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Quesito
Buongiorno Padre,
se nessun uomo può fare un voto per evitare ogni materia di peccato, anche la più leggera, perché ciò è moralmente impossibile come deve essere inteso il voto di castità, pubblico o privato, come astensione dal compiere atti impuri?
L’oggetto del voto, infatti, deve essere qualcosa di umanamente possibile, poiché nessuno può essere obbligato a fare ciò che è impossibile.
Grazie
Giancarlo
Risposta del sacerdote
Caro Giancarlo,
1. dopo aver letto la tua breve mail mi è subito affiorata alla mente e alle labbra quest’espressione: ma la castità non è moralmente impossibile!
Probabilmente però vi sono degli equivoci.
E allora cerco di spiegarmi.
2. Forse tu intendi per castità la semplice astensione dalla genitalità.
Ma la castità che fanno le persone consacrate a Dio e anche altri non consiste semplicemente in questo.
C’è qualcosa d’altro che le spinge a fare il voto di castità.
E questo qualcosa d’altro è quel tesoro nascosto nel campo di cui parla il Signore nel Vangelo che, scopertolo, uno va, vende, tutto quello che possiede per acquistare quel campo (Mt 13,44).
3. Se si trattasse di buttare via tutto per rimanere senza niente, sarebbe da stolti.
Ma chi fa il voto di castità è stato toccato nel cuore da un amore più alto e più grande.
Non tutti possono capirlo.
L’ha detto Nostro Signore quando ha dichiarato: “Egli rispose loro: Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Infatti vi sono persone incapaci al matrimonio che sono nate così dal grembo della madre, e ve ne sono altre che sono state rese tali dagli uomini, e ve ne sono altre ancora che si sono rese tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca” (Mt 19,12).
Queste parole del Signore “Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso” e “Chi può capire, capisca” lasciano intendere che è necessario un lume dall’alto per comprendere il valore della verginità consacrata.
Chi non ha questo lume pensa che si tratti di pura repressione.
Ma non è questa l’esperienza delle persone consacrate a Dio.
4. Inoltre chi si consacra al Signore riceve un aiuto particolare, una specie di grazia di stato, per conservarsi tale.
5. Per dimostrare che l’esperienza della castità non è impossibile né innaturale mi piace riportare ancora una volta la testimonianza del mahatma Gandhi, non cristiano, apostolo della non violenza.
Gandhi ha scritto: “Non si pensi che la castità è impossibile perché è difficile. La castità è il più alto ideale, non deve quindi far meraviglia che richieda il più alto sforzo per raggiungerla. Una vita senza castità mi sembrerebbe insipida e animalesca: il bruto, per natura sua, non ha autocontrollo, l’uomo è uomo perché è capace di averlo” (gandhi, La mia vita per la libertà, pp. 193-194).
Attorno ai 30 anni, insieme alla moglie, Gandhi fece voto solenne e perpetuo di castità: “Quando io guardo indietro mi sento pieno di gioia e di meraviglia. La libertà e la gioia che mi riempirono dopo aver fatto il voto di castità, non l’avevo mai sperimentata prima del 1906 (data del suo voto solenne).
6. Ha aggiunto ancora: “Prima di fare il voto io ero in balìa di ogni tentazione impura a ogni momento. Ora il voto diventò per me uno scudo sicuro contro la tentazione.
La grande potenza della castità divenne in me sempre più palese. Ogni giorno che è passato mi ha sempre fatto comprendere di più che la castità è una protezione del corpo, della mente, dell’anima. Il praticare la castità non diventò il praticare un’ardua penitenza, fu invece una consolazione ed una gioia. Ogni giorno mi svelava una fresca bellezza: è stata per me una gioia sempre crescente” (Ib.).
Ed ecco come è nata nell’anima di Gandhi la decisione per la castità: “Io vidi con chiarezza che uno che aspira a servire gli altri in modo totale non può non fare a meno di fare il voto di castità. Il voto di castità mi diede la gioia: diventai libero e disponibile a ogni servizio del prossimo” (Ib.).
7. Per un cristiano le cose non stanno proprio come ha detto Gandhi.
La virtù più alta è la carità e la castità non è mossa sola da una motivazione nobile, ma ancora filantropica.
Nella verginità per il Signore c’è qualcosa di più alto, di più segreto, che solo alcuni sperimentano e sono in grado di capire.
Ed è ciò cui allude San Paolo quando esorta ad essere come lui (1 Cor 7,7) per stare uniti al Signore senza distrazioni o deviazioni (1 Cor 7,35) ed essere santi nel corpo e nello spirito (1 Cor 7,34).
E se è stato possibile per Gandhi essere casto, come non potrà esserlo per chi vive realtà ancora più alte e inebrianti?
Ma anche qui: a non tutti è dato di capire.
Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore ti benedico.
Padre Angelo