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Quesito
Caro Padre Angelo,
vorrei sapere quando e come è nata la pratica della Comunione Spirituale.
Vorrei inoltre sapere:
1) se si può fare anche se si è in peccato mortale, come "viatico" in attesa di riconciliarsi con Dio
2) se si può fare un numero illimitato di volte durante la giornata
3) se si può fare anche in mezzo alla gente o svolgendo altre attività, sempre che si riesca ad avere un proprio raccoglimento interiore
4) se vi sono particolari disposizioni da osservare nel farla.
La ringrazio in anticipo per la Sua risposta e per questa rubrica che è una vera benedizione del Signore.
Giulia
Risposta del sacerdote
Cara Giulia,
1. la Comunione spirituale che unisce l’anima a Dio, anzi alle tre Persone divine, è venuta fuori con la promessa del Signore: “Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui” (Gv 14,21) e “se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (Gv 14,23).
Gli Apostoli hanno inteso che davvero ci si poteva unire personalmente al Signore dall’interno del proprio cuore. Perciò san Pietro scriveva: “adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori” (1 Pt 3,15).
Ma nel Medio evo è gia affermato il convincimento che il Signore quando viene in noi sacramentalmente, appena svanita la sua presenza corporale col venir meno delle sacre specie, vi rimane con la propria anima. Ne parla esplicitamente san Bonaventura.
Il Concilio di Trento parla esplicitamente della Comunione spirituale.
Allora fare la Comunione spirituale non significa soltanto essere uniti alle tre Persone divine, ma anche essere uniti all’anima di Gesù, che è una componente essenziale della sua umanità.
Fare la Comunione spirituale significa ravvivare la presenza di Gesù e renderlo operante nel medesimo modo in cui lo è nella Comunione sacramentale.
2. Mi chiedi se si possa fare la Comunione spirituale in peccato mortale.
Per goderne tutti i frutti, è necessario essere in grazia di Dio. Il proposito di andarsi a confessare, unito al pentimento dei peccati commessi, può essere già un segno che la grazia di Dio ci ha raggiunti, sebbene non si sia ancora fatta la confessione sacramentale.
In ogni caso, non è mai sbagliato farla. Il Signore vede il desiderio dell’anima.
3. La Comunione spirituale può essere fatta ovunque, anche se per godere frutti più abbondanti è necessario un certo raccoglimento e stabilire una vera comunione di pensieri e di affetti col Signore.
È vero che si può fare anche in un istante e quante volte si vuole, ma in ogni caso deve essere vera Comunione, vale a dire fusione del nostro io con suo, dei nostri pensieri e dei nostri affetti con i suoi. Deve essere un momento santificante e non un fatto magico.
Ottimo metodo di fare la Comunione spirituale è quello di unirla all’ascolto della Parola del Signore, e cioè nella meditazione. Ma nella meditazione e soprattutto nella contemplazione si attua la Comunione spirituale senza esprimere delle formule particolari. La si vive senza pensare di porre l’atto.
Molti fanno la Comunione spirituale quando ricevono la benedizione eucaristica.
Ti ringrazio, ti saluto, ti accompagno con la preghiera e ti benedico.
Padre Angelo.