Questo articolo è disponibile anche in: Italiano
Quesito
Gentile Padre Angelo
desidererei sapere se è giusto oppure no obbligare i figli ad andare a messa.
Quando parlo di figli non intendo solo i bambini e/o adolescenti ma anche giovani adulti: i miei hanno più di ventanni e se vanno a messa ci vanno solo per "farmi un piacere" e se insisto; allora che fare? Continuare ad insistere perchè ci vadano?
Spero in una sua risposta
una mamma preoccupata
Risposta del sacerdote
Carissima,
1. la tua preoccupazione e il tuo dispiacere è anche il mio e di tante altre persone.
Sono molte le cause per cui i ragazzi ad un certo momento smettono di andare in Chiesa.
Ci possono essere crisi intellettuali: non sentono le motivazioni giuste per le domande che si pongono.
A volte nelle nostre Chiese e anche nelle nostre famiglie ci può essere un deficit di catechesi e di proposte valide.
A volte ci può essere una contro testimonianza da parte di coloro che invece dovrebbero essere esemplari col loro comportamento.
2. Ma talvolta, nonostante la buona testimonianza di tante persone e anche una proposta valida di vita cristiana offerta dalla comunità, alcuni giovani si allontanano.
Gesù, che “la luce del mondo” (Gv 8,12) e “la verità” (Gv 14,16) in persona ha detto: “La luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce perché le loro opere erano malvagie” (Gv 3,19).
Ciò significa che in genere c’è sempre qualche crisi morale che precede la crisi di fede.
3. Ora i nostri ragazzi, quelli che si allontanano, non sono delinquenti. Continuano, grazie a Dio, ad essere bravi ragazzi e anche migliori di tanti altri.
Ma c’è un peccato che pur non facendo diventare delinquenti, se non viene rimediato, spegne il gusto delle cose di Dio.
Questo peccato è l’impurità.
4. Da ragazzi si comincia con le impurità adolescenziali.
Se i cuori dei nostri ragazzi non vengono risanati mediante la confessione sacramentale, fatta anche in maniera sistematica, finiscono per diventare insensibili alle realtà spirituali.
Se a queste impurità se ne aggiungono altre, oggi così facili come quella della pornografia che è un’autentica devastazione e da ciò che la segue, è facile comprendere come non solo il loro corpo sia preso dalla concupiscenza, ma anche come la loro mente possa diventare quasi bloccata e resa incapace di penetrare nelle realtà spirituali.
La vita cristiana è soprattutto un’esperienza interiore, è una comunione col Cielo che si vive e si custodisce dentro di sé.
5. San Tommaso ricorda che i piaceri del corpo intralciano la vita spirituale per tre motivi: “a motivo della distrazione… a motivo della contrarietà… e dell’imbarazzo” (Somma teologica, I-II, 33, 3).
Ora non c’è bisogno di spiegarsi sull’imbarazzo mentale causato dall’impurità.
Sant’Agostino, prima della conversione, lo provava in maniera così grande che anche quando andava in Chiesa per far piacere a sua madre era sempre occupato da pensieri e sensazioni lascive. E per questo smise di andarvi. Non riceveva niente perché la sua mente era incapace di riceverlo. Era piena di tutto il contrario delle cose sante.
6. La stessa cosa avviene per tanti dei nostri giovani.
Se ricevessero qualcosa, continuerebbero ad andare in Chiesa, a frequentare i Sacramenti, ad ascoltare la Parola di Dio e la sacra predicazione, a pregare…
Ma tutte queste realtà non riescono a penetrare in loro perché la loro mente è altrove, con oggetti che ne sono agli antipodi e che, come una sorta di calamita, li attira in continuazione verso di essi.
Senza accorgersene ne sono dipendenti e così “a motivo della distrazione… a motivo della contrarietà… e dell’imbarazzo” sentono le cose di Dio come le più lontane dalla loro vita.
7. Che fare in questa situazione?
Certo è difficile mettersi a parlare di purezza con dei ragazzi che hanno più di vent’anni. È un tema delicato che tocca l’intimità della persona e qualora non venga affrontato con competenza e delicatezza si rischia di causare ulteriori chiusure o comunque altri danni.
8. Ci sono tuttavia altre risorse, anche se da esse non ci si può aspettare una conversione immediata.
C’è innanzitutto la testimonianza della vita cristiana.
Qui non intendo semplicemente la testimonianza della fedeltà ad un preciso dovere, all’osservanza del terzo comandamento del decalogo “Ricordati di santificare le feste” che è già importante e indispensabile.
Ma parlo piuttosto della testimonianza di chi si sente “illuminato”, di chi “gusta il dono celeste”, di chi è “diventato partecipi dello Spirito Santo” e “gusta la buona parola di Dio e i prodigi del mondo futuro”, secondo le belle espressioni che si trovano in Eb 6,4-5.
È dunque la testimonianza di un altro modo di vivere e soprattutto dell’immersione in un altro mondo, quello vero, quello di Dio e che dura eternamente.
9. Questa testimonianza è il più forte richiamo per chi si riduce all’esperienza del figliol prodigo che, allontanatosi dalla casa del padre e sperperato i beni nella dissolutezza, si trova interiormente privo di tutto, oltre che esteriormente desolato.
10. E poi ci sono altre risorse, talvolta sotterranee, ma potentissime.
Sono quelle ricordateci da Santa Teresina del Bambin Gesù: “Ah, preghiera e sacrificio formano tutta la mia forza, sono le armi invincibili che Gesù mi ha date, toccano le anime ben più che i discorsi, ne ho fatto esperienza spesso” (Storia di un’anima, 317).
Sono le medesime delle quali ha parlato Nostro Signore quando ha detto a S. Caterina da Siena: “Le preghiere e le lacrime dei miei servi mi muovono a fare misericordia al mondo”.
11. In questa lontananza dei tuoi dal Signore devi sentire un richiamo per te e per tuo marito ad intensificare la vita spirituale.
Impegnatevi in particolare con la preghiera del Santo Rosario, recitato quotidianamente e possibilmente insieme. Prendetevi questa pratica come un impegno, al quale non venir mai meno.
È sempre utile ricordare quanto la Sacra Scrittura riferisce di Mosé: quando questi teneva le mani alzate, il suo popolo era più forte e vinceva. Quando le abbassava, diventava più debole ed era perdente.
La vita spirituale dei vostri figli dipende dunque anche dalla vostra.
Mi unisco cordialmente alla vostra preghiera, prego per voi e per i vostri figli e tutti vi benedico.
Padre Angelo