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Quesito
Le scrivo spesso per chiederLe dei chiarimenti. Purtroppo la mia parrocchia è rimasta senza parroco e i sacerdoti della zona fanno a turno per venire a celebrare la messa. In questo modo non ho mai molto tempo per fermarmi con loro (che sono sempre di corsa -non certo per colpa loro-) a chiedere dei chiarimenti in materia di fede.
Sono per mia natura uno “studioso” e anche quando leggo le S. Scritture non posso fare a meno di notare quanto siano attuali. Tuttavia ho alcuni dubbi che riguardano una frase molto famosa: “Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà alla moglie e i due saranno una sola carne” (Matteo, 19.5) . Tale frase viene pronunciata per ribadire l’indissolubilità del matrimonio.
Io intendo così: quando l’uomo e la donna si uniscono mediante il vincolo del matrimonio i due formano una sola carne e, in quanto si tratta di una unione realizzata da Dio, essa è perfetta ed indissolubile.
I dubbi vengono dopo, leggendo la lettera di San Paolo ai Corinzi (6.15 e segg). In queste righe, parlando dei rapporti con le prostitute, Paolo afferma:”O non sapete voi che chi si unisce con una prostituta forma con esse un solo corpo? I due saranno, è detto, un corpo solo.”
In queste righe l’unione di cui parla San Paolo NON è il matrimonio-sacramento, bensì il rapporto sessuale.
Credo che si debba far chiarezza su questo verbo, unire!
Nel Vangelo di Matteo sopra citato, il verbo “unire” viene usato per indicare il matrimonio: l’unione nel vincolo matrimoniale crea di due, un solo corpo.
Questa mi pare essere l’interpretazione corrente della Chiesa. E’ al momento del matrimonio, infatti, che “scatta” il vincolo dell’indissolubilità. Non è l’atto sessuale (eventualmente successivo) a fare di due un solo corpo, bensì il matrimonio-sacramento.
In effetti, per quanto peccaminoso, il rapporto sessuale fuori dal matrimonio non crea, per la Chiesa, alcun vincolo. Per intenderci, non si dice: <
L’unione indissolubile che crea di due corpi uno solo è il sacramento del matrimonio. I due coniugi formano un solo corpo non quando si uniscono sessualmente, bensì prima nel momento in cui si dicono “SI’” davanti al Signore. Due coniugi che desiderano entrambi vivere nella continenza il loro matrimonio possono farlo, pur essendo comunque davanti al Signore un solo corpo.
Al contrario, San Paolo non parla affatto di matrimonio con le prostitute, quanto di unione fisica, sessuale, ed afferma essere questa a formare di due, un solo corpo. Cosa ne devo dedurre? Che ogni rapporto sessuale, anche quelli pre-matrimoniali, creano un vincolo fra due persone rendendole “unite” in una sola carne? Non mi sembra sia questa la posizione della Chiesa…
Io ritengo che San Paolo, nella sua lettera abbia erroneamente attribuito al verbo unire il significato di rapporto sessuale, mentre nelle altre parti dei Vangeli ad esso si attribuisce un significato diverso.
Si potrà rispondere che l’unione matrimoniale comporta di fatto anche quella sessuale e la rende perfetta. La cosa non risolve il problema: due persone che si sposano, si uniscono in una sola carne ben prima di consumare fisicamente il loro matrimonio.
Per esemplificare: non è il rapporto sessuale fra due coniugi a renderli una sola carne, bensì il loro assenso davanti a Dio che precede sempre e comunque l’unione fisica (che peraltro non è necessaria). Poniamo il caso di due coniugi in cui l’uomo, paralizzato, non può avere rapporti sessuali. Essi già formano un solo corpo in virtù dell’assenso datosi vicendevolmente davanti a Dio; il rapporto fisico non è necessario.
Spero di non averLa annoiata con esempi e ripetizioni, ma li ritenevo opportuni.
La mia conclusione è che Paolo abbia erroneamente attribuito al verbo “unire” il significato di rapporto sessuale, quando in realtà nelle Scritture (e nella tradizione della Chiesa) ad esso veniva attribuito significato diverso (vincolo matrimoniale).
Ciò che volevo sottolineare era dunque l’incongruenza di significato che ho riscontrato nel significato della parola unire in San Paolo rispetto ai Vangeli.
Con ciò, ben inteso, NON voglio assolutamente giustificare la fornicazione, anzi! L’unione con le prostitute è e rimane un brutto atto impuro, la mercificazione di uno degli aspetti più belli e intensi della vita umana: la sessualità. Inoltre, ritengo le impurità con le prostitute atti che ledono la dignità delle persone ed attentano alla salute, propria ed altrui. Il pericolo di contrarre o trasmettere malattie, il considerare il corpo una merce, l’approfittare della condizione di molte schiave del sesso (che purtroppo molte volte sono ricattate e sfruttate) è una grave offesa al prossimo e alla persona di Dio che risplende in ogni creatura.
Gradirei sentire il suo parere.
Colgo l’occasione per porgerLe i miei più cari saluti.
Un abbraccio e una preghiera.
PS: la pubblicazione sul sito avviene in automatico?
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. i tuoi ragionamenti procedono secondo uno stretto rigore di logica.
Tuttavia è anche vero che la donazione totale di sé, dove è compreso anche il corpo, avviene nella consumazione dell’atto coniugale.
Proprio per questo la Chiesa dispensa talvolta dal matrimonio rato (e quindi certamente valido), ma non ancora consumato.
È vero che per l’essenza del matrimonio non si richiede l’atto sessuale, ma è anche vero che finché non si sono donati anche corporalmente, i due non si sono ancora donati in tutta la loro pienezza.
San Tommaso dice che nel matrimonio va considerata è una duplice integrità: l’una riguarda la perfezione dell’essere, l’altra la perfezione dell’agire.
Ora la perfezione dell’essere viene realizzata nel consenso dei coniugi, che precede l’atto coniugale.
La perfezione dell’agire viene realizzata nella donazione corporale.
2. San Paolo non vuole dire che l’unione con una prostituta formi un’unione indissolubile. Ma vuole dire che le membra di chi si dona ad una prostituta diventano moralmente membra della prostituta.
Come avrai notato, ho detto che diventano moralmente membra della prostituta. Non ho scritto diventano essenzialmente membra della prostituta.
San Tommaso sa che il solo rapporto sessuale non costituisce il matrimonio, l’unione indissolubile. E questo lo sa anche San Paolo.
Ma San Paolo vuole descrivere il degrado morale di chi è diventato un solo spirito col Signore e si deprava ad essere una realtà sola (sotto il profilo morale) con un prostituta.
3. Come vedi, San Paolo, che era ispirato dallo Spirito Santo, non ha bisogno di essere corretto, ma solo capito, anche nelle metafore che usa.
Mi spiace che nella vostra zona vi siano pochi sacerdoti.
Molte persone come te rimangono senza punto di riferimento.
Bisognerà pur darsi da fare perché ci siano più sacerdoti. E secondo me si comincia a darsi da fare seriamente non quando si dice al Signore di chiamare nuovi operai (cioè gli altri) a lavorare nella tua messe, ma di chiamare noi.
Questo, carissimo, non lo dice per te, che forse sei sposato, ma per tutti quelli che visitano e sono nella condizione di poter essere chiamati.
Ti prometto un ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo
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