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Caro Padre Angelo,
mi chiamo Giuseppe, le volevo porre questa domanda: quando nell’Apocalisse si parla di lotta degli angeli “Michele e gli angeli buoni contro i ribelli capeggiati da Lucifero”, come avvenne questa lotta, visto che gli angeli essendo puri spiriti non hanno corpo?
Io ho sempre pensato a un corpo a corpo come noi uomini ma essi come detto sopra non hanno corpo e quindi?
In attesa di un suo chiarimento la ringrazio e passo a salutarla.
Caro Giuseppe,
1. sì, è difficile per noi immaginare questa lotta.
E non soltanto perché gli angeli non hanno corpo, ma anche perché tutto avvenne in un istante.
Nel medesimo istante in cui hanno peccato si sono anche coalizzati.
2. Ecco che cosa dice San Tommaso: “Sebbene gli angeli abbiano peccato simultaneamente, tuttavia il peccato dell’uno ha potuto essere la causa del peccato degli altri.
L’angelo infatti non ha bisogno di un certo tempo per scegliere, per esortare e per acconsentire; come invece accade per l’uomo il quale ha bisogno di deliberare prima di scegliere e di acconsentire, ed ha bisogno della parola per esortare: operazioni queste che si svolgono nel tempo. (…).
Tolto quindi il tempo, indispensabile a noi per parlare e per deliberare, allorché il primo angelo espresse il suo desiderio con una locuzione intellettiva, poterono acconsentirvi anche gli altri nel medesimo istante” (Somma teologica, I, 63, 8).
3. Il peccato degli angeli poi, sempre secondo san Tommaso, è stato un peccato di superbia ed è consistito nel fatto che desiderarono di essere come Dio con le proprie forze, e cioè senza l’aiuto di Dio (cfr. Ib., I, 63, 2 e 3), senza la comunione di vita di Lui.
Ma con questo atto si sono da se stessi separati da Dio, si sono trovati privi della grazia santificante e stabiliti nel male, e cioè nell’inferno.
4. San Tommaso non parla espressamente della lotta fra gli angeli, che nella Sacra Scrittura ci viene riferita in due passi del Nuovo Testamento. E precisamente in Giuda: “Quando l’arcangelo Michele, in contrasto con il diavolo, discuteva…” (v. 9) e nell’Apocalisse: “Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago” (Ap 12,7).
5. Tuttavia l’espressione che usa per descrivere l’incitamento dell’angelo capo dei ribelli sugli altri ci dice qualche cosa di come avvenne quella lotta.
Incitò gli altri angeli “con una locuzione intellettiva”.
Ebbene, le locuzioni intellettive o intellettuali sono quelle che si fanno udire direttamente nell’intelletto senza mediazione dei sensi esterni o interni.
Santa Teresa d’Avila, ammaestrata dalla sua esperienza, le spiega in questi termini: “Dio parla all’anima senza parole. È un linguaggio talmente celeste che nessuno sforzo umano lo può far intendere se il Divino Maestro non ce lo insegna con l’esperienza.
Egli mette ben dentro nell’intimo dell’anima quello che vuole farci intendere e glielo presenta senz’immagine o forma di parole, ma nel modo stesso della visione intellettuale…
Con questo genere di linguaggio, secondo me, il Signore vuole dare all’anima una certa conoscenza di ciò che avviene in cielo. E l’inizia a questo parlare senza parole, che è il linguaggio della patria.
Che esistesse un tal linguaggio io l’avevo sempre completamente ignorato finche piacque al Signore di farmene testimonio, e di mostrarmelo in un rapimento” (Autobiografia, c. 27, 6).
6. È il linguaggio del cielo, come dice Santa Teresa, ed è anche il linguaggio degli Angeli.
Possiamo dire pertanto che come l’angelo capo dei ribelli ha incitato altri a fare quanto faceva lui, contemporaneamente l’arcangelo san Michele, il principe delle schiere celesti, si opponeva a questa ribellione con una locuzione intellettuale contraria, impedendo a Lucifero di contagiarne altri.
“Il drago combatteva insieme ai suoi angeli, ma non prevalse e non vi fu più posto per loro in cielo. E il grande drago, il serpente antico, colui che è chiamato diavolo e il Satana e che seduce tutta la terra abitata, fu precipitato sulla terra e con lui anche i suoi angeli” (Ap 12,7-9).
Non ci fu più posto per lui in cielo.
Questo avvenne in un istante.
Ti ringrazio del quesito, certamente originale, tanto che in genere i commenti biblici e anche i testi di teologia non dicono nulla di come avvenne questo combattimento.
Ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo