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Quesito
Caro Padre Angelo,
volevo chiederti come mai le lettere di San Paolo sono considerate “Parola di Dio”.
Che differenza hanno come valore rispetto ai Vangeli?
E perché gli scritti di altri santi altrettanto straordinari non hanno la stessa importanza?
Grazie mille per la preziosissima opera di predicazione su Internet che fai. Per me sei una grande luce e attraverso di te sono diventato devotissimo di S. Domenico (che in cielo sarà sicuramente entusiasta di questo sito) e sono diventato amico delle bravissime monache domenicane di Pratovecchio.
Risposta del sacerdote
Caro Francesco,
1. il primo motivo per cui diciamo che le lettere di San Paolo sono parte della Sacra Scrittura è desunto dalla Sacra Tradizione.
Nelle riunioni liturgiche venivano letti anche gli atti degli apostoli e i loro scritti.
Con ciò a tali scritti venne riconosciuta una grandissima autorevolezza, superiore addirittura ai libri dell’Antico Testamento perché questi andavano interpretati alla luce del Nuovo.
2. Nelle riunioni delle prime comunità cristiane venivano lette anche le lettere di San Paolo. Questo lo si sa per certo perché San Paolo stesso comanda di leggerle.
Nella prima lettera ai tessalonicesi scrive: “Vi scongiuro, per il Signore, che questa lettera sia letta a tutti i fratelli” (1 Ts 5,27).
La Bibbia di Gerusalemme annota: “Prima menzione della lettura pubblica di una lettera dell’apostolo, probabilmente nel corso di assemblee liturgiche. A poco a poco, le chiese collocheranno gli scritti apostolici accanto ai vangeli e alle scritture”.
3. La stessa cosa viene detta per la lettera ai Colossesi e per altre lettere: “E quando questa lettera sarà stata letta da voi, fate che venga letta anche nella Chiesa dei Laodicesi e anche voi leggete quella inviata ai Laodicesi” (Col 4,16).
Secondo i biblisti, probabilmente la lettera ai Laodicesi è la stessa lettera indirizzata agli Efesini.
4. I primi Padri della chiesa come Clemente, Ignazio, Policarpo, la Didaké, Giustino ricordano che nelle riunioni sacre si leggevano le memorie degli apostoli e gli scritti dei profeti, con la prevalenza di quelli su questi.
Inoltre, nelle prime composizioni del canone dei libri ispirati si trovano sempre anche le lettere di San Paolo.
Tertulliano, che è dalla seconda metà del II secolo, afferma che i testamenti sono due e che il nuovo testamento è composto di due parti essenziali: il Vangelo e l’apostolo; per Vangelo cita i quattro vangeli canonici. Per l’apostolo cita le 13 lettere di San Paolo, la lettera agli ebrei che ritiene di Barnaba, la prima lettera di Giovanni e gli Atti degli apostoli.
Origene, del III secolo, dice che San Paolo “con le 14 trombe delle sue lettere (attribuisce dunque San Paolo anche la lettera gli ebrei) ha fatto cadere le mura di Gerico, cioè l’idolatria” (Su Giosuè, Omelia VII,1).
Eusebio di Cesarea nella sua Storia ecclesiastica dice che “le 14 lettere di San Paolo sono note e manifeste a tutti” (III,3,25) “e che da tutti sono riconosciute come divine” e cioè come parola di Dio.
5. Ma la testimonianza più forte arriva dalla seconda lettera di San Pietro, cioè dalla stessa Sacra Scrittura.
San Pietro scrive: “La magnanimità del Signore nostro consideratela come salvezza: così vi ha scritto anche il nostro carissimo fratello Paolo, secondo la sapienza che gli è stata data, come in tutte le lettere, nelle quali egli parla di queste cose. In esse vi sono alcuni punti difficili da comprendere, che gli ignoranti e gli incerti travisano, al pari delle altre Scritture, per loro propria rovina” (2 Pt 3,15-16).
6. Va notato innanzitutto che San Pietro parla di San Paolo come di “carissimo fratello” nell’apostolato e gli riconosce la sapienza che gli è stata data, vale a dire che gli è stata data da Dio.
E dopo aver detto che vi sono alcuni passi un po’ difficili, dice che gli ignoranti e gli incerti ne travisano il significato come fanno con le altre Scritture. Qui San Pietro mette le lettere di San Paolo alla pari con le altre Scritture. Le riconosce come ispirate dallo Spirito Santo allo stesso modo in cui sono ispirate tutte quante le altre Sacre Scritture.
La Bibbia di Gerusalemme annota: “Al pari delle altre scritture, letteralmente: il resto delle Scritture” a cui è accostata qui la raccolta delle Lettere. È uno dei primi indizi di un’equivalenza tra gli scritti cristiani e i libri dell’Antico Testamento”.
7. Va ricordato infine come San Paolo stesso abbia fatto spesso riferimento alle rivelazioni da lui stesso ricevute, come ad esempio quelle avute a Damasco (At 9,3-6.13ss), a Gerusalemme (At 22,18; 2 Cor 12,2-4; Gal 2,2), durante il corso della seconda missione (At 20, 22-23; 21,4), a Cesarea (At 23 11)…
Ti ringrazio infine per quanto hai scritto al termine della tua mail. Ci auguriamo che il Santo Padre Domenico sia entusiasta del nostro sito, come tu dici.
Sono molto contento che tu sia diventato “devotissimo di S. Domenico” e “amico delle bravissime monache domenicane di Pratovecchio”.
Con l’augurio che il Santo Padre Domenico ti ottenga i due terzi del suo spirito (e cioè la porzione del figlio primogenito) ti benedico e ti ricordo volentieri nella preghiera.
Padre Angelo