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Quesito

Buongiorno padre.
Lei scrive che Gesù ebbe solo tre tentazioni esterne, e sicuramente anche sua madre Maria ha avuto le stesse medesime prove, mentre invece Luca nel suo vangelo afferma che Satana esaurì ogni genere di tentazione. Poi lo lasciò in pace.. per ritornare poi al momento stabilito.
Che vuol dire ogni genere di tentazione se loro due non avevano concupiscenza della carne?
Grazie mille 
Daniela 


Risposta del sacerdote

Cara Daniela,
1. non sono io che scrivo che Gesù ebbe solo le tentazioni esterne, ma San Tommaso.
Né ho scritto che Gesù ebbe “solo tre tentazioni esterne”, ma che ebbe solo quelle che derivano dagli altri e dal demonio.

2. Non poteva sfuggire a San Tommaso, che è un gigante in teologia, l’obiezione che si poggia sulle parole della Scrittura e che non sono sfuggite neanche a te: “Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato” (Lc 4,13).
Risponde con una precisazione della Sacra Scrittura in cui viene detto che “Cristo fu provato (e quindi anche tentato) in ogni cosa a somiglianza di noi, escluso il peccato” (Eb 4,15).
Allora “ogni genere di tentazione” ma con l’esclusione del peccato.

3. Ed ecco come argomenta: “Ora, la tentazione che proviene dal nemico può essere senza peccato, perché di suo consiste in una pura suggestione esteriore. Invece la tentazione della carne non può essere senza peccato, perché essa deriva dal piacere e dalla concupiscenza; e a detta di S. Agostino, “c’è sempre qualcosa di peccaminoso quando la carne ha voglie contrarie a quelle dello spirito”. Ecco perché Cristo volle essere tentato dal nemico, ma non dalla carne” (Somma teologica, III, 41, 1, ad 3).

4. Rifacendosi a quanto si legge in Eb 4,15 “Cristo fu provato in ogni cosa a somiglianza di noi, escluso il peccato” San Tommaso dice che non volle essere tentato in questo campo.
Ecco le sue precise parole: “La tentazione che proviene dal nemico può essere senza peccato, poiché di per sé consiste in una pura suggestione esteriore.
Invece la tentazione della carne non può essere senza peccato, poiché deriva dal piacere e dalla concupiscenza; e al dire di Sant’Agostino «c’è sempre qualcosa di peccaminoso quando la carne ha voglie contrarie a quelle dello spirito» (De civitate Dei 19,4). Così dunque Cristo volle essere tentato dal nemico, ma non dalla carne” (Somma teologica, III, 41, 1, ad 3).

 5. Ugualmente commentando la lettera agli Ebrei 4,15 scrive: “Ora c’è una triplice tentazione.
Una che dipende dalla carne, quando cioè la carne concupisce contro lo spirito come si dice in Galati 5,17. E questa non è senza peccato perché, come dice Agostino, c’è qualche peccato quando la carne concupisce contro lo spirito, poiché sta in questo la concupiscenza della carne. Ma questo non c’è e per questo ha detto: escluso il peccato, cioè escluso qualsiasi minimo movimento di peccato.
Infatti San Pietro dice egli non commise peccato e non si trovò inganno nella sua bocca” (1 Pt 2,22). E per questo viene detto “Agnello di Dio” (Gv 1,29)”.

 6. Inoltre, l’espressione “dopo aver esaurito ogni tentazione” non va intesa in senso materiale perché allora si dovrebbe pensare che Gesù fosse stato tentato nell’invidia, nell’ira, nell’accidia…
Fu tentato invece nella trattativa della carne (gola), nella speranza della gloria e nell’ambizione del potere che sono le cause delle altre tentazioni (cfr. Somma teologica, III, 41, 4, ad 4).

7. Il biblista Marco Sales concorda con San Tommaso e con Sant’Agostino e scrive: “Le tentazioni di Gesù provenivano dal di fuori e non dal di dentro, poiché in Gesù Cristo non vi fu mai quella contrarietà e quella discordanza tra la carne lo spirito che è in noi e che è una conseguenza del peccato di origine” (Commento a Eb 4,15).
Ti auguro ogni bene, ti benedico e ti ricordo nella preghiera. 
Padre Angelo