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Quesito
Caro Padre Angelo Bellon,
mi chiamo … e ho 19 anni. Lo scorso anno ho avuto il piacere di contattarla riguardo a delle domande che spesso mi ponevo. Oggi sento il bisogno di rivolgermi nuovamente a lei.
Da sempre sono stato attratto e innamorato della Chiesa e da questo amore per la Chiesa è nata in me fin da piccolo la vocazione al sacerdozio. Dopo aver concluso quest’anno la scuola superiore, ho trovato il coraggio di parlarne con i miei genitori, ma purtroppo la loro reazione è stata contraria. I miei genitori, infatti, hanno in mente per me un futuro diverso, che non comprende la consacrazione. L’unica persona che mi sostiene è mia nonna, la quale ha sempre avuto una grande fede e mi dà un po’ di conforto.
Attualmente, sono iscritto al primo anno di università e sto seguendo un corso di laurea che mi piace e potrebbe essere la mia via ma non è quello che voglio. Tuttavia, nel profondo del mio cuore, sento che il desiderio di consacrarmi non si è affievolito, anzi, cresce sempre di più e c’è sempre quel desiderio profondo di dedicarmi completamente al Signore e alla Chiesa.
In preghiera, chiedo al Signore di illuminare il cammino dei miei genitori e di far sì che comprendano la mia chiamata. Spesso, mi ritrovo a piangere, perché non ho ascoltato bene la sua chiamata. Mi chiedo e lo chiedo anche al Signore: come posso far capire ai miei genitori che dedicare la mia vita al sacerdozio è per me una scelta fondamentale e che voglio seguirla con tutto il cuore?
Le sarei grato se potesse darmi qualche consiglio su come affrontare questa situazione. La mia speranza è che un giorno possano vedere la mia vocazione non come un abbandono di una vita “normale”, ma come una risposta a una chiamata che sento forte e chiara dentro di me.
La ringrazio per il suo tempo e per la sua disponibilità. Le assicuro le mie preghiere e la mia gratitudine.
Con rispetto e affetto,
…
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. sono andato a rivedere la corrispondenza che abbiamo avuto in passato sul tema della vocazione e più precisamente sulla vocazione al sacerdozio nell’Ordine di San Domenico.
Sono contento di sapere che il desiderio di diventare sacerdote sia cresciuto sempre di più nonostante l’avviso diverso dei tuoi genitori.
Madre Teresa di Calcutta confrontandosi con il suo confessore sulla sua possibile vocazione missionaria si sentiva ripetere: “Se pensando alla vocazione e ritrovandoti col pensiero all’interno di quella istituzione religiosa senti crescere il tuo desiderio di appartenervi, è un segno chiaro di vocazione”.
2. Non posso non pensare a ciò che dice la Sacra Scrittura a proposito dei nostri buoni propositi: “È lui che suscita in noi il volere e l’operare secondo il suo disegno d’amore” (Fil 2,13).
3. Ho l’impressione che in te stia avvenendo qualcosa di analogo a quanto avvenne nella vita di Santa Caterina da Siena. Scrive il suo confessore, il beato Raimondo da Capua: “In quei giorni le fu rivelato dal Signore che il Santo Padre Domenico aveva istituito l’Ordine dei frati predicatori (i domenicani, n.d.r.) per lo zelo della fede e per la salvezza delle anime, e cominciò subito ad avere tanta stima dell’Ordine, che, quando vedeva i frati predicatori passare davanti alla sua casa, fissava il posto dove essi avevano posto il piede, e allontanati che si erano, andava baciare con umiltà e devozione le orme dei loro passi.
Di qui nacque in lei l’incontenibile brama di far parte di quell’Ordine e unirsi così ai frati nel giovare alle anime” (Vita di Santa Caterina da Siena, 38).
4. Mi chiedi che cosa fare per convincere i tuoi genitori. C’è un metodo ben efficace: senza parlarne, pur continuando gli studi, vivi già fin d’ora da domenicano.
