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Quesito

Caro Padre Angelo,
finalmente uno sito cattolico di una certa rilevanza complimenti.
Mi chiamo Luigi, e mi definisco un cattolico sofferente prima perché peccatore e poi perché sento nel cuore che la Liturgia Eucaristica attuale sminuisce il valore di questo grandissimo dono che il Signore ci ha fatto. Chiedo alcuni chiarimenti su cose che mi danno molto fastidio durante la Messa.
Parto dall’entrata in Chiesa:
nessuno più genuflette e si inginocchia per una breve adorazione a Gesù Eucaristia,
iniziata la celebrazione all’atto penitenziale non si ha il tempo di chiedere perdono a Dio e di invocare la sua misericordia perché subito il coro con pianole e chitarre parte con il Signore pietà etc,
poi al momento delle letture si alzano due lettori (che di solito non sono persone addette al lettorato ed ogni tanto ci scappa anche qualche divorziato) insieme prima che il Sacerdote finisca la preghiera di Colletta e vanno verso l’ambone dopo aver fatto l’inchino, che personalmente non ho mai capito se va fatto al Sacerdote o al Tabernacolo e se è corretto che si vada in due.
Perché il Salmo non viene cantato da un salmista invece di essere letto dal primo lettore?
perché non ci si alza siede ed inginocchia tutti insieme e nei momenti giusti,
perché durante la preghiera del Padre nostro molti su esempio del Sacerdote si prendono per mano,
perché spesso il sacerdote parla di mensa come se fossimo al ristorante,
perché diciamo non sono degno di partecipare alla tua mensa invece di dire come si diceva prima della riforma liturgica le parole evangeliche del centurione Signore non sono degno che venga sotto il mio tetto ma di soltanto una parola e la mia anima sarà guarita.
Poi arriva il momento della Comunione, il più sofferente, molti fanno la Comunione senza confessarsi chissà da quanto,
ogni tanto anche qualche divorziato, anzi addirittura un mio parente che vive con una divorziata mi ha detto che il sacerdote gli ha detto che può fare la comunione,
a volte il sacerdote rimprovera quelli che non la fanno e di non preoccuparsi se sono in peccato tanto si possono confessare dopo
e poi arriviamo alla fine dopo la benedizione sembra di essere al mercato in piazza,
già prima che il Ministro lasci il Presbiterio,
nessuno di quelli che fa la comunione poi si ferma qualche minuto per ringraziare Dio del dono ricevuto.
Tutta questa superficialità venuta dopo la cattiva interpretazione del Concilio Vaticano II non sminuisce la celebrazione del Sacrificio Eucaristico che è il Sacrificio della Croce perpetuo?
Mi illumini Padre e mi indichi come con carità io possa migliorare quanto sopra descritto, con stima Luigi.
Che l’Immacolata vegli sul suo cammino.


Risposta del sacerdote

Caro Luigi,
1. i rilievi che fai notare non toccano di per sé la Liturgia eucaristica riformata da Paolo VI, ma la sua celebrazione.
Giustamente, al termine della tua e-mail, parli di superficialità venuta in seguito alla cattiva interpretazione del Concilio Vaticano II. Questa cattiva interpretazione non aiuta a comprendere che l’Eucaristia è essenzialmente la perpetuazione del Sacrificio della Croce sui nostri altari.
San Paolo è molto chiaro in proposito: “Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga” (1 Cor 11,26).
Gli fa eco la nostra liturgia quando invita i fedeli a proclamare: “Annunciamo la tua morte Signore…”.

2. In ogni caso tu non lasciarti sopraffare da quanto ti può provocare disagio. Vai alla sostanza.
Ricorda quello che la Messa è in se stessa. Tieni lo sguardo sempre fisso su di Lui, come facevano gli abitanti di Cafarnao nella loro sinagoga quando Gesù vi entrò e commentò un passo di Isaia (Lc 4,20).
Se c’è questo atteggiamento interiore niente ti disturba.
E se tante cose vengono mal fatte, capirai che Cristo è disprezzato e maltrattato nel suo sacrificio oggi sui nostri altari, come lo fu un giorno sull’altare della croce. E allora col tuo personale sacrifico ti unirai più intimamente a quello ben più prezioso di Cristo per la redenzione del mondo.

Ti assicuro un ricordo nella preghiera e ti benedico.
Padre Angelo