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Quesito
Caro Padre Angelo,
oggi ho visto un fratello povero seduto su una panchina davanti ad una chiesa, allora mi sono fermato e gli ho dato degli indumenti che avevo in macchina. L’ho abbracciato e mi sono seduto sulla panchina accanto a lui e gli ho detto:
1) “Dio ci ama immensamente e non ci abbandona mai, nella gioia e nella sofferenza etc…”
2) “Dobbiamo sempre dire Gesu’, io confido in te!”
3) “Ti voglio bene” e prima di andarmene l’ho abbracciato nuovamente e gli ho stretto la mano.
Desidero chiederle: “Tutto cio’ rientra nelle opere di carità e nell’amare il prossimo?
Tante grazie per le sue risposte. Viva Gesu’ e Viva Maria.
Da Giampiero.
Risposta del sacerdote
Caro Giampiero,
il tuo è stato un vero atto di carità.
È carità non qualunque gesto di altruismo, ma quello che viene fatto per amore di Dio.
È san Paolo che ci tiene a fare questa distinzione quando dice: “E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova” (1 Cor 13,3).
I Santi Padri dicevano che amiamo di carità il prossimo quando lo amiamo “per Dio” (s. massimo, De caritate, 11,9) o “in Gesù Cristo” (s. ignazio, Ad Magnesios, 6,2). E che “non c’è vera carità per il prossimo se non si ama il proprio amico in Dio e il proprio nemico a causa di Dio” (s. gregorio magno, Moralia, 7,24).
S. Tommaso sottolinea che si ama di carità il nostro prossimo quando lo si ama in ordine a Dio: “Il prossimo viene amato d’amore di carità per il fatto che in lui vive Dio e perché in lui viva Dio. Di conseguenza è chiaro che con lo stesso abito di carità amiamo Dio e il prossimo. Però se amassimo il prossimo per se stesso e non per amore di Dio, il nostro amore apparterrebbe a un altro ordine: per esempio all’amore naturale o politico” (s. tommaso, Quaest. disp. de caritate, a. 4).
Amare il prossimo, con amore di carità, significa dunque volergli il bene soprannaturale: che aderisca e sia fisso in Dio come nel suo fine ultimo, e lo possegga, lo ami e lo lodi in eterno.
Come vedi, la carità proietta così tutta la nostra visuale e il nostro affetto in Dio, facendoci uscire da noi stessi, non lasciandoci fermare nemmeno al prossimo per se stesso, ma facendolo amare per Dio.
Concretamente tutto questo significa che al nostro prossimo dobbiamo donare Dio, la sua Grazia e tutti quei beni di ordine naturale e soprannaturale che sono finalizzati a lui. Questo è mettere in pratica il comandamento nuovo: “Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi” (Gv 15,12).
Sono contento che tu abbia agito così. Sono certo che il Signore ti avrà ripagato. Continua così.
Ti saluto, ti seguo con la preghiera e ti benedico.
Padre Angelo