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Quesito

Gentile P. Angelo,
ho una domanda da rivolgerle.
Io e la mia fidanzata siamo sulla via del matrimonio, e ne stiamo facendo il percorso in preparazione. Purtroppo per ragioni contingenti non abbiamo la possibilità di sposarci prima di un anno, anche se il matrimonio (e quello Cristiano) è il grande desiderio che abbiamo entrambi. Ossia, non ci interessa tirare in lungo il fidanzamento, avendo scorto qual è la nostra vocazione.
Purtroppo, per umana debolezza, capitano occasioni di rapporti intimi seppur non completi. (non starò a sciorinarle la solita discussione sul fatto che queste debolezze sono dettate da un amore vicendevole e sincero etc., intanto lo dicono tutti e lei lo sa già) Nonostante ciò, non sottacciamo il problema ma anzi ne parliamo e cerchiamo di camminare orientati al Signore. Sono perfettamente cosciente che questi gesti sono di impazienza rispetto a quello che si vivrà nel matrimonio, ed anzi l’esserne cosciente mi spaventa ancor più per il giudizio del Signore.
Innanzitutto vorrei chiederle: si tratta di un peccato di materia grave? (ed in tal caso, mi pare di capire che la materia grave sarebbe sufficiente a escludere il Paradiso (o Purgatorio) in caso di morte non in stato di grazia, equiparabilmente al caso di un omicidio per esempio).

La seconda domanda. Un prete molto fidato, che le assicuro non essere di stampo progressista ma fedele alla Chiesa, confessandomi mi ha detto che dopo tali episodi, se non ho la possibilità di confessarmi subito, posso ugualmente ricevere la comunione facendo pentimento personale e rimettendo in cuor mio l’intento di confessarmi non appena possibile. Lei è d’accordo?

La ringrazio per il lavoro nascosto ma prezioso che fa rispondendo alle domande e rendendole pubbliche, lei fa un grande servizio alla Chiesa.
Un caro saluto e una preghiera per lei.


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. circa la prima domanda non precisi di che cosa si tratta, ma, escluso il rapporto sessuale, presumibilmente si tratta di atti impuri.
Ebbene, se si tratta di atti impuri ci troviamo di fronte ad un peccato grave.
Certo non è equiparabile ad un omicidio.
Ma anche saltare la Messa alla domenica per pigrizia è peccato mortale e analogamente non è paragonabile ad un aborto.
Come in Paradiso vi sono stelle di diversa grandezza (cf 1 Cor 15,41), così inversamente anche all’inferno.

2. Sei un ragazzo che finora ha vissuto con una certa coerenza la propria fede cristiana.
Io ti direi: cogli la necessità di dover procrastinare le nozze come un invito del Signore a rendere ancora più puro il vostro amore.
Le impurità non lo fanno crescere.
Fanno crescere invece l’egoismo e l’aggressività, come si evince da quella bella presentazione della castità offerta da un documento del Magistero ecclesiastico: “La castità è energia spirituale che libera l’amore dall’egoismo e dall’aggressività” (pontificio consiglio per la famiglia, Sessualità umana: verità e significato, 19).

3. A dire il vero, mi sembra impossibile che una coppia che abbia vissuto gioiosamente il fidanzamento in castità, ad un certo punto senta l’esigenza delle impurità. Le sentirebbe come una cosa che stride e che non rende bello l’amore vicendevole.
Quello che viene detto per i rapporti prematrimoniale, e cioè che non sono autentico amore (è Giovanni Paolo II che lo dice), vale anche per le impurità.

4. Il Catechismo della Chiesa Cattolica dice a proposito del nostro argomento: “L’alternativa è evidente: o l’uomo comanda alle sue passioni e consegue la pace, oppure si lascia asservire da esse e diventa infelice (Cf Sir 1,22).
«La dignità dell’uomo richiede che egli agisca secondo scelte consapevoli e libere, mosso cioè e indotto da convinzioni personali, e non per un cieco impulso o per mera coazione esterna. Ma tale dignità l’uomo la ottiene quando, liberandosi da ogni schiavitù di passioni, tende al suo fine con scelta libera del bene, e si procura da sé e con la sua diligente iniziativa i mezzi convenienti» (Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 17)” (CCC 2339).

5. Dice ancora: “Colui che vuole restar fedele alle promesse del suo Battesimo e resistere alle tentazioni, avrà cura di valersi dei mezzi corrispondenti: la conoscenza di sé, la pratica di un’ascesi adatta alle situazioni in cui viene a trovarsi, l’obbedienza ai divini comandamenti, l’esercizio delle virtù morali e la fedeltà alla preghiera” (CCC 2340).

6. Sulla seconda domanda puoi leggere la risposta pubblicata  sul sito, e oggi (in data 28 novembre 2012) è ancora la prima di quelle poste in evidenza: Perché chi è consapevole di essere in peccato mortale, per quanto pentito, non può fare la Santa Comunione, ma deve premettere la Confessione
| Teologia dogmatica | Sacramenti | visto 744 volte | Pubblicato 12.10.2012 | (leggi tutto…).

7. Quanto ti ha detto il tuo parroco non è corretto.
Dovrebbe portarti un documento scritturistico o ecclesiale a favore della sua tesi.
Mentre invece i documenti sono tutti a sfavore, a cominciare dal più importante: “Ciascuno, dunque, esamini se stesso e poi mangi del pane e beva dal calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna. È per questo che tra voi ci sono molti ammalati e infermi, e un buon numero sono morti” (1 Cor 11,28-30).
Come vedi, ho messo in evidenza quello che ha detto il Signore per bocca di Paolo: e poi.
Non viene detto “intanto ne mangi e poi”.
Per questo Giovanni Paolo II ha detto “vige e vigerà sempre la norma….” (Ecclesia de Eucharistia 36).

8. Conviene, dunque, essere obbedienti al Signore e non avremo mai da pentircene.
Proprio in data odierna Benedetto XVI nella catechesi del mercoledì ha detto: “Dio non è il concorrente della nostra esistenza, ma piuttosto ne è il vero garante, il garante della grandezza della persona umana” (28 novembre 2012).

Ti ringrazio per l’incoraggiamento che ci dai dicendoci che il nostro lavoro è prezioso per molti. Ne siamo profondamente convinti. È una grazia poter lavorare in questo sito.
Ti ringrazio molto per la preghiera che mi hai promesso. È un grande dono che mi fai.

Lo ricambio di cuore per te e per la tua ragazza e per il vostro futuro.
Intanto Vi benedico.
Padre Angelo