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Quesito
Caro padre Angelo,
le vorrei porre un quesito riguardo alla vita ultraterrena e a come la chiesa cattolica interpreta le Scritture in proposito.
Ora, io so che nel vangelo sta scritto che molte saranno le anime che si perderanno etc. So anche che sta scritto:
Lc 13-1424- “Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché vi assicuro che molti cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno.
Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta della sua casa, voi vi troverete chiusi fuori. Allora comincerete a picchiare alla porta dicendo: “Signore, aprici!”, ma egli vi risponderà: “Non vi conosco. Di dove venite?”.
Lc 13,26-27: “Allora voi direte: “Noi abbiamo mangiato e bevuto con te, e tu hai insegnato nelle nostre piazze”.
Alla fine egli vi dirà: “Non vi conosco. Da dove venite? Andate via da me, gente malvagia!”. Piangerete e soffrirete molto, perché sarete cacciati via dal regno di Dio, ove ci sono Abramo, Isacco, Giacobbe e tutti i profeti.
Ed ecco: alcuni di quelli che ora sono ultimi saranno primi, mentre altri che ora sono primi saranno ultimi”.
Questo però per me è difficilmente comprensibile.
Se infatti Dio è tanto buono e ama a tal punto come può volontariamente condannare i suoi figli all’eterna dannazione? Un sacerdote una volta mi ha spiegato che l’inferno non è un luogo dove si finisce, ma dove si sceglie di andare perché ci si è allontanati a tal punto da dio da non invocarne nemmeno il perdono. Tuttavia non riesco a spiegarmi perché nella bibbia sembra così alto il numero di persone che non si salveranno.
Come possiamo pensare che tutte queste persone rifiutino l’amore di Dio? Allora, mi viene da pensare, solamente i santi si salveranno e le persone comuni non sono degne del paradiso. Io sono una persona come tante, che crede ma non sa fino a che punto sia grande la sua fede, è attaccata ai suoi beni materiali e benché sia in grado di amare cade troppe volte nell’errore.
Come posso credere che Dio mi ami, che Dio ami un’umanità che sento simile a me, quando si dimostra così severo con noi? Io vedo il bene nella gente che incontro. Pieni di debolezze come sono, li trovo amabili. Se posso pensare di sorvolare sui loro peccati, io che sono umana, perché non può farlo Dio che è l’amore assoluto?
Risposta del sacerdote
Carissima,
1. le citazioni della Sacra Scrittura che mi hai portato corrispondono al vero.
2. Ma non corrispondono al vero alcune tue affermazioni.
Come ad esempio: “se infatti Dio è tanto buono e ama a tal punto come può volontariamente condannare i suoi figli all’eterna dannazione?”
Il problema sta qui: che Dio non condanna all’inferno.
Sono gli uomini che esplicitamente o implicitamente rifiutano Dio e non vogliono la comunione con Lui.
Piuttosto è vero che Dio fa di tutto per salvare gli uomini dall’inferno. Ma se uno non vuole amare Dio, Dio non può costringerlo ad amarlo. Non c’è niente di più libero che l’amore.
3. Alla fine dici: Io vedo il bene nella gente che incontro. Pieni di debolezze come sono, li trovo amabili. Se posso pensare di sorvolare sui loro peccati,io che sono umana, perché non può farlo Dio che è l’amore assoluto?
Questa obiezione manifesta troppe lacune.
Anche noi siamo amabili per Dio, per quanto peccatori. Proprio per questo si è incarnato e ha subito la passione e morte per noi.
Ma i peccati degli uomini nei tuoi confronti non sono come i nostri peccati nei confronti di Dio.
Sì, tu sorvoli sui peccati degli altri perché infine non ti toccano più di tanto.
Ogni peccato invece tocca Dio: è un rinnovare la passione e la morte di Cristo.
Ogni peccato ripete la crocifissione di Cristo nella vita di ogni persona. E se di fronte alla crocifissione di Nostro Signore uno continua a dire: vado avanti imperterrito, e cioè non si pente di quello che sta facendo, come può essere in comunione con Lui?
4. Infine mi viene da dire: non sono i peccati che mandano all’inferno la gente, perché tanti, che attualmente sono in Paradiso, quand’erano di qua hanno peccato molto, a cominciare da Santa Maria Maddalena.
Ciò che manda all’inferno è la mancanza di pentimento, la mancanza di amore. Una mancanza irriducibile nella quale si vuole perseverare fino alla fine, nonostante tutti i richiami del Signore e i suoi doni interni ed esterni.
Vedi bene che se cominci a guardare le cose da un altro punto di vista, come quello che ti ho abbozzato, i giudizi nostri cominciano a diventare fragili, anzi molto fragili, e cioè sbagliati.
Ti assicuro una preghiera per la tua salvezza eterna.
Ti saluto cordialmente e ti benedico.
Padre Angelo