Questo articolo è disponibile anche in:
Italiano
Quesito
Caro padre Angelo,
Fin da piccolo sono sempre stato una persona che si poneva mille domande, praticamente su ogni cosa, e questo tratto caratteriale permane ancora oggi, anche avendo 40 anni. Ho orientato i miei studi verso il lato scientifico delle cose, mi sono laureato in Biotecnologie, e forse questo può aver influenzato la mia linea di pensiero. Ad ogni modo da sempre ho avvertito la presenza di Dio nelle cose e nella vita e questa sensazione non è mai svanita.
Anche avendo attraversato dei periodi nei quali non ho seguito seriamente i suoi insegnamenti e non ho avuto una vita attiva da vero cristiano, ho sempre mantenuto un dialogo con lui, anche attraverso la preghiera. Da circa un anno comunque credo di aver sentito la sua chiamata, ho deciso di cambiare strada e sto cercando di seguire le sue leggi, provando a non offenderlo. Seguo sempre la Santa Messa, faccio del volontariato alla Caritas della mia città e sono entrato a far parte di un’arciconfratenita.
Arrivando al nocciolo della questione, tendo a pensare molto e continuo appunto a farmi domande, anche sull’esistenza di Dio, se egli sia come crediamo noi, su ciò che è avvenuto nel passato, etc. Talvolta mi sembra di essere come “separato”, ascoltando solo la logica si sviluppano dubbi di fede in me, se ciò che viene detto corrisponda alla verità. Anche tenendo conto che tra noi esseri umani esistono e sono esistiti bugiardi, quindi la storia potrebbe essere un po’ diversa da come la conosciamo. Pensando in maniera scientifica e logica trovo comunque dei segni di una mente superiore dietro al creato, basta osservare l’ordine della natura, che poi è una vera e propria opera d’arte.
“Pensando con il cuore” invece sento cose diverse, non tangibili ma che mi sembrano comunque presenti. Alcune volte avverto la presenza di Dio nelle cose, nei fiori e nelle foglie, nelle nuvole, in un ruscello, nel cinguettio degli animali e anche nelle stelle (le quali in questo periodo di mia maggiore devozione mi sembrano quasi più vicine). Inoltre nella mia visione personale di Dio ho sempre sentito una certa severità, come quella di un padre austero, ma che è al tempo stesso fonte di ogni forma di amore (ogni volta che ero innamorato di una ragazza ho sentito anche una forte presenza di Dio in quell’amore che provavo).
Caro padre Angelo, questa sorta di pensiero separato è normale? Leggendo qua e la mi sembra quasi di essere un po’ come San Tommaso, l’apostolo incredulo.
La ringrazio della sua utilissima rubrica, che reputo un vero e proprio faro di conoscenza, che disperde le tenebre dell’ignoranza.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. seguendo la logica, affiorano dubbi.
Ma se continui a seguire la logica, vale a dire se cerchi di comprendere e di approfondire, i dubbi svaniscono.
È questo il compito della teologia.
È un cammino che diventa sempre più luminoso.
2. Direi che tutto parte dalla logica: da quella per la quale si scorge una perfezione così grande nella natura e nel cosmo per cui si rimane abbagliati dalla grandezza di Dio.
Ed è questo il motivo per cui la Sacra Scrittura dice che coloro che dalle opere di Dio non ne riconoscono l’esistenza sono senza scusa (cfr Rm 1,20).
3. Dici che pensando con il cuore avverti la presenza di Dio nelle cose, nei fiori, nelle foglie, nelle nuvole, in un ruscello, nel cinguettio degli animali e nelle stelle …
Questo però non è semplicemente un pensare con il cuore. È un pensare con la mente perché tutto parla di Dio nel medesimo modo in cui un’opera d’arte parla del suo autore.
4. Anche dopo il peccato originale l’uomo ha conservato la capacità di contemplare le perfezioni invisibili di Dio.
La Sacra Scrittura dice che sono “davvero stolti per natura tutti quelli che vivono nell’ignoranza di Dio e dai beni visibili non riconoscono Colui che è, pur considerandone le opere, ma il fuoco, o il vento o l’aria sottile o la volta stellata o l’acqua impetuosa o i luminari del cielo considerano come dei, reggitori del mondo. Se stupiti per la loro bellezza li prendono per dei, pensino quanto è superiore il loro Signore, perché li ha creati lo stesso autore della bellezza. Se colpiti dalla loro potenza e attività, pensino quanto più potente è colui che li ha formati. Difatti dalla grandezza e bellezza delle creature, per analogia, si conosce l’autore” (Sap 13,1-5).
5. A contatto con le creature l’uomo è in grado di conoscere la potenza del loro autore: “perché egli parla e tutto è fatto, comanda e tutto esiste” (Sal 33,9); “con le parole del Signore sono state create tutte le sue opere” (Sir 42,15); “perché tu hai creato tutte le cose, per la tua volontà furono create e per tuo volere sussistono” (Ap 4,11).
6. Così pure è in grado di percepirne la sapienza: “Tutto hai fatto con sapienza” (Sal 104,24), “Dio dei padri e Signore di misericordia, che tutto hai creato con la tua parola, che con la tua sapienza hai formato l’uomo perché domini sulle creature da te fatte e governi il mondo con santità e giustizia” (Sap 9,1)
e la bontà: Dio infatti non aveva bisogno del mondo e delle creature; tutto ha creato perché fosse segno del suo infinito amore per l’uomo: “E Dio disse: facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza e domini sui pesci del mare sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra” (Gn 1,26); “Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi” (Sal 8,7).
7. Mediante il creato, Dio rivela le Sue perfezioni. Attraverso di esse fa sentire il fascino della sua gloria e sollecita l’uomo ad amarlo. Perché se grande è la perfezione rivelata dalle creature, immensamente più grande dev’essere la perfezione di Colui di cui tutte le creature sono partecipazione e pallidissima immagine. Dice il Siracide: “Quanto sono amabili le tue opere! E appena una scintilla se ne può osservare” (Sir 42,22).
Sant’Agostino, riflettendo sul valore di segno di questo mondo, disse: “E cielo e terra e tutte le creature in essi d’ogni parte mi dicono di amarti e non cessano di dirlo a tutti affinché “siano senza scusa” (Rm 1,20)” (Confessioni, X, 6, 8).
8. Per questo il poeta italiano Metastasio poteva dire: “Ovunque il guardo io giro immenso Dio ti vedo, nell’opre Tue ti ammiro, ti riconosco in me.
La terra, il mare, il cielo parlan del Tuo Potere, Tu sei presente in Tutto ma più lo sei in me”.
Con l’augurio di una serena e Santa Pasqua, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo