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Quesito

Caro Padre Angelo,
approfitto della sua competenza per farle alcune domande:
1- Si può essere cattolici non praticanti? Io credo di no.
2- Le immagini mentali impure che si formano improvvisamente, ricordi di cattive esperienze passate, sono peccaminose?
3- Negare l’elemosina a zingari che la chiedono quasi tutti i giorni, è peccato?
4- Parlare di atti sessuali o nominare gli organi genitali, è peccato?
Ho commesso questi “peccati”, non ho potuto confessarmi, nel dubbio non ho fatto la comunione. La ringrazio per le risposte. Che Dio la benedica!
Angelo


Risposta del sacerdote

Caro Angelo
rispondo per punti alle varie domande.

1. Non si può essere cattolici non praticanti. A meno che uno sia impedito da malattie o altri motivi di forza maggiore.
Gesù ha detto: “Chi mi ama, osserva i miei comandamenti” (Gv 14,23).
Essere credenti e non praticanti significa assomigliare molto ai demoni, i quali sanno che Dio c’è, ma non lo amano, non fanno la sua volontà.

2. No, non sono un peccato, finché uno non vi dà il consenso. Sono però un’imperfezione.

3. Se la chiedono quasi tutti i giorni, puoi rispondere: “Te l’ho data ieri. Oggi non ho niente (sottinteso da dare a te)”. Anche perché devi tenerti libero di poterla donare anche ad altri o per altre intenzioni.

4. Parlare di atti sessuali o nominare gli organi genitali di per sé non è peccato, altrimenti i medici sarebbero sempre in peccato.
Se invece ne parli con un certa compiacenza morbosa vi è peccato.
Dipende dunque dal modo e dalle necessità per cui ne parli.
Pertanto se sei stato volgare e ambiguo nel tuo discorrere, è giusto che te ne confessi.
Mi dici che nel dubbio ti sei astenuto dalla Comunione. Significa che hai sentito che quei discorsi, con i sentimenti che li accompagnavano, non erano la migliore preparazione per compiere un atto così santo. Pertanto hai fatto bene.
Ma certamente è migliore cosa astenersi dai discorsi impuri. Così sei sempre gradito a Dio.

Ti ringrazio per la fiducia, ti ricordo nella preghiera e ti benedico.
Padre Angelo