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Quesito

Caro Padre Angelo,
una domanda sui peccati veniali e sull’opportunità del sacramento della confessione: poiché durante la celebrazione della santa Messa e quindi con l’atto di contrizione, con la frequente partecipazione e consumazione del Sacrificio Eucaristico tali peccati vengono rimessi, a volte mi capita di accostarmi alla confessione ricordandomi ben poco. La remissione dei peccati è uno dei benefici che sperimentiamo con la viva adorazione del mistero pasquale dell’altare, per cui dopo la Messa, sento gioia per l’unione a Cristo e al contempo il bello di sentirmi "più leggero" e sempre in amicizia con Lui.
Ma non vorrei che andasse a discapito della periodica confessione. Certo, è vero che confessare spesso tali peccati rimessi è comunque "umiltà in azione" (B. Teresa di Calcutta), ma che altro mi può dire riguardo a questo?
Le sono sempre riconoscente per la Sua disponibilità nei confronti miei e di tanti affezionati a questo sito.
Un caro saluto.
Vittorio


Risposta del sacerdote

Caro Vittorio,
1. penso che la gioia che avverti al termine della S. Messa per aver partecipato al sacrificio di Cristo e per aver ricevuto dentro di te il suo corpo e il suo sangue, la sua anima e la sua divinità siano il segno più bello del tuo essere in grazia di Dio e della remissione dei peccati veniali.
Per San Tommaso d’Aquino uno dei segni attraverso i quali possiamo diagnosticare il nostro stato di grazia consister nell’avvertire una certa esperienza di dolcezza.
Egli stesso dice che tra gli effetti della santa Comunione vi è la gioia e la dolcezza: “Per la potenza di questo sacramento, l’anima è spiritualmente ristorata dal fatto che è spiritualmente gaia e, in un certo modo, inebriata dalla dolcezza della bontà divina, secondo quanto è detto nel Cantico (5,1): Mangiate, miei amici; io vi inebrierò miei prediletti” (Somma teologica III, 79,1, ad 2).
Allora se l’Eucaristia è ben partecipata dobbiamo concludere che tutti i peccati ci sono stati rimessi. E tu sperimenti proprio questo!

2. Ma con questo non si può concludere che diventi superflua la Confessione periodica, della quale tu stesso avverti il beneficio.
Infatti la confessione sacramentale, tra i vari benefici, accorda anche questi: dona la grazia sacramentale ed aiuta ad eliminare le scorie del peccato.

3. La grazia sacramentale della confessione, che rende più forti e circospetti nell’evitare le occasioni prossime di peccato, ha tre risvolti.

– Il primo è quello di essere memoriale della passione del Signore.
Quando tu vai a confessarti vai a pronunciare sulla tua vita e sui tuoi peccati il giudizio che Cristo ha pronunziato su di essi dalla Croce: che sono cosa così orribile che è da preferir loro la morte.
Se pensi che il peccato veniale, che non rinnova la morte di Gesù ma ne ripete qualche tratto della passione come gli scherni, gli sputi, la flagellazione…,  bisogna convenire che rimane sempre così orribile da preferirgli la morte.
 
– Il secondo risvolto della grazia sacramentale della  confessione consiste nel renderci partecipi della vittoria di Cristo sul peccato.
Questo significa che Cristo ci comunica nel sacramento la potenza della sua risurrezione (Fil 3,10) e ci dà la forza di poter cambiare.

– Il terzo risvolto è una certa partecipazione della gioia della vita futura. Gesù ha detto: “Ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di penitenza” (Lc 15,7).
Il Catechismo della Chiesa Cattolica dice che coloro che si confessano bene “conseguono la pace e la serenità della coscienza insieme a una vivissima consolazione dello spirito” (n. 1468).

4. C’è poi il discorso relativo alle cosiddette scorie del peccato.
È vero che dopo una buona Eucaristia tutti i peccati sono rimessi, ma purtroppo rimangono in noi le disposizioni a commettere di nuovo gli stessi peccati a motivo delle cattive inclinazioni.
Queste disposizioni in teologia vengono chiamate radici o scorie del peccato.
Con la grazia del sacramento, se noi lo vogliamo, poco per volta queste inclinazioni possono essere estirpate.
Del resto, come sai, la confessione anche di soli peccati veniali richiede il ravvivarsi del pentimento dei peccati (la contrizione) e il proposito di impegnarsi ad non più commetterli. E questo proposito deve essere efficace e determinato.

5. Pertanto il consiglio che ti do è di continuare a confessarti spesso: una volta ogni quindici giorni o, meglio, una volta la settimana.
E siccome mi dici che quando vai a confessarti ricordi quasi nulla, ti direi di prepararti alla confessione con un congruo spazio di tempo.
Papa Giovanni, quand’era seminarista, dedicava alla preparazione della confessione un quarto d’ora. Quel tempo potrebbe essere anche inferiore, ma ci deve essere.
In quel breve spazio di tempo portati spiritualmente davanti al Crocifisso e lì capirai tutto dei tuoi peccati: quali siano, quali gli effetti devastanti nel corpo di Gesù, nella tua vita personale e nel corpo mistico di Cristo (Chiesa).

Ti ringrazio del quesito, ti prometto un ricordo nella preghiera e ti benedico.
Padre Angelo