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Quesito
Buonasera,
Approfitto della sua disponibilità per porgerle alcune domande a cui non ho trovato altrove risposte esaurienti o convincenti.
Ho letto in una sua precedente risposta che parlava della “consacrazione per conto proprio” e di quella degli appartenenti alle congregazioni religiose o agli istituti secolari. Mi è sorta una curiosità. In tutti i casi è necessario un periodo di discernimento personale? E’ previsto, per i primi due casi, anche un periodo di noviziato in maniera analoga a quanto accade per i comuni consacrati?
Anche questi voti hanno carattere definitivo, nel senso che durano per tutta la vita? Il voto di obbedienza a chi è dovuto, trattandosi di laici? E quello di povertà come si concilia con il fatto che un laico lavora, possiede beni materiali, etc?
Infine che differenza c’è (se c’è) tra la consacrazione dei religiosi e quella personale? Le due hanno un valore diverso?
La ringrazio anticipatamente, le assicuro un ricordo nella preghiera
Luisa
Risposta del sacerdote
Cara Luisa,
1. nella consacrazione personale, proprio perché personale, non vi sono leggi della Chiesa che regolino il voto.
Ci si attiene comunque alla prudenza, per cui prima di fare la consacrazione personale si fa il dovuto discernimento con il proprio confessore o direttore spirituale, si passa un tempo di prova e poi si emette il voto, prima temporaneo e in seguito definitivo.
Io, di norma, mi comporto così.
2. L’obbedienza nella consacrazione personale è alla legge di Dio, alla legge della Chiesa, alle ispirazioni che vengono dal cielo, ai comandi dei legittimi superiori (legge civile, datori di lavoro…) e anche alle direttive del confessore (evidentemente per quanto riguarda l’ambito spirituale).
3. La povertà si attua col distacco dalle cose di questo mondo (ad esempio per quanto riguarda le suppellettili e il vestiario…) tenendo conto tuttavia delle esigenze del proprio stato.
4. Nella consacrazione religiosa si è consacrati a nome della Chiesa. Ci si consacra infatti in una forma di vita approvata dalla Chiesa. Nella consacrazione personale no.
5. Il merito delle azioni davanti a Dio non è legato al tipo di consacrazione, ma al grado di carità che le anima.
Certo, la consacrazione religiosa, soprattutto in un monastero di clausura, indubbiamente è più vincolante e proprio per questo può offrire degli spunti ulteriore perché il nostro amore al Signore sia più grande.
Ma infine tutto dipende dal grado soggettivo di carità e di amore.
Non sono le istituzioni in quanto tali che ci santificano.
Ci si santifica corrispondendo generosamente alle chiamate del Signore.
Ti ringrazio del ricordo nella preghiera, che ricambio volentieri.
Ti benedico.
Padre Angelo