Ad un certo momento i tuoi genitori si convinceranno che non si tratta di un’idea passeggera, ma di uno stile di vita che hai intrapreso e che non vuoi per nulla abbandonare.
5. Tenendo presente che l’obiettivo dell’Ordine domenicano è stato ben riassunto da San Tommaso nelle note parole “contemplari et contemplata alias tradire”, che può essere tradotto così: “Vivi il gaudio del paradiso e riversalo nel cuore degli altri” (per San Tommaso la contemplazione è una pregustazione della beatitudine celeste), vivi unito a Gesù Cristo, che è la sorgente di ogni dolcezza. Ne contagerai gli altri senza accorgertene, a cominciare da quelli di casa.
San Domenico, nostro padre, “parlava con Dio o di Dio”.
Non si tratta di fare la predica agli altri in continuazione. Risulterebbe insopportabile. Di San Domenico stesso si legge che “nessuno era più ilare e più gioioso di lui”. Tutti però respiravano il suo profumo celeste. Nella sua ilarità, non c’era nulla di stonato.
È necessario che i tuoi capiscano che il tuo interesse è altrove.
6. Cerca di crescere nell’amore per il Gesù Cristo.
A questo proposito è necessario ricordare, perché è della massima importanza, che l’amore per Gesù Cristo non nasce da noi. Si tratta di un amore soprannaturale, celeste. Viene donato solo da Dio.
La Sacra Scrittura dice che “Dio ha infuso il suo amore nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (Rm 5,5)
Poiché non nasce da noi, ma viene donato e infuso, è necessario domandarlo incessantemente.
San Domenico ogni giorno chiedeva al Signore la grazia di poterlo amare con un amore sempre più grande.
Quando si fa una preghiera del genere, il Signore la esaudisce subito. Gesù ha detto: “Se voi, dunque, che siete cattivi (e cioè: inclinati al male, n.d.r.), sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!” (Lc 11,13).
Ti accorgerai che il Signore ti darà subito l’occasione di poterlo amare di più esercitando tutte le virtù, soprattutto nelle situazioni più difficili.
7. Ti consiglio pertanto di gravitare sempre di più attorno a Gesù Cristo. Lo puoi fare con la Santa Messa quotidiana (se ti è possibile), con la preghiera quotidiana del Santo Rosario, con la lettura della Sacra Scrittura, di testi religiosi e di teologia e con la dedizione alla tua comunità ecclesiale.
Pier Giorgio Frassati, terziario domenicano, che probabilmente sarà canonizzato nel 2025, sembra che non avesse l’intenzione di diventare sacerdote, anche se qualcuno lo desiderava. Aveva scelto infatti di studiare ingegneria mineraria per stare vicino ai lavoratori perché non fosse strappato Dio dal loro cuore.
Vedendo il suo modo perfetto di vivere, qualcuno disse che tra lui e un frate domenicano c’era questa sola differenza, che questi viveva in convento, mentre lui viveva fuori convento.
Pertanto per ora vivi da domenicano fuori convento, nell’attesa di diventare domenicano in convento.
I tuoi genitori necessariamente si dovranno accorgere che la tua vocazione non è una velleità, ma è scritta nelle inclinazioni più profonde della tua persona.
8. Ti raccomando soprattutto di non lasciar venir meno la fiamma che il Signore sta ingrandendo sempre di più dentro il tuo cuore.
Il desiderio sempre più forte di diventare sacerdote, e sacerdote domenicano, custodiscilo come il tesoro più prezioso che il Signore ti sta donando in questi anni così pieni di promesse per te e per la vita eterna di molti.
Custodiscilo in particolare attraverso la preghiera quotidiana del Santo Rosario. Così permetterai alla Madonna di vigilare bene sulla tua vita e sulla tua vocazione.
Con l’augurio riuscire ben presto vittorioso, mentre ti ringrazio di cuore per le tue preghiere ti assicuro volentieri le mie e ti benedico.
Padre Angelo