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Quesito

caro padre,
nei manuali di morale si parla sempre di omosessualità ma trovo poco della voce transessualità (ho trovato qualcosina sul nuovo dizionario di teologia morale, libro che riapro spesso perché molto vasto).
La domanda: per quelle persone in cui il sentire non corrisponde soggettivamente al proprio corpo da un punto di vista morale come ci si comporta?
È permesso farsi operare per cambiare sesso a causa di un disguido psicologico, e cosa dire del farsi una famiglia pur sapendo che non possono procreare? La situazione è paragonabile a quella dell’omosessualità?
Devo dire che mentre di omosessualità si parla spesso, di transessualità ho trovato poco (forse perché il fattore di poter cambiare sesso è una cosa recente).
Scusi se le faccio domande per pura curiosità ma, vede, a me piace tutta la teologia, ne sono innamorato
Mi documento molto sulla teologia fondamentale, escatologia e teologia morale,
Nel ringraziarla come sempre la saluto.
Luca


Risposta del sacerdote

caro Luca,
1. Vi è transessualità quando un soggetto constata la presenza di una profonda opposizione tra sesso fisico e identità sessuale psichica.
Il transessuale sente che la sua anima o psiche è diversa dal suo corpo. Per questo desidera cambiare sesso e nel comportamento esterno assume atteggiamenti, prassi, vestiti del sesso opposto. Odia il proprio corpo, soprattutto gli organi genitali, a tal punto che ricorre incessantemente agli specialisti per ottenere il cambiamento di sesso.
La transessualità non va confusa con l’intersessualità o ermafroditismo, con il travestitismo e neanche con l’omosessualità.
L’omosessuale non mette in discussione la propria morfologia. La sua anomalia consiste nel desiderio di comporre amicizie e rapporti con soggetti dello stesso sesso. L’omosessuale ama il proprio sesso, mentre il transessuale lo odia.
Il transessuale se cerca uno dello stesso sesso, lo cerca come diverso, perché lui anzitutto si sente diverso.

2. In genere gli autori di teologia morale ritengono che le cause della transessualità siano solo di ordine psichico.
Gli autori sostengono che quando il fenomeno è individuato nei primi anni di vita è più facilmente curabile. La terapia psichica diventa più difficile, anzi inefficace, dopo i 7-8 anni. Per questo alcuni giungono alla chirurgia, che è preparata da una terapia ormonale che dà i tratti del sesso desiderato, come la voce, le mammelle, l’atrofia degli organi genitali.

3. Se la causa è di ordine psichico, anche la terapia dovrebbe essere psichica.
E. Sgreccia afferma che “è scientificamente ed obiettivamente provato che è il sesso genetico a determinare le altre componenti biologiche del sesso. Il sesso nasce prima di noi. Siamo stati maschi o femmine il giorno del concepimento e lo siamo in maniera irreversibile. Lo sviluppo ormonale, la centralizzazione neurologica, la ciclicità fisiologica e la configurazione morfologica della nostra sessualità non sono altro che fenomeni susseguenti, ma anche conseguenti al fenomeno della determinazione genetica del sesso” (Manuale di Bioetica, Vol. I, pp. 289-290).
L’intervento chirurgico è inammissibile perché un trattamento terapeutico si può fare quando l’organo è malato, non quando è sano.
Inoltre va tenuto presente lo stato di infelicità cui vanno soggetti coloro che hanno cambiato sesso perché capita sovente che ci si innamora di ciò che si è perso, tenuto presente che gli organi cambiati non sono veri, anzi sono deludenti.
I dati offerti su transessuali sottoposti a intervento chirurgico parlano del sorgere di altre complicanze psichiche: suicidio, arresti, ricoveri ospedalieri, richieste di reintervento per tornare al sesso precedente.
A. G. Spagnolo, senza mezzi termini, definisce l’intervento chirurgico di cambiamento del sesso come “un atto di collusione con il delirio psichico del paziente, del quale si altera l’integrità biologica per assecondare un disturbo puramente mentale” (Bioetica nella ricerca e nella prassi medica, p. 448).

4. Di transessualità si parla poco perché, grazie a Dio, il problema tocca poche persone e la possibilità anche giuridica di cambiare sesso è recente (In Italia siamo all’inizio degli anni ‘‘80).
Per la Chiesa il matrimonio di uno che ha cambiato sesso è inammissibile come il matrimonio tra due persone dello stesso sesso.

Sono contento per il tuo interesse per la teologia.
Ti assicuro una preghiera e ti benedico.
Padre Angelo