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Quesito

Caro Padre Angelo,
le scrivo per chiederle aiuto.
Circa un anno fa, in seguito alla lettura di un libro, mi sono riavvicinata alla fede cattolica. Dopo i primi mesi di grandissimo entusiasmo e serenità, sono caduta in una spirale di sensi di colpa e crisi di fede terribili che mi stanno prostrando moltissimo.
Non sento l’amore di Dio come Padre, ma piuttosto le Sue esigenze nei miei confronti, che non riesco a soddisfare. Per farla breve, il fatto è che mio marito ed io, dopo aver avuto un bambino, stiamo di nuovo usando il preservativo perché non vogliamo assolutamente averne altri. Siamo concordi in questo, anche se sappiamo di sbagliare, secondo la Chiesa. Quindi non possiamo nemmeno più confessarci e fare la Comunione.
Prima di riaccostarmi alla pratica religiosa odiavo il mondo (per meglio dire tutto quanto di malvagio vedevo nel mondo); adesso odio me stessa – ed è molto peggio.
Detto in breve: ho paura di finire all’Inferno, anche se non ho la sensazione di fare una cosa tanto terribile. Mi chiedo: ma davvero Dio mi condannerebbe per una cosa del genere? Eppure so che il parere della Chiesa in proposito è chiaro.
Prego comunque ogni giorno, o quasi, e cerco di comportarmi meglio che posso – nonostante la mia tristezza e la mia agitazione. Di fatto, non sono mai stata tanto infelice in tutta la mia vita.
Come posso fare per riacquistare serenità senza allontanarmi di nuovo da Gesù?
Come si fa per accrescere la propria fede? Si prega, probabilmente, affinché Dio la accresca, essendo la fede un dono, ed io prego, ma mi sembra che non ci siano miglioramenti.
Le auguro buon lavoro, la ringrazio per il suo aiuto e le chiedo di pregare per me, assicurandole nel contempo la mia preghiera per Lei.


Risposta del sacerdote

Carissima,
1. sono contento che ti sia riavvicinata a Cristo, luce della tua vita e della tua famiglia.
Senza di Lui la vita la vita non ha senso, è nelle tenebre.
Non pensare di esserti riavvicinata per volontà tua.
Era il Signore che metteva dentro di te il desiderio di Sé. E tu hai risposto alla sua chiamata.

2. Non è semplicemente la Chiesa che vieta la contraccezione nel matrimonio, è Dio stesso.
Questo divieto non è rivolto a togliere qualcosa ai suoi figli, ma a custodire il loro amore nella purezza.

3. I consigli che ti do sono due:
Il primo consiste nell’imparare i metodi naturali, soprattutto il Billings. Vedrai che tra il fare contraccezione ed esprimersi l’affetto come vuole il Signore c’è una differenza abissale.
Attraverso internet puoi trovare i centri a te più comodi.
In ogni caso puoi rivolgerti anche al consultorio per la famiglia che senz’altro ci sarà nella tua diocesi.

4. Il secondo consiglio: non lasciarti andare alla disperazione e alla paura di andare all’inferno.
Paolo VI ha detto ai coniugi che fanno contraccezione di “non scoraggiarsi e di ricorrere con umile perseveranza al sacramento della Confessione” (Humanae vitae 25) e poi all’Eucaristia.
La Chiesa è consapevole che talvolta i coniugi decidono di non aumentare il numero dei figli non per motivi di egoismo, ma per necessità.
Ed è ugualmente consapevole che per molti può essere difficile ricorrere ai metodi naturali di fertilità ed infertilità.

5. Per Pasqua presentati in confessionale e dì al sacerdote quello che hai detto a me. Ti darà l’assoluzione e così potrai fare Pasqua.
Capisco che tu dici: ma poi ricadrò di nuovo sicuramente…
Io ti dico: intanto lascia fare al Signore, il quale vuole che la tua Pasqua sia radiosa.
E poi chissà che per conservare lo stato di grazia voi non decidiate anche di fare qualche sforzo in più per conservare lo stato di unione col Signore, che senza dubbio è più consolante di qualsiasi altra consolazione umana!

Ti assicuro la mia preghiera perché tu possa sempre sentire il Signore vicino a te e alla tua famiglia.
Ti saluto e ti benedico.
Padre Angelo