Questo articolo è disponibile anche in: Italiano

Quesito

Caro Padre Angelo,
avendole già scritto in passato, approfitto di questa mail per ringraziarla di avermi risposto. Il suo sito offre un servizio davvero importante. Già da molti mesi leggo, praticamente ogni giorno, la rubrica “un sacerdote risponde..” condividendo i suoi preziosi consigli e insegnamenti. Le scrivo per sottoporle una riflessione. Avrà anche lei, probabilmente, seguito il programma di Benigni dedicato ai 10 Comandamenti. Ebbene, sarò una voce fuori dal coro ma, a mio avviso, quel programma ha alternato luci ed ombre. Aldilà del fatto che, data l’importanza degli argomenti trattati, avrei preferito evitasse la satira, non ho gradito ciò che ha detto riguardo al 6° comandamento. Mi aveva, in realtà, già un po’ deluso col 5°, non avendo fatto il ben che minimo accenno né all’aborto, né all’eutanasia. Inoltre ha definito l’omicidio peccato “imperdonabile” mentre, mi corregga se sbaglio, Cristo ha assicurato il Suo perdono a chiunque lo voglia davvero, indipendentemente dalla gravità del peccato commesso; ovviamente, il peccatore in questione deve essersi pentito, deve essere disposto, come nel caso dell’omicidio, ad espiare col carcere (chi uccide deve infatti pagare pegno anche alla giustizia degli uomini) e di aver confessato tutti i propri peccati col buon proposito di cambiare vita. Quando vi è tutto ciò, Cristo è disposto a perdonarci anche una vita intera di peccati. Sul 6°, addirittura, è scivolato completamente; indegna e volgarissima è stata l’accusa rivolta ai “preti”, ergo alla Chiesa, di aver stravolto tale comandamento rendendo così, a suo dire, peccato ciò che la Bibbia non definirebbe tale (evidentemente non ha mai letto nulla di san Paolo e non solo). Ancor più grave è stato, però, far credere, dinanzi ad una platea televisiva estremamente ampia (ben 10 milioni  persone), che il “vizio solitario”, così come anche “fornicare” (termine, fra l’altro, da lui ampiamente deriso), siano cose “normalissime”; ecco che, “demonizzandole”, la Chiesa avrebbe, nientemeno, rovinato intere generazioni di giovani.
Combattendo ogni santo giorno per mantenermi del tutto casto (e purtroppo non sempre ci riesco), ripensando a ciò che il comico toscano ha detto, mi sento preso in giro ma non, sia chiaro, da quei preti rei, secondo Benigni, di averci mentito sul sesso, bensì dallo stesso Benigni. Se masturbarsi fosse davvero cosa buona poiché, per dirla alla sua maniera, “quando la pentola bolle bisogna buttar giù la pasta”, allora perché, dopo essermi masturbato, a mente fredda, mi sento come se avessi appena inghiottito un quintale di letame? Perché, dopo essermi macchiato di tale azione, non vedo l’ora di confessarmi? E ancora perché, proprio dopo essermi confessato, provo leggerezza, purezza, liberazione e pienezza contrariamente, invece, al vuoto pneumatico provato fino ad un attimo prima?
Qualcuno potrebbe tirare in ballo gli effetti postumi dell’educazione cattolica da me ricevuta fin da bambino, ma non è così. Come le scrissi nella precedente e-mail, raccontandole un po’ della mia storia, ho vissuto ai margini della Chiesa, della Fede, della religione, per interi decenni; limitandomi ad andare a messa un paio di volte all’anno: a Natale e a Pasqua, forse più per far contenta mia madre che per altro. Mi masturbavo quotidianamente e non me ne facevo un problema. Dunque nessun retaggio culturale o lavaggio del cervello mi ha indotto a cambiare strada: AD UN CERTO PUNTO, PERO, MI SENTII SPORCO!!! PUNTO. Piansi e pregai. Fu allora che, come se una mano dall’alto mi avesse appena afferrato per sostenermi, mi sentii tirato fuori dal pantano nel quale io stesso mi ero ficcato. Non erano stati i preti o la Chiesa a rovinarmi la vita, bensì l’impurità. Mi stavo dannando con le mie stesse mani, metaforicamente e letteralmente (penso capisca a cosa alludo), ma ebbi una Grazia. Quello non fu un giorno qualsiasi, era il 13 di Maggio, il giorno in cui la Madonna apparve per la prima volta a Fatima. Ho un ulteriore aneddoto da raccontarle riguardante me e Fatima accadutomi da poco. La statua della Madonna pellegrina di Fatima è stata portata in un comune a pochi km dal mio, dove è rimasta per circa 3 settimane. Non sa lo stupore! Mi ero ripromesso di andare, un giorno, in pellegrinaggio a Fatima, la Madonna, però, mi ha preceduto: è venuta lei da me. Più e più volte, la sera, sono andato in quella chiesa a pregarla e la consolazione che ne ho avuto è stata impagabile.
Tornando al programma sui 10 Comandamenti, sa cosa mi ha avvilito di più? Più dello stesso Benigni, mi ha stupito leggere (…) frasi come la seguente, scritta da un notissimo quotidiano cattolico, proprio non si possono sentire: "Lo Spirito Santo si serve, per i suoi scopi, di chi pare a Lui. Benigni, nelle Sue mani, e’ stato docilissimo, quindi lo Spirito ha scelto bene".
Mi perdoni per aver scritto così tanto, credo avessi bisogno di sfogarmi. La ricordo nelle mie preghiere.
Che Dio la benedica.

