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Quesito

Grazie mille, padre Angelo! 
Come sempre sei un grande luce.
L’unica cosa è che non ho capito: il riferimento finale ai “due terzi dello spirito”, “la porzione del primogenito”.
Siccome mi sembra una cosa interessante e hai colto nel segno perché nell’ultimo periodo sento che sto diventando figlio di Domenico, me la potresti spiegare brevemente meglio?
Grazie mille,
F.


Risposta del sacerdote

Carissimo F., 
1.  “due terzi dello spirito” è un’espressione che richiama il testo biblico e si rifà ad un evento particolare.
Il profeta Elia aveva varcato il Giordano insieme con Eliseo, che da un pezzo si era messo al suo seguito. Sentendo che la sua dipartita da questo mondo era imminente disse ad Eliseo di domandare ciò che desiderava.
Eliseo gli domandò i due terzi del suo spirito.
Ecco ciò che dice il testo sacro: “Elia disse a Eliseo: «Domanda che cosa io debba fare per te, prima che sia portato via da te». Eliseo rispose: «Due terzi del tuo spirito siano in me». Egli soggiunse: «Tu pretendi una cosa difficile! Sia per te così, se mi vedrai quando sarò portato via da te; altrimenti non avverrà»” (2 Re 2,9-10).

2. Secondo la legislazione di Israele il primogenito che aveva diritto di ereditare il doppio rispetto agli altri figli (cfr. Dt 21,17), e pertanto i due terzi secondo la traduzione della Conferenza episcopale italiana.

3. Il testo latino, che riflette perfettamente quello ebraico, esprime così la richiesta di Eliseo: “Obsecro ut fiat in me duplex spiritus tuus”.
Letteralmente: “Supplico che il doppio del tuo spirito sia in me”.
Cosa chiedeva Eliseo con questa domanda?
Di fatto gli chiedeva di donargli il suo stesso spirito profetico e di compiere i miracoli.
Non solo questo, tuttavia, ma anche e soprattutto lo zelo per la causa di Dio perché in Israele si adorasse l’unico Dio e non penetrasse l’idolatria. 
Dovendo combattere contro i quattrocento sacerdoti di Baal Elia aveva detto: “Sono pieno di zelo per il Signore, Dio degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi cercano di togliermi la vita” (1 Re 19,10).

4. Secondo alcuni interpreti Eliseo avrebbe chiesto addirittura il doppio dello spirito di Elia e cioè una potenza di profezia e di miracoli due volte più grande della sua.
Eliseo non domanda per sé ma per tutto il popolo perché questo duplice spirito contribuisca grandemente alla gloria di Dio e gli uomini abbandonino gli idoli e cioè, come direbbe San Paolo, non si mettano nelle mani dei demoni (cfr. 1 Cor 10,10).

5. La richiesta di ottenere dal Santo padre Domenico il suo duplice spirito o i due terzi del suo spirito veniva ripetuta spesso dal giovane novizio domenicano fr. Marie-Joseph Lagrange, che in seguito diverrà il pioniere del rifiorire degli studi biblici nella Chiesa e del quale è in corso il processo di beatificazione.
Nel suo “Giornale spirituale” tradotto in italiano con il titolo di “diario spirituale” nel primo giorno dell’anno 1880 scrive: “Chiedo a Maria Immacolata di condurmi dritto al cuore di Gesù; a San Giuseppe di donarmi lo spirito religioso per poter adempiere perfettamente tre volte; a San Domenico la pienezza del suo spirito”.

6. Il 27 luglio 1880 primo giorno della novena a San Domenico, la cui festa a quei tempi si celebrava il 4 agosto, scrive: “Padre mio, San Domenico, sapete che vi amo! Sono entrato nel vostro Ordine con la speranza che un giorno io sarò ricevuto da voi alla porta del Cielo e condotto da voi ai piedi della Nostra Signora Maria Immacolata. Accordate questa grazia a me e a tutti i miei parenti di arrivare in cielo sotto il vostro vessillo.
Vi chiedo ancora un’abbondante effusione del vostro spirito in tutto l’Ordine e il noviziato. (…).
Fiat spiritus tuus in me duplex spiritus tuus”.
Invocava dunque il suo spirito sopra di sé ma anche su tutto l’Ordine, sui suoi confratelli novizi e su coloro che erano preposti alla loro formazione.

6. In maniera ancor più accorata nella festa di San Domenico il 4 agosto 1882 scrive: “O mio Beato Padre, mi avete svelato il vostro segreto!
Solo la Santissima Vergine può formare un’immagine così perfetta di suo Figlio Gesù. È lei che ha donato a San Domenico una grazia vittoriosa, efficace, un amore sempre trionfante, una generosità, uno zelo, una preghiera onnipotente. (…). 
Donatemi il vostro spirito, il vostro spirito, il vostro spirito! 
O Padre, modello di tutti i vostri figli, donateci il vostro spirito! 
Quanto sono lontane dalla vostra vita le più belle riforme! Donateci il vostro spirito!

7. Dal momento che dicevi che ti stavi avvicinando sempre più a San Domenico e in questa nuova mail mi dici che stai “diventando figlio di Domenico”, ti auguro di ricevere dal Santo Padre Domenico ciò che Elia ottenne per Eliseo: il duplice suo spirito, i due terzi del suo spirito, la porzione del primogenito. 
Anzi ti suggerisco di domandare a San Domenico di ottenerti i due terzi del suo spirito, in particolare lo zelo che aveva per la salvezza delle anime.
E più esplicitamente ciò che si legge di San Domenico nell’inno dell’Ufficio delle letture nel giorno della sua festa alla seconda strofa: “Conservans sine macula virginitatis lilium, ardebat quasi facula pro zelo pereuntium” (conservando senza macchia il giglio della verginità, ardeva come fiaccola per lo zelo di coloro che si stavano perdendo).

8. E ancor più in particolare ciò che il beato Giordano di Sassonia (primo successore del Santo Padre Domenico alla guida del nostro Ordine) dice del beato Reginaldo di Orléans, che ricevette certamente dal Santo padre Domenico i due terzi del suo spirito: “Venne a Bologna il 21 dicembre (1218) e si diede subito totalmente alla predicazione. La sua eloquenza sembrava un fuoco violento e la sua parola, come fiaccola ardente, infiammava il cuore di tutti gli ascoltatori: non c’era persona che fosse talmente di sasso da poter resistere al suo calore. Bologna tutta intera era allora in effervescenza, perché sembrava che un nuovo Elia fosse sorto”.
Ecco dunque il mio augurio per il tuo futuro: che tutti alla tua presenza abbiano l’impressione che sia sorto un nuovo Elia!
Come Eliseo, non lo domando tanto per te, ma per la gloria di Dio e perché gli uomini, smettendo di consegnarsi con i loro peccati nelle mani dei demoni, si abbandonino fiduciosamente a Gesù, dal quale e per il quale sono state create tutte le cose (cfr. 1,16).

Con questo augurio ti benedico e ti accompagno volentieri nei tuoi passi con la mia preghiera.
Padre Angelo