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Quesito
carissimo padre Angelo,
per quanto invece riguarda la mia domanda sul perchè ci sono tante ingiustizie, volevo precisare che non attribuisco la causa di tutti i mali a Dio, anzi.
Lei mi ha scritto:"la causa dei mali da te descritti va attribuita agli uomini". È chiaro che le sperequazioni, le guerre etc.. sono mali creati dall’uomo ma io nella mia domanda facevo riferimento soprattutto alle persone che nascono "sfortunate": se una persona nasce con un grave handicap non avrà di certo la possibilità di godersi la vita come tanti altri che gli stanno attorno… e quindi soffrirà.. e TANTO. e poi non sarà "ricompensato"perchè appunto Dio ci giudicherà sull’amore e non sulle sofferenze che si patiscono di qua.
In questo caso non è colpa degli uomini se alcuni nascono malati e invalidi e quindi, senza voler dare la "colpa" a Dio, non si può non notare che tutto ciò è profondamente ingiusto.
Certo gli uomini sicuramente fanno la loro parte perchè magari molti invalidi sono trattati male e addirittura presi in giro ma è certamente vero che un disabile che ad es. non può camminare, anche se trattato nel miglior modo, SOFFRIRA DI SUO NEL VEDERE CHE NON PUO FARE QUELLO CHE GLI ALTRI FANNO, e qui gli uomini non c’entrano.
cosi come ci sono persone che soffrono di più rispetto ad altre… e non per colpa degli uomini (penso ai lutti, alle malattie e ad altre sofferenze che non sono causate dagli uomini).
Non riesco ancora a dipanare questa matassa
perchè veramente non riesco a dare la responsabilità di ciò agli uomini e quindi non so come spiegarmi perchè a certuni si dà la possibilità di vivere APPIENO e ad altri, GIA IN PARTENZA, no.
la prima volta che le ho scritto le avevo chiesto "è giusto che alcuni muoiano presto ed altri arrivino fino in fondo?"
e lei mi ha dato una risposta che ho capito e accettato pienamente: "la domanda sarebbe corretta se questa vita fosse l’unica e l’ultima"
ma in questo caso il punto non sta nella durata della vita terrena ma in come essa si vive: e la realtà è che alcuni la vivono molto peggio di altri (e soprattutto non a causa degli uomini.)
c’è un significato che io non riesco a comprendere oppure è una enorme differenziazione tra gli uomini, non creata però da loro??
Daniela
Risposta del sacerdote
Carissima Daniela,
è vero, ci sono tante sofferenze non causate dagli uomini.
L’ingiustizia ci sarebbe se Dio non tenesse conto di tutto nel dare il premio della vita eterna.
Torno però a ripetere che non è il soffrire tanto o poco il motivo del merito, ma l’amore.
E allora bisogna fare una grande cosa nei confronti delle persone che soffrono, indipendentemente dal fatto che le sofferenze siano causate dagli uomini o siano dovute al peccato originale.
Bisogna aiutarle a soffrire bene, e cioè, come diceva Giovanni Paolo II, a sprigionare amore.
In altre parole, bisogna evangelizzare la sofferenza.
In questo modo aiuteremo le persone che soffrono, le persone considerate “ultime” e colpite da “ingiustizia” a diventare le prime nel Regno dei cieli.
Non ha detto il Signore che i primi saranno gli ultimi e gli ultimi i primi?
I primi, di qua, sono anche quelli che stanno bene e fanno cattivo uso della loro salute o comunque non la impiegano al meglio. Gli ultimi, perché sofferenti e disabili, possono diventare i primi perché attraverso la loro sofferenza hanno amato e hanno meritato molto per se stessi, per la Chiesa e per l’umanità intera.
Ci sarebbe ingiustizia se alla fine gli ultimi non fossero primi, come ha detto il Signore e se i primi non diventassero ultimi.
Ti ringrazio, cara Daniela, perché mi hai permesso di puntualizzare meglio il pensiero.
Ti seguo con la preghiera e ti benedico.
Padre Angelo