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Quesito

Caro padre Angelo, buongiorno!
Mi chiamo Carlo e seguo sempre la sua rubrica, per la quale la ringrazio.
Le scrivo per chiederLe se la verginità consacrata sia considerata dalla Chiesa una via più eccellente rispetto al matrimonio.
Dopo aver letto Amoris Laetitia mi è venuto il dubbio e ho pensato diversamente.
Nel caso sia caduto in eresia è il caso di ricorrere al penitenziere della diocesi per essere assolto?
Grazie! 


Risposta del sacerdote

Caro Carlo,
1. sì, la Chiesa ha definito in termini dogmatici l’eccellenza della verginità consacrata sul matrimonio.
Puoi ritrovare la documentazione qui: Mi ha turbato sapere che c’è un dogma che dichiara la verginità consacrata superiore al matrimonio
Amici Domenicani › mi-ha-turbato-sapere-che-c-e-un-dogma-che-di…
22 feb 2011

2. Forse ti sei lasciato trarre in inganno da una lettura affrettata di Amoris Laetitia.
Ma se leggi attentamente il documento pontificio la superiorità non viene negata, anche se si dice che da un altro punto di vista il matrimonio potrebbe esserle superiore.
Successivamente però lascia intendere che la verginità, non tanto in se stessa, ma vissuta all’interno della via dei consigli evangelici è superiore al matrimonio.

3. In ogni caso rimane il fatto che sul nostro argomento San Paolo ha usato due avverbi comparativi inequivocabili.
Dice infatti: “In conclusione, colui che dà in sposa la sua vergine fa bene, e chi non la dà in sposa fa meglio (melius)” (1 Cor 7,38).
E: “Ma se rimane così com’è, a mio parere è meglio (beatior); credo infatti di avere anch’io lo Spirito di Dio” (1 Cor 7,40).
Sono i due avverbi comparativi ripresi dal concilio di Trento quando nella definizione del dogma parla di melius (meglio) e di beatius (più felice cosa).

4. È chiaro che il discorso di San Paolo è sul piano oggettivo e cioè sui mezzi che meglio favoriscono l’unione con Dio.
Dice infatti per quelli che si sposano: “Avranno tribolazioni nella loro vita, e io vorrei risparmiarvele” (1 Cor 7,28).
Le tribolazioni cui allude San Paolo sono “il tormento di doversi procurare le cose necessarie per se stessi, per i figli e per gli altri.
Per cui è cosa più leggera stare senza il matrimonio” (San TommasoCommento a 1 Cor 8,28).

5. Non è però lo stato di vita che rende santa una persona, ma l’esercizio della carità.
E questa proprio a motivo delle tribolazioni della vita può raggiungere nel matrimonio una perfezione più alta che nella vita consacrata, a motivo della straordinaria dedizione che è richiesta.
Tuttavia, insieme con le occasioni di una più grande carità, vi sono anche le distrazioni.

6. Per cui “più che parlare della superiorità della verginità sotto ogni profilo, sembra appropriato mostrare che i diversi stati di vita sono complementari, in modo tale che uno può essere più perfetto per qualche aspetto e l’altro può esserlo da un altro punto di vista” (Francesco, Amoris laetitia, 159).

7. Per questo Papa Francesco prosegue dicendo: “Tuttavia una persona sposata può vivere la carità in altissimo grado. Dunque «perviene a quella perfezione che scaturisce dalla carità, mediante la fedeltà allo spirito di quei consigli. Tale perfezione è possibile e accessibile ad ogni uomo»” (AL 160).

8. Successivamente ricorda che “stando a una certa tradizione teologica, si parla dello stato di perfezione (status perfectionis), … non a motivo della continenza stessa, ma riguardo all’insieme della vita fondata sui consigli evangelici»” (AL 160).
E giustamente perché il confronto non viene fatto tra matrimonio e continenza, ma tra matrimonio e continenza per il regno dei cieli, e cioè per non avere divisioni nel cuore per preoccuparsi solo di piacere al Signore (cfr. 1 Cor 7,33), per essere risparmiati “dalle tribolazioni della (carne) vita”, e cioè dalle difficoltà della vita coniugale (1 Cor 7,28), “per essere santi nel corpo e nello spirito” (1 Cor 7,34) e “per stare fedeli al Signore senza deviazioni” (1 Cor 7,35).

9. Ed è per questo che San Tommaso conclude: “Qui va notato che la santa verginità è un gran bene sotto molti aspetti:
Primo, perché conserva la purezza della carne: “questi sono coloro che non ci sono contaminati, sono infatti vergini” (Ap 14,4).
Secondo perché abbellisce e orna l’anima. Infatti di frequente nella Scrittura la verginità è congiunta con la bellezza come quando si legge: “come è bella la generazione casta con il suo splendore” (Sap 4,1).
Terzo, perché rende simile agli angeli del cielo, infatti “alla risurrezione non si prende né marito né moglie, ma si è com’è angeli in cielo” (Mt 22,30).
Quarto, perché rende sposi di Cristo: “Vi ho promessi a un unico sposo, per presentarvi con la vergine casta Cristo” (2 Cor 11,2).
Quinto, perché congiunge e avvicina a Dio, come dice Sap 6,20: “Capo della mia verginità sei tu”.
Sesto, perché supera gli altri stati: “colui che sposa la sua vergine fa bene e chi non la sposa fa meglio” (1 Cor 7,38).
Settimo, perché spira odore di buona fama: “come un giglio tra i cardi, così la mia amata tra le fanciulle” (Ct 2,2).
Ottavo, perché è un invito alle nozze eterne: “le vergini che erano pronte entravano con lo sposo le nozze” (Mt 25,10)” (Commento a 1 Cor 7,28).

10. In riferimento invece a te, sebbene quanto hai pensato per un certo tempo sia errato, non sei incorso nella pena annessa all’eresia sia perché non si è trattato di una dichiarazione pubblica sia perché non sei rimasto ostinato (pertinace) nel tuo errore non essendo stato richiamato dall’autorità della Chiesa.
Con l’augurio di ogni bene, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo