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Quesito
Carissimo Padre Angelo,
le scrivo dopo tanto tempo, lei forse non si ricorderà di me, ma in breve, mi ha dato un grande supporto circa la morale sessuale tra coniugi.
Le aggiungo che grazie a Dio e l’intercessione di Maria, e le sue preghiere siamo riusciti io e mia moglie a vivere il nostro matrimonio in casta intimità. Le scrivo per un consiglio: una mia amica si sposa e mi ha chiesto di leggere Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (1Cor 12,31b-13,8a) sostituendo la parola carità con la parola amore. Le ho detto che ero felice, ma che prima mi sarei informato circa la possibilità.
Vista la sua preparazione ho pensato subito di consultarla.
Attendo fiducioso.
Grazie sempre
Risposta del sacerdote
Carissimo,
la sostituzione di carità con amore non è legittima perché il termine di carità traduce direttamente il vocabolo greco “agàpe” che indica non un amore qualunque, ma il modo tipico di amare di Dio e il modo di amare di coloro che hanno ricevuto questo dono da parte di Dio.
San Paolo dice che Dio ha infuso il suo amore nei nostri cuori (Rm 5,5).
Gli scrittori sacri, pur avendo a disposizione altri vocaboli, non li hanno usati, ma hanno scelto il termine agàpe proprio per questo suo peculiare significato.
Purtroppo la nostra gente non sa quale sia il vero significato del termine carità e a volte pensa che si identifichi con l’elemosina.
La carità invece è un amore celeste, soprannaturale, divino. Non è un amore umano.
Questo modo divino di amare lo contempliamo in Gesù, immagine del Dio invisibile.
Se alla parola carità sostituisci “il modo divino di amare” tutto ti risulta più comprensibile e più bello.
Pensa sopratutto alle parole contenute nei versetti 7-8: “La carità tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine”.
Se noi leggiamo “il modo divino di amare tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. Il modo divino di amare non avrà mai fine” capiamo a quale altezza siamo chiamati e a quale altezza sono chiamati gli sposi cristiani”.
Ti ringrazio molto per avermi dato l’opportunità di questa precisazione.
Sono contento anche del vostro iter matrimoniale: “la casta intimità” è tutt’altra cosa dalla contraccezione.
Sono contento di averti risentito e soprattutto per la bella notizia che mi hai dato.
Ti prometto un ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo