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Quesito
Caro Padre Angelo,
Il mio fatto é questo. Convivo da pochi mesi con la mia ragazza. Abbiamo rapporti prematrimoniali. Dentro di me sento il bisogno di avvicinarmi e rimanere nell’amicizia di Dio. Conosco cosa dice il catechismo della chiesa cattolica. E condivido tutto perché riconosco che questo tutto ha un senso e una logica pensata x il bene umano. Il mio desiderio é avere una famiglia cristiana dove tutto testimoni la bellezza di Cristo… tante volte mi commuovo ascoltando anche occasionalmente le parole di Cristo. E tante volte mi sento inadeguato nel non riuscire a rispondere a questo amore. In tutto questo la mia ragazza non condivide la fede cristiana. Anzi crede che x un rapporto basti l amore nella e della coppia. Condivide l omosessualità essendo i suoi migliori amici omosessuali (io non ho nulla contro di loro ma non ammetto che si dica che è normale, non voglio che i miei figli nascano con questo pensiero), ammette la possibilità del matrimonio omo e l adozione di questi dei figli. X me questo pensiero é aberrante. Spaventoso. Vorrei che si avvicinasse a Cristo ma non vedo molte possibilità. Questo preclude un futuro insieme e x me questo è fonte di sofferenza. Cosa posso fare? Grazie
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. purtroppo è passato molto tempo da quando mi hai scritto.
Le cose nel frattempo si saranno probabilmente evolute verso un duplice esito: o vi siete lasciati e avete concluso la convivenza, oppure lei si è avvicinata a Cristo.
Ma se questa seconda ipotesi non si è verificata, da te stesso concludi che è motivo di perenne sofferenza e che non potete stare insieme.
2. Devo dire purtroppo che è stato un grave errore andare a convivere.
Prima di andare a stare insieme sotto il profilo materiale è necessario abitare insieme sotto il profilo spirituale.
Ora l’intesa spirituale non si costruisce da un momento all’altro. È necessario conoscersi, affinarsi, superare le proprie asprezze, le proprie concupiscenze.
E questo è tutto quello che molto spesso si evita di fare quando si decide di andare a convivere.
3. La decisione di andare a convivere è stata favorita purtroppo dall’esperienza sessuale prematrimoniale.
Chi è casto, ci tiene a giungere casto al matrimonio.
Soprattutto le ragazze che vivono nella purezza non vogliono gettare via il sigillo della verginità.
La sentono come un bene preziosissimo che merita di essere custodito e donato solo a chi promette davanti a Dio di vivere con loro e per loro.
Quale segno di fedeltà portano al loro sposo quando si sono messe nelle braccia di tanti?
Lo stesso discorso evidentemente vale anche per i maschi, sebbene per loro non ci sia il segno fisico della verginità.
4. Di recente mi ha scritto un visitatore, che asseriva di avere rapporti sessuali con la sua ragazza, atea e che si dichiarava a favore dei matrimoni omosessuali, eccetera, eccetera.
E concludeva: mai vorrò che questa ragazza diventi la madre dei miei figli.
È il minimo che poteva dire, anche se la sua condotta non era intemerata.
In cuor suo di fatto non l’amava, anzi, la disprezzava.
C’è da chiedersi: perché la tiene? La risposta è breve e ognuno la può immaginare, ma dice tutto. Per usare un eufemismo, si può dire che la tiene per passatempo.
Questo è sbagliato. È un peccato che non lo costruisce interiormente, ma lo blocca e lo distrugge.
Ma almeno non convive.
Nella convivenza c’è il rischio di trascinarsi insieme solo per non vanificare tante energie anche economiche che vi si sono profuse.
5. Ma il trascinarsi insieme solo per non vanificare le energie profuse non è un bene così grande da meritare di vivere da infelici. Prima o poi tutto scoppia.
Allora il consiglio che ti do è questo: se la tua ragzza non si è avvicinata a Dio, è meglio che tu le dica subito che non puoi costruire una vita cristiana insieme con lei. E che per te vivere la vita cristiana con la sposa e con i figli è il bene preminente nel matrimonio.
6. È meglio lasciarsi così, senza giungere a tanti bisticci che amareggiano la vita.
È più onesto dire: abbiamo sbagliato a investire nella convivenza.
Facciamo un passo indietro, non siamo fatti l’uno per l’altro.
7. Dispiace che in questa situazione non puoi fruire della grazia dei Sacramenti, della confessione e della Santa Comunione.
La convivenza prematrimoniale non è un bene così alto da richiedere questo sacrificio. Anzi, anche sotto questo aspetto è un male.
Prega perché il Signore ti dia lume, ti dia forza e ti dia coerenza.
Ti assicuro il mio sostegno con la preghiera e ti benedico.
Padre Angelo