Questo articolo è disponibile anche in: Italiano

Quesito

Gentile Padre Angelo,
sono una ragazza di 22 anni e Le scrivo per esporLe un dubbio che da tempo mi angustia: a causa di un problema di salute, non grave in sé ma congenito e che purtroppo mi accompagnerà per tutta la vita, sono costretta ad assumere un farmaco che in caso di gravidanza potrebbe causare gravi malformazioni nel feto. L’assunzione non presenta altre controindicazioni, tuttavia lo specialista che mi ha in cura mostra numerosi scrupoli nel prescrivermi tale farmaco, se non accompagnato dalla pillola anticoncezionale (atteggiamento comprensibile, dal momento che in caso di gravidanza e in presenza di malformazioni del bambino, il suo comportamento potrebbe essere addirittura perseguibile dalla legge qualora io procedessi ad una denuncia nei suoi confronti).
Sebbene per il momento, non avendo mai avuto rapporti sessuali e non avendo alcun legame affettivo, il problema non si ponga a breve termine, sorgono spontanee le domande riguardo al comportamento che dovrò tenere in futuro nella vita matrimoniale: comprenderà infatti che il metodo Billings costituisce una garanzia del tutto insufficiente, considerando oltretutto che il mio ciclo è molto irregolare. Le eventuali gravidanze dovranno inoltre essere pianificate con largo anticipo, poiché per evitare ogni rischio per il nascituro l’assunzione del farmaco dovrà essere sospesa almeno un anno prima del concepimento.
Le sarei grata se potessi conoscere la posizione della Chiesa rispetto a una condizione di questo tipo e sapere se vi siano delle soluzioni un po’ meno drastiche rispetto all’astinenza completa dai rapporti coniugali. Credo risulti evidente che quest’ultima ipotesi richiederebbe una forza di volontà che temo trascenda le capacità di qualsiasi coppia di sposi.
Spero che Lei possa rispondermi e rassicurarmi con un Suo consiglio e La ringrazio di cuore per l’attenzione che vorrà concedermi.
C.


Risposta del sacerdote

Carissima C.,
1. il tuo problema è analogo a quello di chi è trasmettitore di handicap.
Solo che questi lo è per natura, mentre tu lo diventi a causa dei farmaci che ti vengono dati.

2. La pillola contraccettiva costituisce una corruzione del vero significato dell’atto coniugale. Non matura mai l’autentico amore perché i coniugi non si donano in totalità, oltre al fatto di essere causa di tanti mali sia fisici che morali.
E non può essere diversamente perché, sebbene in un caso come il tuo verrebbe assunta per una finalità buona, il mezzo in quanto tale sovverte il disegno di Dio.

3. L’irregolarità del ciclo, per quanto grave, non è un motivo sufficiente per rendere lecito ciò che è intrinsecamente illecito e contrario al volere di Dio.

4. L’uso della pillola contraccettiva è tollerato solo quando viene assunta per una finalità terapeutica. In questo caso non la si prende perché è contraccettiva, ma per curare una malattia. L’effetto contraccettivo qui non è voluto, ma subito.

5. Mi chiedi quale sia la dottrina della Chiesa in un problema come il tuo.
In poche parole il pensiero della Chiesa può essere riassunta nelle seguenti due affermazioni di Giovanni Paolo II:
– nella contraccezione “gli sposi si attribuiscono un potere che appartiene solo a Dio: il potere di decidere in ultima istanza la venuta all’esistenza di una persona umana. Si attribuiscono la qualifica di essere non i co-operatori del potere creativo di Dio, ma i depositari ultimi della sorgente della vita umana. In questa prospettiva la contraccezione è da giudicare oggettivamente così profondamente illecita da non potere mai, per nessuna ragione, essere giustificata. Pensare o dire il contrario, equivale a ritenere che nella vita umana si possano dare situazioni nelle quali sia lecito non riconoscere Dio come Dio” (17.9.1983).
– “i precetti morali negativi, cioè quelli che proibiscono alcuni atti o comportamenti concreti come intrinsecamente cattivi, non ammettono alcuna legittima eccezione” (Veritatis splendor 67).

6. Intanto c’è da sperare che per la tua malattia si possano trovare altri farmaci che non vadano ad alterare il genuino significato dell’atto coniugale. Dispiace che al tuo medico questo fatto non interessi più di tanto, così come non gli sembrano interessare gli effetti nefasti causati dalla pillola sulla tua salute.

7. Nell’eventualità di un tuo matrimonio potrai far uso di qualche farmaco che regoli il ciclo. “Regoli” non significa “sospenda” o “neutralizzi”. Diversamente non sarebbe un trattamento terapeutico, ma alterativo.

Come vedi, ho cercato di dirti tutta la verità, senza accomodamenti che in definitiva non lasciano pienamente soddisfatti.
Solo la verità, solo la fedeltà al progetto di Dio è liberante e appaga fino in fondo senza rimpianti.

Ti ringrazio per la fiducia. Ti porgo i migliori auguri per il tuo futuro.
Ti assicuro un ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo