo bambino nascerà, e cioè senza essere toccato da sangue.
Per gli ebrei venire a contatto con sangue costituiva un’impurità.
L’angelo allora dice alla Madonna che il bambino che nascerà da lei, nascerà senza contaminazione di sangue, e cioè puro, santo.
E ciò può avvenire solo in un parto verginale, miracoloso.
Così la Madonna avrebbe inteso le parole dell’Angelo e così le avrebbe trasmesse.
3. Il secondo testo è quello che si trova nel Prologo di Giovanni: “i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati” (Gv 13).
Molti codici anziché usare il plurale “i quali”, mettono il singolare “il quale”, in riferimento a Gesù.
E allora si comprende meglio il significato di quel “non da sangue”, che tanto in greco quanto in latino è al plurale: “il quale non dai sangui”.
I sangui per gli antichi erano il sangue mestruale e quello del parto, che rendeva contaminata o impura la madre.
Ora quest’affermazione in Giovanni direbbe che Gesù è nato in maniera miracolosa, senza lo spargimento del sangue materno come avviene in tutti i parti normali.
4. Tra l’altro la dicitura al singolare si trova in tutte le citazioni di questo versetto negli scritti degli antichi padri del secondo secolo che sono più antiche dei codici stessi, molti dei quali riportano il plurale.
Ciò significa che nelle prime comunità cristiane era vivo anche da questo testo il convincimento del parto miracoloso della Vergine.
5. Ed è singolare anche questo fatto: che tanto Luca quanto Giovanni sono stati testimoni diretti delle narrazioni della Madonna.
San Luca nel suo prologo dice di aver “deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi” (Lc 1,3).
Ciò significa che è andato a contattare “coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola” (Lc 1,2).
Tra questi la Madonna che quando San Luca ha scritto il suo vangelo (verso la fine degli anni 50) era ancora in vita.
Giovanni invece è colui che prese Maria con sé, come gli era stato affidato da Gesù morente sulla croce, e che visse con lei fino al termine della sua vita terrena.
Jacopo da Voragine nella Legenda aurea (secolo XIII) – pur premettendo che non vi è certezza – riferisce anche di una lettera inviata da san Luca alla Madonna, dalla quale ebbe risposta.
Ma è significativo che nel primo millennio si pensasse che tra San Luca e la Madonna ci fosse stato qualche contatto.
6. Pertanto la verginità di Maria nel parto non è semplicemente un’interpretazione spirituale o teologica, come avrebbe detto il prete che hai sentito.
Ma è anzitutto un fatto reale, attestato anche dalla tradizione della Chiesa.
7. Giovanni Paolo II nelle sue Catechesi sulla Madonna ha detto: “La verginità «nel parto » e « dopo il parto », pur contenuta implicitamente nel titolo di vergine, attribuito a Maria già ai primordì della Chiesa, diventa oggetto di approfondimento dottrinale allorché taluni iniziano esplicitamente a metterla in dubbio.
Il Papa Ormìsda precisa che «il figlio di Dio è diventato Figlio dell’uomo, nato nel tempo nel modo di un uomo, aprendo alla nascita il seno della madre [cfr Lc 2,23] e, per potenza di Dio, non sciogliendo la verginità della madre» (DS 368).
La dottrina è confermata dal Concilio Vaticano II, nel quale si afferma che il Figlio primogenito di Maria «non diminuì la sua verginale integrità, ma la consacrò» (LG 57)” (29.8.1996).
Ti ringrazio di avermi dato l’occasione di tornare di nuovo su questo argomento e di averlo ulteriormente precisato.
Ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo