Questo articolo è disponibile anche in: Italiano
Quesito
Caro Padre Angelo,
mi chiamo …., ho 17 anni e vivo a …. Porgo con anticipo le mie scuse se nel testo dovessero apparire errori grammaticali ma spero nella comprensione del testo.
Ho avuto seri problemi religiosi nella mia vita che mi hanno portato a fare cose di cui mi pento.
Ho avuto due ragazze entrambe più o meno della mia stessa età e le relazioni durarono più o meno un anno. Con entrambe relazioni non ho resistito alla tentazione e ho avuto con entrambe rapporti sessuali.
Essendo cristiano sapevo che ciò non fosse lecito.
Prima di avere una relazione con la seconda ragazza confessai il fatto perchè sapevo di essere in peccato mortale. Dopo qualche mese incominciai una nuova relazione con un’altra ragazza.
Purtroppo quello fu anche il periodo nel quale ebbi la mia grande crisi di fede. Non sapevo perchè, senza motivo non cominciavo più a recitare il rosario e a frequentare la S. Messa di domenica.
La mia famiglia è molto cristiana… Quindi sin dalla mia infanzia andavo a Messa tutti giorni (feriali e festivi) e facevo pure il chierichetto presso la mia parrocchia.
Dunque la mia religiosità ebbe fine e provavo un’antipatia verso la messa, i preti, il papa e la religione stessa.
Purtroppo ciò creò molta tristezza a mia madre e a mio padre che al posto di vedermi pregare mi videro bestemmiare.
Perdendo la mia fede per me era come avere accesso a tutte le cose che la chiesa proibiva, quindi dicevo molte parole volgari e non raramente anche bestemmie, Cominciai a vedere sempre più spesso video con contenuti sessuali, e ciò divenne una droga. Per me era come recuperare le cose che i ragazzi della mia stessa età gia facevano. Ovviamente ora sono consapevole di avere solo recuperato peccati che prima mi ero risparmiato.
Dunque i giorni passarono ed incontrai la mia seconda ragazza, e dopo qualche mese ebbi di nuovo rapporti sessuali. Ora sono consapevole di avere causato dolore a Gesù e sicuramente anche alla Madonna, ma allora non ci pensavo perchè la fede era l’ultimo mio pensiero. Mettevo la relazione e la mia ragazza al primo posto. Purtroppo la cosa divenne sempre più comune e la relazione consisteva solo nell’avere dei rapporti sessuali. La cosa divenne una droga. Non vi era più sentimento ma solo piacere.
Arrivai a tanto che un giorno le chiesi di provare qualcosa di nuovo ad esempio la pillola. Ovviamente ci sono molti effetti collaterali come la causa di tumore oppure la trombosi che può dare causa ad un’embolia, insomma la lista è lunga. La accompagnai da una ginecologa che subito le prescrisse la pillola. Dopo una settimana potevamo avere rapporti sessuali senza l’uso del preservativo, così fu detto dalla ginecologa.
Dopo qualche settimana cominciarono anche le litigate per questioni poco rilevanti e così insomma lei fece fine alla relazione.
Io in precedente l’avevo già perdonata perchè mi aveva già lasciato 2 volte e tradito con 12 ragazzi.
Dunque lei si potrebbe chiedere perchè io non ho cercato un’altra ragazza ma il fatto è che avevo posto fine io alla prima relazione con la mia prima ragazza e avevo riprovato a tornarci insieme ma senza successo.
Sapevo cosa significava volere ricevere una seconda possibilitá.
Poi sicuramente anche per riavere rapporti sessuali. Forse comincio a pensare che allora i miei rapporti sessuali andavano a coprire oppure oso dire sostituire la mia fede e il rapporto spirituale con Dio.
Due mesi dopo la fine della relazione provai a partecipare nuovamente alla S. Messa e incominciai a pregare il rosario da solo e senza farmi notare dalla famiglia, perchè mi vergognai per tutto il dispiacere che avevo procurato.
Voglio migliorare e ritornare in pace con la fede e con Dio.
Vorrei chiederle, padre, sperando che lei abbia capito qualcosa dalla mia storia forse anche molto confusa cosa io possa fare per riconciliarmi con Dio e forse anche per la prossima relazione.
Grazie per la disponibilità e spero ad una risposta.
Cordiali saluti da …
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. la tua storia di allontanamento dal Signore e di ritorno mi ha fatto pensare a quella del figliol prodigo.
Ad un certo momento hai cominciato ad allontanarti dal Signore non per motivi teorici, ma semplicemente perché i peccati carnali, senza che tu te ne accorgessi, avevano spento poco per volta il gusto delle cose di Dio.
Quando poi questi peccati sono diventati per te come una droga di cui non potevi farne a meno, ne eri assorbito al punto che non solo non sentivi il gusto delle cose di Dio, ma hai cominciato a provarne avversione.
Questa è stata la tua storia ed è purtroppo la storia di molti – giovani, adulti e anziani – che hanno percorso la tua stessa strada.
2. L’avversione a Dio non nasce generalmente solo dai nostri pensieri, da crisi di ordine morale.
Gesù su questo punto ha voluto richiamarci in maniera molto chiara dicendo: “La luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate” (Gv 3,19-20).
San Tommaso commenta: “Gesù afferma dunque: «Essi non preferirono la luce, perché le loro opere erano malvagie». E ciò è evidente, «perché chiunque fa il male odia la luce». Non dice «chi ha fatto», ma «chi fa» il male: perché se uno ha fatto il male, ma ne è pentito, riconosce di aver fatto male e se ne addolora, non odia la luce, ma viene alla luce. Invece «chiunque fa il male», ossia persevera nel male, e non ne prova dolore, non viene alla luce, ma la odia: non già in quanto essa manifesta la verità, bensì in quanto mette a nudo il peccato dell’uomo.
Infatti il malvagio ama conoscere la luce e la verità, però odia di essere scoperto da essa; secondo la descrizione che Giobbe fa dei malviventi: «L’alba è per loro come spettro di morte…» (Gb 24, 17). Ecco perché il miscredente «non viene alla luce: perché non siano svela te le sue opere». Nessun uomo infatti, che non intende abbandonare il male, sopporta di essere ripreso; ma fugge e odia la riprensione. «Essi odiano chi ammonisce alla porta…» (Am 5, 10); «Lo spavaldo non vuoi essere corretto» (Pr 15, 12).
3. Ho voluto postare questo commento di San Tommaso perché non si continui a dire che se molti non frequentano più i sacramenti o sono diventati agnostici o atei è per colpa della Chiesa.
No, sono le proprie colpe continuate e poi giustificate – soprattutto nell’ambito della sessualità – che ottenebrano la mente.
Le crisi di fede sono precedute in genere da crisi di ordine morale.
4. Per grazia di Dio – nonostante che tu avessi già toccato il fondo e avessi acquisito una dipendenza dal male – è successo che dopo essere stato rifiutato dalla ragazza alla quale tanto ci tenevi, ti sei sentito povero e triste.
Come il figliol prodigo allora sei rientrato in te stesso e hai cominciato a riscoprire la presenza di Dio, ad aver bisogno di pregare.
Nella partecipazione alla Messa e nella recita del Santo Rosario hai ricominciato a dissetare e a nutrire la tua anima.
Quando la tua anima era tutta malata e come morta non sentiva fame o sete di queste realtà.
Adesso, eliminato il peccato, la tua anima si sta sanando e comincia ad aver di nuovo appetito di ciò che la sazia e la disseta in profondità.
Un processo analogo lo osserviamo anche in certi malati gravi. Quando ricominciano ad aver appetito sono sulla via di un progressivo miglioramento.
5. Che cosa ti consiglio di fare?
La prima cosa è la confessione sacramentale, se non l’avessi ancora fatta.
Ma questa confessione prendila come una strada obbligata per la quale passerà la tua vita cristiana.
La celebrazione del sacramento della confessione è un momento di purificazione, di refrigerio, di consolidamento, di risurrezione e di vita.
Non è una costrizione, ma un bisogno interiore per chi vuole essere spiritualmente sano.
Prenditi un sacerdote di fiducia e da lui confessati quindicinalmente, o meglio ancora, settimanalmente.
Toccherai con mano i grandi benefici che ti vengono da questo straordinario incontro con Cristo Redentore.
6. Ti esorto a continuare col Santo Rosario. Questa recita sia quotidiana.
Anzi, ti raccomando di portare sempre con te in tasca la corona del Rosario.
Coma ho avuto occasione di ricordare molte volte, la corona benedetta del Rosario comunica a chi la porta tre grazie: una crescente attrazione verso Dio, difesa sempre e ovunque dai nemici visibili e invisibili, garanzia che al termine dei tuoi giorni sarà la beata Vergine a presentarti al tribunale di Dio.
7. Ti raccomando di sviluppare la virtù della purezza nel convincimento che questa virtù conferisce in maniera straordinaria a conservare la presenza di Dio dentro di te. Infatti insieme con lei vengono dati tutti gli altri beni (Sap 7,11).
Quando reciti il Rosario, non dimenticare di chiederea, fra le altre grazie, la purezza per te e per i tuoi amici.
In particolare chiedi di poter incontrare un giorno, quando Dio vorrà, una ragazza che sia animata dai medesimi principi cristiani er incamminarti insieme con lei e con la famiglia che formerai in un itinerario di santità.
8. Se puoi, partecipa alla S. Messa anche al di là della domenica, o comunque visita Gesù presente nel sacramento.
Il Santo Curato d’Ars diceva che quando noi entriamo in Chiesa e con l’acqua benedetta facciamo il segno di croce e ci inginocchiamo, in quel momento Gesù dischiude la porticina del tabernacolo e ci benedice.
Vai dunque a ricevere spesso per tutte le tue necessità queste benedizioni che sono sempre efficaci e potenti.
Mi fermo qui, per ora.
Intanto sono contento di benedirti anch’io e ti assicuro un ricordo nella preghiera.
Padre Angelo