Questo articolo è disponibile anche in: Italiano

Quesito

Rev.mo
P. Angelo Bellon op
Avendo trovato per caso questo sito con un servizio interattivo di dialogo mi permetto di rivolgerLe un quesito.
Che forse non Le farà piacere.
Chiedo, cortesemente, di sapere come posso cancellarmi dall’anagrafe della Chiesa Cattolica senza abiurare.
Visto e considerato chi sta dentro preferisco starmene fuori.
Purtroppo non è uno scherzo.
Con ossequio e gratitudine
Gino


Risposta del sacerdote

Carissimo Gino,
la tua richiesta mi è giunta la sera di domenica scorsa, giornata in cui la Chiesa ha celebrato la festa del Battesimo di Gesù.
Nell’omelia io ho ricordato che Gesù non è sceso nel Giordano per purificarsi dai peccati (perché non ne aveva), ma  per ricevere la testimonianza pubblica del Padre sulla sua divinità e messianicità. In tal modo la gente non doveva più andare come a tentoni e domandarsi ancora: è lui o non è lui?
In secondo luogo è sceso nel Giordano confondendosi con l’umanità peccatrice, per solidarizzare con noi, per dirci che ci è vicino. E ci è vicino proprio perché siamo peccatori, come una mamma, quando il suo bambino è malato, si fa ancora più vicina.
Ed ecco che in serata, mentre in cuor mio ringraziavo il Signore di essermi vicino nonostante tutto, mi arriva la tua richiesta, che va in tutt’altra direzione. Ben diversamente da Cristo, tu non vuoi solidarizzare con una Chiesa fatta di peccatori.
Cristo, “santo, innocente, senza macchia”, come dice la lettera agli Ebrei 7,26, sta con noi senza turarsi il naso.
Tu invece compi una scelta diversa.
Il minimo che si possa dire è che non è una scelta cristiana, sempre supposto (scusa se parlo in questo modo) che tu sia santo e intemerato: più santo di un papa Giovanni, di un padre Pio e di una Madre Teresa di Calcutta, i quali erano contentissimi di far parte della Chiesa, di questo popolo di persone che cerca la Redenzione e il perdono di Cristo.
Caro Gino, fuori della Chiesa chi ti darà il perdono di Cristo?
Forse te lo darai da solo. Ma bisognerà vedere se questo perdono coincide col perdono di Cristo. Perché Cristo ha detto: “A chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete resteranno non rimessi”.
E certamente è una brutta cosa tenersi sulla coscienza dei peccati che non sono stati rimessi e con i quali ci si dovrà presentare davanti al giudizio di Dio, il quale per bocca di Cristo ha detto: “Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio” (Lc 6,36-38).

Caro Gino, se tu mi hai scritto in questo modo significa che hai visto qualcosa che non va. E non mi meraviglia. E se tu avessi potuto guardare nel collegio degli apostoli e avessi incontrato Giuda, cosa avresti concluso?
Dove ci sono uomini, lì ci sono miserie! Ci sono state e ci saranno sempre.
Ma guarda Dio come è buono! Per darci la sua vita e il suo perdono non si serve solo di sacerdoti santi e intemerati, ma anche di peccatori, di peccatori che sono peggio di te.
Uno scrittore francese diceva: “Che figura sublime il sacerdote: a lui peccatore, Dio ha dato il potere di santificare!”.
Ma, accanto a persone che non sono a posto, nella Chiesa ve ne sono molte altre che sono a posto e non disdegnano di stare accanto a quelle che non sono a posto!
Tu dici che preferisce startene fuori.
Io preferisco stare nella Chiesa e vivere accostandomi ai Sacramenti, che sono le realtà più preziose che Dio ha consegnato all’umanità (e come lo sento nella mia vita e nella vita di tante persone!), e preferisco morire con i sacramenti e con la compagnia del Signore, della Madonna e del mio Angelo custode.
Altri sono più desiderosi di morire con altra compagnia…
Non li giudico e non li invidio. Ma mi fa una tristezza infinita.

In ogni caso, per rispondere alla tua richiesta è sufficiente che tu scriva alla Curia della diocesi in cui vivi o anche semplicemente al parroco della parrocchia in cui vivi o sei stato battezzato e che dica che non vuoi essere computato nel numero degli appartenenti alla Chiesa Cattolica.

Ma permettimi di scongiurarti e dirti di non compiere questo passo. Temo che Cristo, quando lo incontrerai al termine dei tuoi giorni, ti dica: non hai avuto misericordia per i tuoi fratelli, mentre io ho avuto misericordia al punto che mi sono offerto per loro.
Non dovevi fare anche tu lo stesso?
I santi non hanno aspettato che gli altri si purificassero, ma hanno fatto della loro vita un sacrificio e così ne hanno salvati molti. Che lezione hai imparato da loro?

Tra breve scenderò in Chiesa e celebrerò la Santa Messa. Al momento della consacrazione avrò un ricordo per te e chiederò a Cristo di versare il suo Sangue su di te, per farti diventare più mite e più misericordioso.
Quando andrò di là, e mi auguro in paradiso, voglio che il tuo posto non sia vuoto. Ti voglio con me in Paradiso, caro Gino, così come Cristo ha detto dalla croce al buon ladrone.

A risentirci, dunque.
Intanto ti benedico.

Padre Angelo