 

Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. non ho avuto occasione di guardare Benigni alla televisione.
Ricordo solo che nei giorni seguenti alcuni studenti mi hanno detto che guardando quello spettacolo pensavano spesso a me.
Dalle loro reazioni traspariva un certo disaccordo con alcune sue espressioni soprattutto sul sesto comandamento.
In quei giorni non sono mancati grandi elogi su quella trasmissione.
Io mi sono astenuto da commenti perché non avevo visto nulla.
Ma non potevo dimenticare dentro di me l’amarezza di molti, tra cui quella di non pochi nostri visitatori ai quali ho risposto privatamente.
Alla tua, che in buona parte decurto, rispondo anche pubblicamente.

2. Desidero premettere che qui non intendo valutare la bravura dell’attore e gli aspetti positivi della sua trasmissione.
Mi limito solo alla valutazione delle espressioni che tu hai riportato e che ritengo corrispondenti alla verità.
D’altronde il tuo giudizio non è del tutto negativo su Benigni, ritenendo che “quel programma ha alternato luci ed ombre”.

3. Certo le parole di Benigni non vanno misurate con rigore teologico, trattandosi di un attore e di un programma che intendeva intrattenere la gente anche con qualche risata.
Ma la tua osservazione sul quinto comandamento “non uccidere” è esatta: “Mi aveva, in realtà, già un po’ deluso col 5°, non avendo fatto il ben che minimo accenno né all’aborto, né all’eutanasia. Inoltre ha definito l’omicidio peccato “imperdonabile” mentre, mi corregga se sbaglio, Cristo ha assicurato il Suo perdono a chiunque lo voglia davvero, indipendentemente dalla gravità del peccato commesso”.
A parte l’aggettivo “imperdonabile” sul quale fai le tue giuste osservazioni, di certo non si sarebbe tirato dietro gli applausi se avesse toccato il tema dell’aborto.
Tuttavia un bravo attore riesce, se vuole, anche sui tempi più difficili.
Evidentemente il suo programma non voleva inquietare nessuno.
Ha desiderato piuttosto mettere gli animi in pace soprattutto sul sesto comandamento.

