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Quesito

Salve Padre Angelo,
avrei una semplice domanda da porle. Vi è una frase del Siracide che ha mi ha incuriosito, o per meglio dire vorrei sapere il suo significato.
La frase è la seguente: "Bene e male, vita e morte, povertà e ricchezza, tutto proviene dal Signore" (Sir 11,14). Mi chiedevo: come può il male provenire dal Signore? Forse è dovuto al fatto che satana è comunque una creatura del Signore?
La ringrazio anticipatamente per la risposta
Cordiali Saluti e Santo Natale

Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. ti riporto il commento che di questo passo dà il nostro confratello, il beato padre Giuseppe Girotti:
“Si conferma con una massima generale quanto si è detto nei vv. 11-13: “C’è chi fatica, si affanna e si stanca,eppure resta sempre più indietro.C’è chi è debole e ha bisogno di soccorso,chi è privo di forza e ricco di miseria,ma gli occhi del Signore lo guardano con benevolenza,lo sollevano dalla sua povertà e gli fanno alzare la testa,sì che molti ne restano stupiti”.
Tutte quelle contrastanti diversità che s’incontrano nella vita degli uomini non sono casuali, ma sottostanno tutte alla Divina Provvidenza.
Perciò la prosperità e l’avversità (il bene e il male), la vita nella sua origine e nella sua conservazione, la morte quanto al tempo e quanto al modo, e infine tutte le più svariate condizioni sociali (povertà e ricchezza) vengono da Dio, sono da lui volute, predisposte, mantenute.
Cfr. Is 45,7: “Io formo la luce e creo le tenebre,faccio il bene e provoco la sciagura;io, il Signore, compio tutto questo”
e Gb 1,21: “Nudo uscii dal grembo di mia madre,e nudo vi ritornerò.Il Signore ha dato, il Signore ha tolto,sia benedetto il nome del Signore!”-

2. A questo punto padre Girotti riporta un’affermazione chiarificatrice di San Tommaso: “Queste testimonianze (riguardanti la suprema causalità di Dio) si riferiscono al male della pena non al male della colpa» (Somma teologica, I, 49, 2, ad 1).
Nello stesso senso – dice – spiegano questi testi San Basilio il Grande (Omelia: Dio non è causa dei mali, specialmente nell’art. 4) e tutti i grandi maestri del pensiero cristiano, contro ogni forma di dualismo.

3. Al versetto di Isaia “Io formo la luce e creo le tenebre,faccio il bene e provoco la sciagura;io, il Signore, compio tutto questo” commenta ancora padre Girotti:
“Il Dio che anche i pagani saranno chiamati a conoscere è il moderatore supremo di tutte le cose. Colui dal quale proviene il bene e che permette il male.
La luce è simbolo della prosperità, come le tenebre dell’avversità: lo stesso dicasi della pace e del male (come guerre, tribolazioni, ecc.).
Non esistono, come insegnava il dualismo persiano, due principi ostilmente opposti tra loro, uno del bene e l’altro del male.
Siccome Jahvè è l’unico vero Dio della natura e dell’umanità, ne segue che lui solo produce nel mondo fisico la luce e le tenebre, il giorno e la notte (Gn cap. 1), la vita e la morte (1 Sam 2,6) e, nel mondo morale, è autore del premio e del castigo, della benedizione e della maledizione, della felicità e dell’infelicità”. (…).
Marcione si servì di questo passo per provare che il Dio del vecchio testamento è diverso da quello del Nuovo, e non soltanto un Dio di bontà.
Tertulliano gli rispondeva già che qui si tratta unicamente dei mali (cioè punizioni) che la giustizia di Dio fa cadere sui peccatori”.
Li fa cadere nel senso che permette che il colpevole danneggi se stesso.

Ti auguro ogni bene dal Signore, ti ricordo nella preghiera e ti benedico.
Padre Angelo