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Sono sempre io, quello che sta leggendo le lettere di santa Catarina.
Dai, è patetico lo stato in cui versa al presente la religione cattolica; spero che almeno su questo si sia tutti d’accordo… O no? (Vi sembrerà strano, ma mi dispiace).
Un po’ di dignità, cacchio, ci fate più bella figura ad ammetterlo, no?
Ma sì, sì, lo so che la religione in una società secolarizzata come la nostra è un relitto dei tempi andati e che non dovrei prendermela per come è andata…
Nondimeno, io non riesco a non patire per tutto questo schifo…
Ah, ma come si dice? se sta bene a voi…


Carissimo,
1. la tua mail – certamente sincera dal tuo punto di vista – mi offre l’occasione per puntualizzare alcune cose.
Tu giudichi della Chiesa da quello che vedi, soprattutto da quello che senti e che leggi.
Con grande sincerità mi dici che la desidereresti diversa e che patisci per lo schifo che ti fa.

2. Per certe cose che si vedono e si sentono ti do ragione: soffriamo tutti per lo schifo.
Penso che anche i più grandi peccatori siano dispiaciuti per certe cose che si sentono della Chiesa perché è come se un’opera d’arte (e qui l’artista è divino) venisse imbrattata.
Si vorrebbe che nel grande degrado morale che inquina e devasta dappertutto almeno la religione cristiana si conservasse.
E invece anche la religione sembra tarlata e addirittura moribonda.

3. Visto che stai leggendo Santa Caterina ti riporto quanto scrive il Beato Raimondo da Capua, suo confessore e suo primo biografo: “Mi ricordo di aver fatto l’interprete fra il Sommo Pontefice Gregorio XI, di felice memoria, e la nostra santa Vergine, perchè lei non conosceva il latino e il Pontefice non sapeva l’italiano.
Mentre parlavano insieme, la santa vergine si rammaricò che nella Curia Romana, dove dovrebbe esserci un paradiso di celesti virtù, vi si sentisse il puzzo dei vizi dell’inferno.
Il Pontefice, inteso ciò, domandò a me da quanto tempo fosse arrivata alla Curia, e avendo sentito che erano pochi giorni, rispose: «Come in pochi giorni hai potuto conoscere i costumi della Curia Romana?».
Allora lei, cambiando subito l’atteggiamento dimesso in un atteggiamento di maestà, lo vidi io coi miei occhi, dritta nella persona, proruppe in queste parole: «Ad onore di Dio Onnipotente oso dire che io ho sentito maggior puzzo dei peccati che si commettono nella Curia Romana standomene a Siena, dove son nata, che non lo sentano coloro che li hanno commessi, e che gli commettono tutti i giorni».
Il Papa rimase zitto, ed io, allibito, ragionavo con me stesso, e soprattutto mi domandavo con quale autorità erano state dette certe parole in faccia ad un tale Pontefice. (…).
Una volta, è doloroso a dire, ci imbattemmo in una donna, che era concubina di un alto prelato della Chiesa. Mentre quella parlava con Caterina, c’ero presente io, e mostrava nel tratto e nel vestire un’apparenza di onestà, non potè mai vedere di faccia il volto della vergine, perchè lo tenne sempre rivolto dalla parte opposta. Meravigliato, mi interessai di sapere chi fosse quella donna, e mi fu detto chi era, come ho raccontato. Lo riferii alla vergine, e lei mi rispose in segreto: «Se voi aveste sentito il puzzo che ho sentito io mentre le parlavo, avreste vomitato»” (Vita di Santa Caterina, nn. 152-153).

4. Come hai potuto notare anche nel secolo XIV per alcuni versi le cose non andavano meglio. Sono passati sette secoli e la Chiesa non è crollata.
Gesù, salendo al cielo ha detto: “ecco, io sono con voi tutti i giorni sino alla fine del mondo” (Mt 28,20).
È mirabile questo fatto.
I suoi avversari e denigratori ne vedono e ne annunciano sempre la fine.
Ma anch’essi passano.
Passano anche quelli che dicono che la Chiesa è un relitto dei tempi andati. Ma la Chiesa rimane.
Passeranno anche quelli di domani e che diranno la stessa cosa. Ma la Chiesa rimarrà.
C’è da chiedersi: è mai possibile che non ci si accorga che nella Chiesa c’è qualche cosa o qualcuno che a dispetto dello schifo che si vede le dà forza e la tiene in vita?

5. Vorrei aggiungere ancora due cose.
La prima: lo schifo che si vede e si denuncia non è esclusivo degli uomini di Chiesa. Tanto meno è frutto del Vangelo.
Potrei dire che è una caratteristica degli uomini.
Come sai, santa Catarina parla spesso dello schifo di certe anime.
E (Dio ne è testimone, non parlo di te!) c’è da augurarsi che alcuni tra quelli che si meravigliano di tale schifo non siano simili a quei tali che sono andati a prelevare la donna colta in flagrante adulterio per portarla davanti a Gesù.
Come è stato osservato, quegli uomini conoscevano quella donna, sapevano dove stava, molto probabilmente l’avevano frequentata… Ed ecco adesso la esponevano al pubblico vituperio, ma non erano meglio di lei.

