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Quesito
Buongiorno Padre Bellon,
sono qui ” ancora” a scriverle, perché in altre circostanze le sue risposte sono state molto preziose…
Quindi mi ritrovo di nuovo qui per chiederle illuminazione sulla preghiera, in particolare sulla differenza tra pregare in latino o in italiano.
Le anticipo che mi capita di seguire spesso le catechesi di un sacerdote che prega molto in latino, dice il Rosario in latino, inizia le sue catechesi recitando la preghiera allo Spirito Santo in latino e così altre preghiere.
Ciò che però mi ha dato una forte scossa su questo tema è stato quando ho letto un’intervista di Padre Amorth della quale le mando il link (…).
Padre Amorth spiega che la traduzione del Padre Nostro non è propriamente corretta nella formula ” liberaci dal male”, in quanto dovrebbe essere “liberaci dal Maligno”
A questo punto le chiedo cosa pensa della preghiera in latino: ha secondo lei più valenza rispetto a quella in italiano?
Dopo aver letto quella intervista ho iniziato a recitare il Santo Rosario in latino proprio perché vorrei che fosse quanto più possibile fedele alla “Verità”
Cosa ne pensa?
La ringrazio in anticipo per la di disponibilità e la saluto con profonda stima.
Che Dio la benedica per tutto il suo operato.
Saluti.
Roberta
Risposta del sacerdote
Carissima,
1. il merito della preghiera è legato al fervore e alla carità.
Se la preghiera in latino suscita in te maggiore fervore, puoi pregare in latino.
Questo vale evidentemente per la preghiera personale o privata.
Perché quando preghiamo comunitariamente dobbiamo usare tutti la medesima lingua.
2. Circa le ultime parole del Padre nostro nella versione latina abbiamo: “libera nos a malo”.
Viene tradotto in italiano inequivocabilmente con “liberaci dal male”.
3. Nel testo greco, che è quello originale, troviamo la parolatou poneroù, che significa: maligno, malvagio, cattivo, pieno di peccato.
Evidentemente ci si riferisce al demonio.
La Bibbia di Gerusalemme traduce: “Liberaci dal maligno”.
La traduzione ecumenica della Bibbia dice che si può tradurre in tutte e due i modi: dal male, oppure dal maligno.
4. Tra i Santi Padri troviamo San Giovanni Crisostomo e San Gregorio Nisseno che optano per maligno.
Così anche non pochi commentatori moderni, tra cui la Bibbia di Gerusalemme, Ricciotti…
5. Ecco che cosa scrive San Giovanni Crisostomo: “Chiama qui maleil diavolo, ordinandoci di condurre contro di lui una guerra senza tregua.
Viene chiamato male per eccellenza o per antonomasia, per l’immensità della sua malvagità e perché, pur non avendo ricevuto offesa da noi, conduce contro di noi una guerra senza tregua.
Perciò non ha detto: liberaci dai mali, ma dal male, insegnandoci a non avere alcuna avversione nei confronti del prossimo per il male che soffriamo da parte sua, ma a spostare l’ostilità da questo a quello, in quanto causa di tutti mali”.
6. Venendo al tuo problema, la recita in latino sed libera nos a malo non fa pensare al diavolo, ma al male in generale.
Per far riferimento diretto al diavolo dovresti recitarlo in greco.
7. Credo che l’opzione migliore sia quella di continuare a dire: liberaci dal male, intendendo per male sia ogni male fisico che morale sia anche il maligno.
Abbiamo bisogno infatti di essere liberati sia da quelli che da questo.
Ti auguro ogni bene, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo