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Quesito
Gentilissimo Padre Angelo,
le scrivo per un dubbio che mi assilla e sono certa che lei mi darà una risposta alla luce della verità che è Dio :sono una ragazza e nonostante i buoni propositi e la vita casta che da un anno sto vivendo (ho 23 anni e ho ri-scoperto Dio l’anno scorso donandogli la mia castità prematrimoniale) ho un problema: I PENSIERI IMPURI con cui combatto giorno dopo giorno, si presentano sotto immagini nella mia mente mi fanno sentire debole, non protetta e mi fanno avere dubbi su me stessa spesso non li riesco a contrastare, a parte che non riesco a capire quando un pensiero impuro è grave, non capisco che vuol dire acconsentire (io pensavo che si acconsentisse passando all’azione ma non ho ben capito) non so cosa sia il senso né il consenso, poi la confessione dei pensieri impuri non ho capito come si fa (devo dire tipo che cosa è stato oggetto di pensieri impuri (x es. un ragazzo, un ragazzo fidanzato, un uomo sposato…) quindi se vanno confessati specificando oppure se come ho letto devo solo dire ho fatto pensieri impuri senza andare nello specifico.
Un’altra domanda come posso vincere questi pensieri???
La ringrazio della cortese attenzione prestatami.
Dio la benedica immensamente per tutto quello che fa per tutti noi.
Risposta del sacerdote
Carissima,
1. sentire significa avere l’avvertenza che quanto si sta pensando o fantasticando non è corretto.
Acconsentire significa dare l’avvallo a queste fantasie, anche senza passare all’azione. Si rimane sempre nell’ambito interno dei pensieri e delle sensazioni.
2. Bisogna poi vedere se si tratta di pensieri impuri e cioè che hanno a che fare con un uso della genitalità contrario al disegno di Dio.
Tanti pensieri o sguardi di per sé sono impudichi, ma non toccano ancora l’ambito della genitalità.
I pensieri impudichi sono pericolosi, ma non sono ancora materia grave.
Lo diventano quando coinvolgono di fatto e sensibilmente anche la genitalità.
Il solo pensare all’esercizio della genitalità non è un pensiero impuro.
Per dare l’idea potrei dire che i pensieri impuri che costituiscono materia grave sono quelli che sono la stessa cosa della pornografia, con l’unica differenza che questa ha l’aggiunta dell’immagine esterna.
3. Allora tanti sfarfallamenti che passano per la nostra mente non costituiscono ancora materia grave.
Bisogna tenere presente anche che spesso certi pensieri o sensazioni a volte precedono l’attenzione del soggetto.
Qui la responsabilità va giudicata in base alla reazione del soggetto.
E in questo campo non bisogna dimenticare che non è sufficiente un atto della volontà per rimuovere questi pensieri o queste sensazioni. Ci vuole un combattimento. E nel combattimento è quasi inevitabile che si riporti qualche ferita o contusione, ma non siamo ancora nel peccato mortale.
4. Sant’Agostino e san Tommaso dicono che vi è peccato nei pensieri o nelle sensazioni quando “la ragione nel deliberare indugia in essi, senza scacciarli; essa cioè, a dire di S. Agostino (De Trinitate, 12, 12), trattiene e ripensa volentieri cose che appena giunte all’anima dovevano essere respinte” (Somma teologica, I-II, 74, ad 3).
Si tratta dei cosiddetti pensieri cattivi e, se si riferiscono alla lussuria, dei pensieri impuri.
5. Perché vi sia peccato, è necessario dunque che vi sia la compiacenza e cioè che si trattengano e si ripensino volentieri e deliberatamente cose che appena giunte all’anima dovevano essere respinte.
Pensare per distrazione o di sfuggita a una cosa cattiva senza avvertire la sua peccaminosità o sperimentando come in un attimo la sensazione impura, rimuovendo a ragion veduta e il pensiero e la sensazione, non è peccato grave, ma imperfezione o peccato veniale.
6. Non va dimenticato che spesso tanti pensieri vagano per la mente a motivo di fattori non sempre identificabili (stanchezza, l’assunzione di particolari cibi o bevande, irregolarità di alcuni processi fisiologici…).
7. Tornando ai peccati gravi: perché si parla di peccato?
La risposta è la seguente: perché questi pensieri o queste sensazioni non sono secondo Dio e non giovano al nostro progresso spirituale. Anzi lo fermano. Talvolta possono bloccarlo.
8. Chi non ha un minimo di esperienza di vita cristiana può sorridere su queste problematiche perché per lui certi pensieri, sensazioni e pornografia sono pane quotidiano. Sono il suo pasto, il suo svago, non di rado il suo unico fine.
Senza accorgersene, non sa di essere prigioniero e incapace di elevarsi in alto. Pensa che tutto sia normale e che siano anormali quelli che si pongono problemi di questo genere.
Pensa anzi di essere sapiente.
Invece è sapiente chi sa vedere lontano e soprattutto sa rapportare le cose di questo mondo con la santità perché “tutto è stato creato per mezzo di Lui e in vista di Lui” (Col 1,16).
San Tommaso d’Aquino ricorda che la lussuria provoca la cecità interiore.
9. Nella confessione puoi dire che hai avuto dei pensieri non belli circa la purezza.
Con questa espressione inglobi tanto i pensieri impudichi quanto i pensieri autenticamente impuri ma ai quali non hai dato consenso o nei quali c’è stato un vero combattimento.
Se invece si tratta di pensieri volutamente impuri, dirai che hai avuto pensieri impuri e non hai fatto nulla per rimuoverli dalla mente e dall’affetto.
Se non c’è rischio di qualche grave caduta in qual che particolare settore non è necessario specificare in quale direzione si siano portati tali pensieri. Puoi dire: ho avuto pensieri impuri d’ogni tipo.
Ti esorto a rimanere libera interiormente per essere sempre in grado di ascendere dalle cose della terra quelle del Cielo.
È un’ascensione bella, che è sempre carica di benedizioni.
Intanto ti mando la mia benedizione e ti assicuro il mio ricordo nella preghiera.
Padre Angelo