4. Infatti “sul 6°, addirittura, è scivolato completamente; indegna e volgarissima è stata l’accusa rivolta ai “preti”, ergo alla Chiesa, di aver stravolto tale comandamento rendendo così, a suo dire, peccato ciò che la Bibbia non definirebbe tale (evidentemente non ha mai letto nulla di san Paolo e non solo)”.
Tu gli ribatti giustamente: “Se masturbarsi fosse davvero cosa buona poiché, per dirla alla sua maniera, “quando la pentola bolle bisogna buttar giù la pasta”, allora perché, dopo essermi masturbato, a mente fredda, mi sento come se avessi appena inghiottito un quintale di letame?
Perché, dopo essermi macchiato di tale azione, non vedo l’ora di confessarmi?
E ancora perché, proprio dopo essermi confessato, provo leggerezza, purezza, liberazione e pienezza contrariamente, invece, al vuoto pneumatico provato fino ad un attimo prima?

5. Poi ci tieni a precisare: “Qualcuno potrebbe tirare in ballo gli effetti postumi dell’educazione cattolica da me ricevuta fin da bambino, ma non è così. Come le scrissi nella precedente e-mail, raccontandole un po’ della mia storia, ho vissuto ai margini della Chiesa, della Fede, della religione, per interi decenni; limitandomi ad andare a messa un paio di volte all’anno: a Natale e a Pasqua, forse più per far contenta mia madre che per altro. Mi masturbavo quotidianamente e non me ne facevo un problema. Dunque nessun retaggio culturale o lavaggio del cervello mi ha indotto a cambiare strada: AD UN CERTO PUNTO, PERÓ, MI SENTII SPORCO!!! PUNTO. Piansi e pregai. Fu allora che, come se una mano dall’alto mi avesse appena afferrato per sostenermi, mi sentii tirato fuori dal pantano nel quale io stesso mi ero ficcato. Non erano stati i preti o la Chiesa a rovinarmi la vita, bensì l’impurità”.
È vero, i preti “non ti hanno mentito sul sesso”, “bensì lo stesso Benigni”.
Il quale ha cercato di dire il contrario per mettere pace.
Ma non è così.

6. Infatti la sua satira non può convincere perché la masturbazione è “egoismo allo stato puro”, come ha detto un Autore spirituale, mentre la natura dell’uomo è quella di farsi dono e di trovare “più gioia nel dare che nel ricevere!” (At 20,35).
È di qui, da questa violazione delle inclinazioni più vere della nostra natura, che parte il senso di insoddisfazione o di vuoto che segue l’autoerotismo.
È per questo che tanti giovani e meno giovani dopo aver commesso atti impuri sentono come se avessero appena inghiottito un quintale di letame e – nonostante la satira di Benigni – anche oggi continuano a confessarsi e trovano sollievo solo nell’esperienza della grazia e della comunione con Dio.

7. Ma molto probabilmente queste esperienze mancano a Benigni il quale forse non avverte, per dirla con Sant’Ignazio di Loyola, quale sia la differenza degli stati d’animo quando si commette un peccato e quando si vive in grazia.
Certo Benigni non ha voluto essere un predicatore.
Ma per parlare correttamente di determinate cose è necessario “essere purificati e perfezionati nella virtù”, come insegna San Tommaso (Somma teologica, III, 41, 3, ad 1).
Perché ognuno parla dall’abbondanza del proprio cuore.
Nostro Signore dice che “l’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda” (Lc 6,45).

8. Ho letto anch’io su un quotidiano cattolico quanto hai riportato: "Lo Spirito Santo si serve, per i suoi scopi, di chi pare a Lui. Benigni, nelle Sue mani, e’ stato docilissimo, quindi lo Spirito ha scelto bene".
È una frase ambigua perché dal momento che nulla sfugge al governo di Dio e che tutto coopera al bene di coloro che lo amano, possiamo dire che lo Spirito Santo si sia servito anche di Hitler e ti Stalin.
Ma non per questo possiamo dire che tutte le decisioni di Hitler e di Stalin siano state conformi alla volontà di Dio.

Ti ringrazio per le preghiere che mi hai assicurato.
Ti ricordo volentieri nelle mie e ti benedico.
Padre Angelo