6. La seconda: finora abbiamo parlato di quello che si vede dall’esterno, di quello che si sente dire e di quello che si legge. In una parola, di quello che fa cronaca.
E tuttavia la Chiesa nella sua realtà più vera non è questo.
La Chiesa, la Sposa santa di Cristo, senza macchie e senza rughe, è costituita dalle persone che accolgono Dio nel loro cuore mediante la grazia santificante.
È costituita dalle persone, e sono tante anche oggi, che rinnegano i peccati commessi, che si convertono e che intraprendono una vita santa.
Sono le persone che fin dal mattino presto sono in attesa di Cristo che passa e che bussa al loro cuore, desiderose di aprirgli la porta per vivere quella realtà racchiusa in quelle misteriose parole dell’Apocalisse: “Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” (Ap 3,20).
Dico misteriose perché nascondono una realtà che può essere compresa solo da chi vive quest’esperienza che ha origine dall’Alto.

7. Te ne porto un esempio tratto dal Diario di Santa Faustina Kowalska in data 29 settembre 1935: “29.IX. Festa di San Michele Arcangelo.
Sono rimasta intimamente unita a Dio.
La Sua presenza mi penetra nel profondo e mi riempie di serenità, di gioia e di stupore.
Dopo quei momenti di preghiera sono piena di forza, di un coraggio misterioso nell’affrontare le sofferenze e la lotta; nulla mi spaventa, anche se il mondo intero fosse contro di me.
Tutte le contrarietà sfiorano la superficie, ma non hanno adito all’intimo, poiché lì dimora Iddio che mi dà forza, che mi riempie. Tutte le insidie dei nemici si infrangono contro il Suo sgabello.
Iddio mi sostiene con la Sua potenza nei momenti di unione.
La Sua potenza mi viene trasmessa e mi rende capace di amarlo.
L’anima non perviene mai a ciò con le proprie forze.
All’inizio di questa grazia interiore ero piena di paura, e cominciai a controllarmi, cioè a lasciarmi guidare dalla paura; ma ben presto il Signore mi fece conoscere quanto ciò non Gli piacesse. Ed anche questo lo decise Lui stesso, mia quiete.
Quasi ogni solennità della santa Chiesa mi procura una più profonda conoscenza di Dio ed una grazia particolare; per questo mi preparo ad ogni solennità e mi unisco strettamente allo spirito della Chiesa.
Che gioia essere una figlia fedele della Chiesa!
Oh! quanto amo la santa Chiesa e tutti coloro che vivono in essa; guardo a loro, come a membra vive di Cristo, che è il loro capo.
M’infiammo d’amore con quelli che amano; soffro con quelli che soffrono; mi consumo dal dolore osservando i tiepidi e gli ingrati; allora mi sforzo di avere un tale amore verso Dio da compensarlo per quelli che non Lo amano, che ripagano il loro Salvatore con nera ingratitudine.
O mio Dio, sono consapevole della mia missione nella santa Chiesa.
Il mio impegno continuo è quello di impetrare la Misericordia per il mondo.
Mi unisco strettamente a Gesù e mi offro come vittima che implora per il mondo.
Iddio non mi negherà nulla, quando L’invocherò con la voce di Suo Figlio.
Il mio sacrificio è niente per se stesso, ma quando l’unisco al sacrificio di Gesù Cristo, diviene onnipotente ed ha la forza di placare lo sdegno di Dio.
Iddio ci ama nel Figlio Suo. La dolorosa Passione del Figlio di Dio è una continua invocazione che attenua la collera di Dio”.

8. Sempre da santa Faustina te ne porto un altro perché lo possa sperimentare anche tu:
“Scrivi quello che ti dirò: Per Me è una delizia unirMi a te; attendo con un grande desiderio e non vedo l’ora che giunga il momento in cui abiterò sacramentalmente nel tuo convento.
Il Mio Spirito riposerà in quel convento; benedirò in modo particolare i dintorni dove il convento si troverà.
Per amore verso di voi allontanerò tutti i castighi che vengono equamente inflitti dalla giustizia del Padre Mio” (15.XII.1935).
“Allontanerò tutti i castighi che vengono equamente inflitti dalla giustizia del Padre Mio” è un’espressione antropomorfica che vuol dire questo: Dio difende dalle incursioni dei nostri avversari (i demoni) ai quali vengono continuamente aperte porte e finestre quando si voltano le spalle a Dio e ci si rende loro alleati.

9. Mi pare di poter dire che ciò che il Signore ha detto per un convento che custodisce sacramentalmente la sua presenza, vale analogamente per ogni persona che fa la Santa Comunione in riferimento alle altre persone della sua casa e a quelle con le quali ha da trattare.
Prova a farne l’esperienza.
Questa è la Santa Chiesa, l’Arca di salvezza per il mondo intero.

Con l’augurio che tu possa farne parte in maniera sempre più intensa, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo