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Quesito
Caro Padre Angelo,
ringrazio di cuore per la Sua rubrica, preziosa tanto quanto illuminante.
Non mi è chiara una cosa: Cos’è e come agisce nel “singolo uomo” la Divina Provvidenza? Come si concilia con il libero arbitrio?
Grazie se vorrà rispondermi.
Emanuela
Risposta del sacerdote
Cara Emanuela
1. la provvidenza è uno dei più grandi attributi di Dio e mostra la sollecitudine di Dio nei nostri confronti.
“Egli da a tutti la vita, il respiro e ogni cosa” dice san Paolo (At 17,25).
Per capire questo non è necessario scomodare la fede. Lo si intuisce già con la sola ragione.
2. Per l’uomo la provvidenza di Dio, e cioè il piano col quale Dio crea, governa e conduce al debito fine tutte le realtà, è singolarissima perché vuole che l’uomo sia provvidente a se stesso.
Non poteva essere che così, dal momento che l’ha creato a sua immagine.
Di qui ci accorgiamo subito come il libero arbitrio entri decisamente nel piano provvidenziale di Dio.
3. La provvidenza di Dio per l’uomo è singolarissima anche per un altro motivo. Dio infatti lo chiama ad essere partecipe della comunione con lui, a condividere la sua vita soprannaturale, i suoi tesori e la sua felicità.
4. Il rapporto tra provvidenza e libertà umana è sempre stato oggetto di riflessione da parte della teologia.
In termini molto semplici potrei dire che la libertà non viene annientata dal piano di Dio, anzi è meglio compresa all’interno di questo piano.
Creando l’uomo a propria immagine, non ha inteso fare tutto da solo, ma ha chiamato l’uomo a prendere parte all’opera della creazione e della redenzione in maniera libera e creativa.
Va ricordato però che tutto quello che l’uomo fa, lo fa solo per gli aiuti che Dio gli dà come causa prima: “In lui infatti ci muoviamo, esitiamo e siamo”, come ricorda San Paolo nel discorso all’areopago (At 17,28).
5. Più difficile, ma non impossibile, è vedere come si componga la provvidenza o governo di Dio con il compimento del male da parte dell’uomo.
È vero che Dio continua a dare all’uomo tutto quello che gli è necessario per poter agire perché diversamente non solo non potrebbe far nulla, ma verrebbe ricondotto al niente da cui è stato tratto.
Ma in questa cooperazione con Dio, l’uomo interagisce come causa deficiente, vale a dire prendendo da Dio solo alcuni dei suoi beni, sganciandoli da altri cui sono intrinsecamente connessi.
Il male infatti è proprio questo: la privazione o diminuzione di un bene che una realtà o azione dovrebbe possedere.
6. Perché Dio permetta questa deficienza o mancanza da parte dell’uomo è incomprensibile per la sola ragione umana.
Ma la fede dona una luce superiore, anzi dona alla nostra mente la luce stessa di Dio per comprendere questa permissione.
E Dio ci dice che Egli è così sapiente, buono e misericordioso che fa cooperare tutto al bene, anche il male. Ce lo attesta attraverso la bocca di Paolo: “Tutto coopera al bene di coloro che amano Dio” (Rm 8,28).
Alla luce di questo Sant’Agostino ha potuto affermare: “Dio, essendo sommamente buono, non permetterebbe in alcun modo che nelle sue opere ci fosse del male se non fosse così potente e buono da trarre il bene anche dal male” (Enchirid. 11).
E San Tommaso aggiunge: “Appartiene dunque all’infinita bontà di Dio il permettere che vi siano dei mali, e da essi trarre dei beni” (Somma teologica, I, 2, 3, ad 1).
Ti ringrazio per il quesito, ti assicuro un ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo