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Caro Padre Angelo,
scrivo per una seconda volta per un motivo importante. Come si concilia la castità che ci viene chiesta nell’ambito di un fidanzamento? Io sono cattolico, cerco di impegnarmi per rispettare i dettami di Cristo ma spesso e volentieri non riesco. Quando recito l’atto di dolore dico sempre di “fuggire alle occasioni prossime di peccato” chiedendo umilmente perdono. Mi confesso, ma poi… Come si concilia il mio vivere cristiano insieme ad una persona che non segue nessun principio, che naturalmente richiede il soddisfacimento dei desideri della carne? Come si fa? La ringrazio per questa sua infinita disponibilità. Spero mi possa rispondere quanto prima.
V.
Carissimo V.,
1. mi chiedi: “Come si concilia il mio vivere cristiano insieme ad una persona che non segue nessun principio, che naturalmente richiede il soddisfacimento dei desideri della carne? Come si fa?”.
La risposta è semplice: non si concilia.
Per questo la Sacra Scrittura a proposito del matrimonio dice che deve essere celebrato “nel Signore” (1 Cor 7,39), cioè tra cristiani.
Così, commenta l’autorevole Bibbia di Gerusalemme.
2. Del resto quale comunione vi può essere tra due fidanzati o tra due coniugi quando non vi è intesa nella realtà più importante della vita, quella che getta luce su tutto e orienta il comune cammino?
3. Come può essere un cammino di santificazione fatto a due quando uno mette il Vangelo come fondamento della propria vita e l’altro non crede o addirittura disprezza ciò per cui che il primo è disposto a dare la vita?
Quale concordia nell’osservanza dei comandanti divini quando uno vede in essi la luce divina che guida la vita dell’uomo e l’altro di fatto lo nega?
4. Come educare i figli quando uno li vorrebbe amici del Signore mettendo Gesù Cristo al centro della famiglia mediante la preghiera fatta insieme e l’altro col proprio comportamento non vi partecipa o peggio distrugge quanto fa il primo?
5. In passato quando il matrimonio in varie parti del mondo veniva combinato dai genitori ci si trovava ad avere un marito o una moglie non credente.
Ma va detto anche che nelle famiglie di una volta c’era poco dialogo e la famiglia stessa era sostenuta da una serie di valori e di realtà per cui era inimmaginabile rompere il vincolo.
Oggi questi valori nella cultura generale sono venuti meno e la famiglia stessa non è sorretta neanche da quelle realtà istituzionali che sono rappresentate dalle leggi.
Oggi il matrimonio è lasciato quasi in balìa della volubilità di una persona e anche dei suoi capricci.
Sicché se uno decide di sfasciarla, sembra che gli si va incontro in tutte le maniere a dispetto del coniuge renitente.
6. Se in passato il matrimonio con un non credente era aiutato da un clima cristiano abbastanza generalizzato, oggi questo clima non c’è più.
Due fidanzati o due sposi sono chiamati a costruirselo da soli e si trovano talvolta quasi nella medesima condizione in cui spesso si trovavano i primi cristiani, che erano infima minoranza in mezzo a persone dedite all’idolatria.
Per questo si comprendeva bene come mai San Paolo, quale autentico interprete del volere divino, dicesse che il matrimonio doveva farsi “nel Signore” (1 Cor 7,39).
7. Sant’Ignazio di Antiochia (che è stato discepolo di San Giovanni apostolo ed evangelista e che dal medesimo apostolo venne battezzato) diceva che “è dovere degli sposi e delle spose stringere la loro unione con la approvazione del vescovo, affinché il matrimonio sia secondo il Signore e non secondo la concupiscenza” (Lettera a Policarpo, 5,2).
8. Ecco dunque la conclusione: se nel fidanzamento ci si accorge che non vi può essere comunione di intenti nelle cose fondamentali della propria vita e nei valori di fondo che sostengono le varie decisioni è prudente lasciar perdere.
L’attrazione fisica, che ha pure la sua importanza, non è sufficiente per la costruzione di un edificio così alto qual è il matrimonio.
Rimane sempre vero quanto dice la Sacra Scrittura: “Se il Signore non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori.
Se il Signore non vigila sulla città, invano veglia la sentinella” (Sal 127,1-2).
Il tuo matrimonio ha bisogno di avere per costruttore il Signore.
Così pure ha bisogno di essere continuamente vigilato dal Signore attraverso la pratica assidua dei Sacramenti perché tra i loro effetti vi è anche quello di mettere in fuga i nostri nemici invisibili.
Ti auguro un sereno anno nuovo, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo