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Quesito

Caro Padre, 
Spero lei non inorridisca alla domanda che sto per farle…la prenda con le pinze…
ma e’ da un po’ che mi chiedo cosa succederebbe se Satana chiedesse perdono a Dio, pregandolo di ritornare Lucifero, angelo della Luce, il prediletto, un tempo, di Dio.
Secondo la sua opinione di sacerdote esperto, l’amore di Dio sarebbe fortemente misericordioso da perdonare Satana? Se sì… cosa ne sarebbe dell’inferno e dei diavoli e delle anime che vi risiedono?
La trova ridicola questa domanda?
Ora esagero… non mi fraintenda, sono solo una peccatrice che sogna la pace e conversione cattolica in tutto il mondo…
Se tutti i cristiani del mondo si radunassero in preghiera per chiedere la conversione di Satana a Dio, e la conversione di tutti i suoi seguaci diavoli ed anime finite all’inferno, crede che potrebbe succedere questo miracolo fenomenale?
Si immagini tutta l’umanità che prega in ginocchio allo stesso momento per chiedere al Padre Nostro, la fine del Male sulla terra… ed il perdono con cuore contrito dei fratelli che hanno dimora in Inferno…
Dio Nostro Signore Unico e Potentissimo, MIsericordioso, potrebbe stravolgere tutto nuovamente se volesse, cosa ne pensa Lei Padre? 
Perdoni questo sogno… ma che meraviglia sarebbe che il Male non regnasse più sulla terra.
Mi benedica Padre.
La ricordo nelle mie preghiere.
Stefania.


Risposta del sacerdote

Cara Stefania,
1. il problema non sta nella misericordia di Dio, che è eterna e immutabile, ma nella condizione in cui si trovano i dannati.
Essi, analogamente a coloro che sono in Paradiso, sono nell’eternità.

2. Ora “questa è la differenza tra l’eternità e il tempo, che il tempo ha l’essere in una certa successione, mentre l’eternità l’ha tutto insieme” (s. tommaso, III Contra Gent., 61, 1).
Ebbene, come in Paradiso non vi è successione alcuna, ma si possiede Dio e tutto quanto in Lui è contenuto con un unico atto, così analogamente avviene per coloro che si trovano all’inferno, che è il rovescio del paradiso.

3. In Paradiso c’è felicità piena proprio perché si è possiede tutto con un unico atto.
Se vi fossero più atti, la felicità non sarebbe mai piena, ma sempre in divenire.
Boezio ha detto che il Paradiso è “il possesso perfetto e del tutto simultaneo di una vita interminabile” (De consolatione, V).
Così l’inferno è la privazione totale e del tutto simultanea di ogni bene.

4. Pertanto se oltre all’istante perenne dell’Inferno ve ne fosse un altro, non vi sarebbe l’eternità della pena. Il che equivale a dire che non si tratta più di inferno.
Mentre Cristo ha predicato l’urgenza della conversione e ha ammonito sulla eternità della condizione futura parlando ripetutamente di fuoco inestinguibile: “Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile.
E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna.
E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue” (Mc 9,43-48).

5. Dunque quanto proponi è impossibile.
Conviene invece fare una catena di preghiera per la conversione di coloro che si stanno incamminando verso “il supplizio eterno” (Mt 25,46)

6. Bisognerebbe ancora aggiungere che se fosse possibile un pentimento per coloro che sono all’inferno, sarebbe necessario ammettere anche un ripensamento per coloro che si trovano in Paradiso. Ma questo è assurdo.
Per questo Sant’Agostino scrive: “Fra tutti coloro che negarono l’eterno supplizio il più misericordioso fu Origene, il quale incorse nell’errore secondo cui dopo lunghi e crudeli supplizi sarebbero liberati persino lo stesso diavolo e i suoi angeli, e associati agli Angeli santi.
Però la Chiesa non senza ragione lo condannò, non solo per questo, ma anche per molti altri errori, per cui perdette anche ciò per cui sembrava misericordioso, inventando per i santi vere miserie, in cui soffrirebbero pene e false beatitudini nelle quali non godrebbero con sicurezza della felicità eterna” (De civitate Dei, 21,3).

Augurandoti ogni bene per la vita presente e soprattutto per quella futura, ti ricordo nella preghiera e ti benedico.
Padre Angelo