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Buongiorno padre,
domenica scorsa, rito ambrosiano, è stato letto un passo del Vangelo di Marco in cui i signore Gesù apparve agli Undici……e disse loro : “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. …..” ” nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti, e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano”.
Leggendo questo passo del Vangelo sembra quasi che i veri predicatori si possano distinguere da quelli falsi quando le loro parole possano essere seguite da fatti sopranaturali quali la guarigione dei malati ecc.ecc.
Magari fosse così- Invece non è facile distinguere chi predica bene da chi predica male.
Personalmente ritengo che il comandamento dell’amore «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipende tutta la Legge e i Profeti» (Matteo 22,37-40) sia la base e il fondamento di qualsiasi religione e specialmente la seconda parte sia la soluzione per la convivenza pacifica di tutti i popoli.
Mi sembra quasi un di più la distinzione millimetrica circa la gravità dei peccati.
Carissimo,
1. certamente è importante e insopprimibile la testimonianza della carità. Gesù ha detto: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri” (Gv13,35).
2. Ma in ordine al suscitare la fede i miracoli hanno la loro innegabile importanza.
Gesù stesso ha detto: “Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste mi danno testimonianza” (Gv 10,25).
E: “se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non volete credere a me, credete almeno alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me e io nel Padre” (Gv 10,27-38).
“Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse” (Gv 14,11).
3. Giustamente dunque Gesù ha detto che il compimento dei prodigi e dei miracoli avrebbero aiutato a credere.
I miracoli erano importanti soprattutto agli inizi della predicazione evangelica.
Scrive infatti San Gregorio magno: “Allora forse noi che non facciamo questi segni non crediamo?
Ma queste cose furono necessarie all’esordio della Chiesa. Affinché infatti crescesse la
fede dei credenti, dovette essere nutrita dai miracoli; come anche noi, quando piantiamo gli
arbusti, infondiamo in essi l’acqua finché non si sono irrobustiti; ma una volta che hanno
messo radice, cessiamo di innaffiarli” (Omelie sui Vangeli, 29).
4. Ma poi soggiunge che anche oggi questo prodigi vengono rinnovati in senso spirituale, e cioè attraverso l’amore di Dio e del prossimo.
Qui il grande Papa e Dottore della Chiesa concorda con te.
Scrive infatti: “Ma in questi segni e virtù vi sono delle cose che
dobbiamo considerare più sottilmente.
La Santa Chiesa ogni giorno fa spiritualmente ciò che
allora gli Apostoli facevano corporalmente: infatti i sacerdoti, quando per la grazia dell’esorcismo impongono le mani ai credenti e impediscono agli spiriti maligni di abitare nelle
loro menti, che cosa fanno d’altro se non scacciare i demoni?
E ogni fedele che abbandona le
idee del secolo e conserva i suoi pensieri rivolti ai santi misteri, parla delle lingue nuove,
mentre prende dei serpenti con la mano strappando il male dal cuore dei suoi fratelli
mediante i suoi buoni consigli.
Coloro che, intendendo delle proposte dannose, non le seguono realizzandole, bevono del veleno ed esso non li danneggerà;
e coloro che, tutte le volte che
vedono i buoni indebolirsi nel bene, fortificano la loro condotta con l’esempio delle loro
azioni, impongono le mani sui malati e li guariscono;
miracoli tanto più grandi poiché
appartengono allo spirito, e grazie ai quali non sono i corpi, ma le anime che sono strappate
alla morte” (Omelie sui Vangeli, 29).
5. È così che si mostra concretamente con i fatti, anzi con veri prodigi spirituali, l’amore per il prossimo.
Con l’augurio che tutti possiamo rendere manifesti al mondo questi prodigi ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo