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Quesito
Caro padre Angelo,
leggo con interesse la sua rubrica e scopro che finalmente posso dare tante risposte alle mille domande che avrei voluto fare, grazie a chi scrive e a lei che risponde trovo anche risposte per me. Grazie.
C’è pero una cosa che non riesco proprio a risolvere, mi tormenta!
Chi morirà in grazia con Dio quanto tempo deve aspettare per andare in paradiso?
Visto che da quando c’è stato Adamo e Eva che si continua a morire, e il mondo non sembra affatto dover finire, e molti secoli e secoli verranno, e lo diciamo anche nella preghiera (nei secoli dei secoli, amen).
Era bello quando credevo che i defunti potessero vederci da lassù, ma se ho ben capito si risorgerà alla fine di tutti i tempi e intanto tanti ne nasceranno e tanti ne morranno, e quelli che sono morti sono almeno per il momento morti e basta, né ci vedono né ci sentono.
Spero voglia scusare la mia ignoranza, ma se non chiedo per timore di essere giudicato male come faccio a capire e continuare il mio percorso?
La ringrazio di cuore
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. c’è un equivoco nella domanda che mi poni, e cioè che dal purgatorio si esca solo alla fine del mondo.
No, non è cosi.
2. Ognuno sta in purgatorio per quanto lo richiede la sua purificazione.
Poi va subito in paradiso con la sua anima, senza attendere la fine del mondo.
3. Noi che siamo quaggiù possiamo abbreviare la purificazione dei nostri fratelli che si trovano in purgatorio.
Lo facciamo pregando ed espiando per loro.
Lo ricorda il libro dei Maccabei: “Il nobile Giuda esortò tutti quelli del popolo a conservarsi senza peccati, avendo visto con i propri occhi quanto era avvenuto per il peccato dei caduti. Poi fatta una colletta, con tanto a testa, per circa duemila dramme d’argento, le inviò a Gerusalemme perché fosse offerto un sacrificio espiatorio, agendo così in modo molto buono e nobile, suggerito dal pensiero della risurrezione. Perché se non avesse avuto ferma fiducia che i caduti sarebbero risuscitati, sarebbe stato superfluo e vano pregare per i morti. Ma se egli considerava la magnifica ricompensa riservata a coloro che si addormentano nella morte con sentimenti di pietà, la sua considerazione era santa e devota. Perciò egli fece offrire il sacrificio espiatorio per i morti, perché fossero assolti dal peccato” (2 Mac 12,42-45).
4. Alla fine del mondo si risuscita col proprio corpo, ma nel frattempo l’anima vive immortale. E, se è pura, va subito in Paradiso.
Dal paradiso vede in Dio.
E vedendo in Dio, al quale siamo tutti presentissimi, vede anche noi.
Non c’è nessuna comunione diretta tra quelli che sono di là e noi che siamo di qua se non in Dio.
Non è escluso che Dio possa far conoscere alle anime del purgatorio la nostra situazione.
5. Non sappiamo quando avverrà la fine del mondo. Ma l’espressione “nei secoli dei secoli” indica l’eternità e la si applica a Dio: “Tu che vivi nei secoli nei secoli. Amen”.
6. Hai fatto bene a porre tutte le tue domande.
Probabilmente le risposte possono servire a più d’uno.
Ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo