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Quesito

Rev.mo Padre Angelo Bellon, 
Mi presento, sono …, ho 26 anni, e il 22 marzo di quest’anno sono diventato confratello della mia parrocchia. Per i lettori che non sanno, un confratello è una persona che aderisce spiritualmente alla idealità caritativa e cristiana della Confraternita, professa la sua fede aiutando a vivere i riti cristiani della sua comunità (Settimana Santa, processioni, liturgie, ecc..) e soprattutto aiuta la sua chiesa
Da quando sono diventato confratello, più precisamente dopo aver professato, la mia fede, il mio amore per Dio, per Gesù, per la Madonna, la voglia di vivere secondo la volontà del Padre e di vivere da buon cristiano sono aumentati.
Prima sentivo Dio e mi ritenevo cristiano, ma durante le giornate e nella vita quotidiana, mi sono reso conto che non vivevo da cristiano, ignorando Dio per le cose che facevo, di cui ero ben consapevole che fossero peccato. Ma dopo aver professato è cambiato tutto. Ho tolto completamente gli atti impuri, una scelta di cui vado molto fiero (Dio sia benedetto per la forza che mi ha dato e che continua a darmi), questo mi ha aperto gli occhi e sto vivendo molto meglio spiritualmente e fisicamente: non sono più fiacco come ero prima e sento il Signore e il suo amore molto più vicino a me, e ho compreso ancora di più l’amore che ho per la mia ragazza, sono diventato più comprensivo e amorevole con lei e ho capito che, quegli atti nei suoi confronti erano tradimento, un altro motivo per cui estirpare questo gesto.
Faccio e cerco di fare almeno una corona del Rosario al giorno, e a ogni fine mistero chiedo alla Madonna a cui la mia confraternita è devota di pregare per noi, prego per gli altri ogni giorno, faccio piccole preghiere la mattina, la sera e la notte per sentire la presenza di Gesù e Maria in ogni momento della giornata, e chiedo al Signore di vivere dentro di me, per aiutarmi a vivere come lui e di aiutarmi a vivere secondo le volontà del Padre.
Le scrivo tutto questo in primis per condividere la mia esperienza con gli altri lettori, e poi per farle due domande. La prima è: oltre a questo che sto facendo, c’è qualcos’altro che posso fare per migliorarmi come cristiano e come confratello?
E secondo, può veramente una devozione o una consacrazione attraverso la professione in confraternita di una persona cambiarla cristianamente, caratterialmente e personalmente?
La ringrazio per quello che fa e per il tempo che mi dedicherà, pregherò per lei durante le mie preghiere.


Risposta del sacerdote

Carissimo †, 
1. ho toccato con mano nella mia esperienza pastorale quanto sia vero ciò che hai scritto: entrare in una confraternita fa sentire a molti giovani un senso di maggiore appartenenza alla Chiesa.
Lo dico in riferimento ad alcuni che sono entrati a far parte del terzo ordine domenicano, oggi chiamato laicato domenicano.

2. Questa esperienza si può notare anche nella vita del beato Piergiorgio Frassati. Apparteneva a tante associazioni, all’Azione Cattolica, alla San Vincenzo, alla Congregazione Mariana.
Ma ciò che contribuì maggiormente alla sua maturazione cristiana è stata la sua decisione di far parte del terzo Ordine domenicano.
Tutti sono unanimi nel riconoscere che da quel momento vi fu in lui un’ulteriore trasformazione e un cammino più spedito verso la santità.

3. C’è infatti qualche cosa di diverso dall’appartenenza alle varie associazioni dall’appartenenza alle confraternite.
L’appartenenza alle associazioni è provvisoria: si rinnova di anno in anno mediante una tessera e un atto di iscrizione.
L’appartenenza ad una confraternita dura per tutta la vita ed è senza tessera.
Penso che sia proprio questo tipo di appartenenza che fa sentire una persona maggiormente impegnata nella chiesa. Ci si sente in medio ecclesiae, nel cuore della Chiesa. 

4. Inoltre le confraternite e molto di più i terzi Ordini hanno una spiritualità propria, un ritmo di preghiera proprio che impegna per sempre.
Il direttorio sua pietà popolare liturgia ricorda “i pii esercizi che si praticano per diritto particolare o tradizione nelle confraternite e in altre pie associazioni di fedeli; essi spesso hanno ricevuto l’approvazione esplicita della Chiesa” (n.72).
“Spesso le confraternite hanno, accanto al calendario liturgico, una sorta di calendario proprio, in cui sono indicate feste particolari, gli uffici, le novene, i settenari, i tridui da celebrare; i giorni penitenziali da osservare e i giorni in cui svolgere processioni e pellegrinaggi o compiere determinate opere di misericordia.
Hanno pure libri devozionali propri e peculiari segni distintivi, quali scapolari, medaglie, abitini e cinture, e talora luoghi di culto proprio e propri cimiteri.
La Chiesa riconosce alle confraternite e conferisce loro personalità giuridica, ne approva gli statuti e ne apprezza le finalità e l’attività cultuale” (n. 69).

5. Pier Giorgio Frassati, che tra breve sarà messo nel canone dei santi, ponderò bene il suo ingresso nel terz’Ordine domenicano. L’avrebbe impegnato per tutta la vita.
Non vi entrò in maniera superficiale. Già da quattro anni frequentava i domenicani e aveva desiderio di conoscerne la spiritualità. Soprattutto nell’ultimo anno si fece dare la regola, la meditò, e infine decise di entrarvi il 28 maggio 1922.
L’anno seguente emise la professione.

6. Ecco che cosa ho potuto leggere a suo riguardo: “In lui si può notare la capacità di conciliare e fondere tratti apparentemente opposti. Essere domenicano infatti significa anche saper tenere insieme elementi di vita cristiana così diversi come la contemplazione, l’azione, la vita di preghiera intensa e l’apostolato, lo studio serio e costante e la disponibilità generosa e lieta (cfr. AA. VV., Pier Giorgio Frassati terziario domenicano, p. 25).
Un frate domenicano, Enrico Ibertis, che fu presente al suo ingresso nel terz’Ordine, scrisse: “Per noi tutti fu la vera sorpresa e una vera ragione di stupefazione il vederlo chiuso nel raccoglimento della vestizione. Perché ero abituato a vederlo continuamente esplodere nel suo inarrivabile umore gaio, fu come improvvisamente immergersi dal giorno nel buio fitto della notte: fu, più che una sorpresa, un rovesciamento e come scorgere una natura segreta, tenacissima e nuova (Ib., p. 30).
Disse anche che era così puntuale nell’osservanza della regola che si sarebbe detto che tra lui e un frate domenicano c’era quest’unica differenza: che lui era nel mondo e i frati in convento.

7. Venendo alle domande finali ti raccomando due cose: la confessione sacramentale fatto in maniera regolare e frequente e il Santo Rosario quotidiano.
Vivendo così, come Pier Giorgio, avrai anche tu una spinta verso la santità.

Con l’augurio di una fortificazione sempre più grande nel tuo spirito, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo