Questo articolo è disponibile anche in: Italiano

Quesito

Caro Padre Angelo,
È un pò di tempo che sto leggendo su internet riguardo alla spiritualità domenicana. Padre cosa vuol dire essere domenicano? Come si riconosce la vocazione domenicana? Confido in una sua esauriente risposta.
La ringrazio con tutto il cuore e mi scuso per il tempo che le ho rubato.
Distinti saluti
Michele

 

 


Risposta del sacerdote

Caro Michele,
traggo dal libro delle Costituzioni e delle ordinazioni del nostro Ordine la fisionomia del domenicano.

1. Il domenicano è una persona “totalmente dedicata all’annuncio della parola di Dio in tutte le sue forme” (Costituzione fondamentale, § 3)
Inoltre è una persona “desiderosa di attendere alla propria e all’altrui salvezza” e “vivendo in maniera evangelica, seguendo le orme del Salvatore parla con Dio o di Dio al prossimo” (Costituzione fondamentale, § 2).
In queste due affermazioni è racchiuso il fine dell’Ordine.

2. Questo fine viene perseguito attraverso quattro vie:
la vita comune nell’osservanza dei consigli evangelici (povertà, castità e obbedienza);
la celebrazione comune della liturgia, specialmente dell’Eucaristia, dell’Ufficio divino (la liturgia delle ore) e nell’orazione privata;
lo studio;
le osservanze della regola, principalmente il silenzio, l’abito religioso, uno spazio riservato ai religiosi (il claustrum) e le opere penitenziali.

3. Queste 4 vie sono necessarie per la predicazione e la salvezza delle anime  perché queste attività richiedono anzitutto la testimonianza della vita, vissuta nella sua radicalità evangelica (ecco il significato della vita comune nella sequela dei consigli evangelici).
San Tommaso dice che “nessuno deve assumere l’ufficio della predicazione prima di essersi purificato e perfezionato nella virtù, come si legge anche di Cristo che "cominciò a fare e a insegnare" (At 1,1)”.
E ancora: “Bisogna darsi alla predicazione solo dopo aver soggiogato la propria carne, secondo le parole: Tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù perché non succeda che dopo aver predicato agli altri io stesso venga squalificato (1 Cor 9,27)” (Somma teologica, III, 41, 3, ad 1).

4. Inoltre l’obiettivo della predicazione e della salvezza delle anime viene perseguito attraverso la preghiera liturgica per mezzo della quale si prega a nome della Chiesa e per tutta la Chiesa (potrei dire: a nome delle anime e per le anime).
La salvezza delle anime si attua anzitutto pregando per loro, facendo precedere la predicazione dalla preghiera.
Oltre la preghiera liturgica vi è l’orazione personale: qui per orazione non s’intende semplicemente la preghiera, ma la contemplazione, per la quale si sta uniti al Signore, si tiene lo sguardo fisso su di lui, si ascolta la sua parola, ci si dona a Cristo, si sta uniti alla sua preghiera e agli eventi della sua vita.
Questa contemplazione è uno degli aspetti caratteristici dell’Ordine di San Domenico.
San Tommaso dice che nella contemplazione “l’amore dello Spirito Santo fa irruzione nell’anima come un torrente impetuoso, perché la sua volontà è così efficace che nessuno può resistergli; non si trattiene un torrente. Gli uomini spirituali sono inebriati di delizie perché tengono la loro bocca aderente alla sorgente della vita” (In Ps. 35,9 volgata) e che il “il suo godimento sorpassa qualsiasi gioia umana” (Somma teologica, II-II, 180, 7) e per questo essa è “un certo inizio della beatitudine del cielo” (Ib., II-II, 180, 4).
Sono convinto che quando San Tommaso scriveva questa cose rendeva pubblicamente testimonianza della sua personale esperienza.

5. La predicazione necessita di uomini preparati.
Di qui la necessità dello studio, che accompagna sempre come una caratteristica la vita del domenicano.
San Domenico in qualche modo ha applicato al suo Ordine il motto benedettino “ora et labora”, sostituendo al labora lo studio e la lettura, proprio perché lo studio è consono a persone che sono chiamate a vita apostolica, e non semplicemente a vita monastica.
Il domenicano cerca di rendere solida la fede, portando le ragioni della nostra speranza, come dice San Pietro (1 Pt 3,15).

6. La quarta via per la quale si persegue la predicazione e la salvezza delle anime è l’osservanza regolare che “aiuta nel proposito di seguire Cristo più da vicino e mette nella condizione di praticare in modo più efficace la vita apostolica” (Costituzioni, n. 39).
L’osservanza regolare, che compendia i tre punti precedenti, necessita di alcune osservanze che giovano per vivere più fedelmente la vita apostolica.
Sono essenzialmente quattro: il claustrum (luogo riservato solo ai religiosi), il silenzio, l’abito e le opere di penitenza (Costituzioni, n. 40).

7. Il claustrum serve per “attendere meglio alla contemplazione, allo studio e per accrescere l’intimità di famiglia” (Costituzioni, n. 41).

8. Del silenzio si afferma che “è la salvaguarda di tutta l’osservanza e giova specialmente alla vita interiore, alla pace, all’orazione, allo studio della verità e alla genuinità della predicazione” (Costituzioni, n. 46).

9. “L’abito è segno della nostra consacrazione” (Costituzioni, n. 51).

10. Le opere di penitenza stanno a dire che “i domenicani, più di tutti gli altri fedeli, sono tenuti a rinnegare se stessi, a prendere su di sé la propria croce e a manifestare ovunque, nel corpo e nell’anima, la morte di Gesù per meritare per sé e per gli altri la gloria della risurrezione” (Costituzioni, n. 52).

11. Infine mi chiedi come si riconosce la vocazione domenicana.
La risposta è semplice: nel sentirsi attratti, nel sentire che le proprie inclinazioni trovano corrispondenza in quello che l’Ordine è e in quello che l’Ordine offre.
In una parola consiste nel sentire che gli obiettivi e i mezzi proposti dall’Ordine corrispondono pienamente all’ansia apostolica che il Signore ci ha ispirato e mettono a profitto i talenti personali che ci sono stati donati per attendere alla nostra salvezza personale e a quella altrui.

12. Mi auguro che tu ti sia ritrovato pienamente in quest’esposizione del carisma di San Domenico, che è un carisma preziosissimo donato alla Chiesa e al mondo “per mezzo di Maria”, come direbbe Santa Caterina da Siena.

Ti assicuro anche per questo la mia preghiera e ti benedico.
Padre Angelo