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Quesito

Salve padre,
Avrei una domanda inerente i sacramenti alla quale spero che risponda: una persona che si fa prete in peccato mortale non riceve la grazia santificante ma quella sacramentale?
Se amministra in futuro i sacramenti questi hanno valore?
Grazie.
Marco


Risposta del sacerdote

Caro Marco,
rispondo per punti alle tue domande.

1. Chi riceve l’ordinazione sacra in peccato mortale non riceve né la grazia santificante né quella sacramentale.
La grazia santificante è la vita di Dio in noi, la sua linfa divina che vivifica pensieri, sentimenti, azioni.
La grazia sacramentale è la stessa grazia santificante che viene comunicata con un particolare vigore in ordine alle necessità di chi riceve quel particolare sacramento.
Non è dunque una grazia (vita divina) diversa.
Pertanto la grazia sacramentale del Battesimo è quella grazia che aiuta a vivere da battezzati, quella della cresima da cresimati, quella dell’eucaristia da persone che sono trasformate in Cristo…. quella dell’ordine sacro aiuta a vivere come immagine viva di Gesù buon pastore in mezzo al suo popolo.

2. Chi diventa sacerdote in peccato mortale riceve i divini poteri, e pertanto riceve la capacità di consacrare e di assolvere.
Se il sacerdote esercita i divini poteri in peccato mortale agisce in maniera sacrilega, e quindi aggrava la sua situazione davanti a Dio.
Ma gli effetti del sacramento non vengono decurtati per il fatto che è stato amministrato da un sacerdote indegno.
Pertanto consacra nel medesimo modo chi è in stato di grazia e chi è in stato di peccato mortale.

3. In realtà il sacerdote è solo ministro, mentre il celebrante principale è Cristo.
Proprio perché è Cristo che li celebra, i sacramenti di suo producono sempre infallibilmente il loro effetto.
In teologia si dice che producono effetto ex opere operato, e cioè indipendentemente dal fervore o dallo stato di grazia chi li amministra, perché sono sempre e innanzitutto azione di Cristo.
Ne segue che se uno viene battezzato o cresimato da un ministro privo della grazia, non diventa meno cristiano di chi ha ricevuto il Battesimo da un ministro santo.
E se uno viene confessato da un sacerdote privo della grazia non viene assolto di meno di chi viene assolto da un prete santo.
Un autore dell’epoca carolingia, Pascasio Radberto, scrive che “nella Chiesa cattolica riguardo al mistero del corpo e del sangue del Signore un buon sacerdote non fa niente di più di un sacerdote cattivo: perché il mistero si compie non per i meriti del consacrante, ma per la parola del Creatore e per virtù dello Spirito Santo” (De Corpore Christi, 12).
S. Tommaso osserva che “uno può essere ministro di Cristo, senza essere giusto. E ciò mette in risalto l’eccellenza di Cristo, perché a lui come a vero Dio servono non solo le cose buone, ma anche quelle cattive, che la sua provvidenza indirizza alla propria gloria” (Somma Teologica, III, 82, 5).

4. Tuttavia accanto all’effetto ex opere operato vi sono altri effetti prodotti dal sacramento e questi dipendono anche dalla santità e dalla devozione del sacerdote. In teologia si parla di effetti ex opere operantis perché dipendono dalla devozione o santità di chi celebra o riceve il sacramento.
Sotto questo aspetto la Messa celebrata da uno come Padre Pio da Pietralcina ha più efficacia di quella celebrata in maniera sacrilega.
La consacrazione è la stessa, ma l’effetto di santificazione sulle anime è maggiore.
San Bonaventura dice che “nella Messa vi sono alcune cose che stanno accanto al sacramento considerato in se stesso, come le petizioni, le preghiere, le suppliche e il modo devoto e l’affetto; e riguardo a questo vale di più la Messa di un buon sacerdote che suscita maggiormente la devozione. E se qualcuno ascolta più volentieri la Messa di un sacerdote più devoto, credo che faccia bene” (In IV Sent., 13, a.1, q.4).
E la stessa cosa si può dire di qualunque altro sacramento.
Per questi nei Decreti di Graziano si legge che “quanto più i sacerdoti sono degni, tanto più facilmente vengono esauditi per le necessità per cui pregano” (2,1,1,91).

5. Ho detto inizialmente che chi viene ordinato sacerdote privo della grazia riceve il potere di celebrare validamente i sacramenti, ma non riceve né la grazia santificante né quella sacramentale.
Tuttavia se il sacerdote che ha ricevuto il sacramento in maniera così indegna si pente e si confessa, ricupera in proporzione al grado di pentimento e della liberalità di Dio tanto la grazia santificante che quella sacramentale.

6. Da quanto detto, risulta evidente la risposta all’ultima domanda, nella quale mi chiedi quale valore abbiano i sacramenti celebrati da un sacerdote che ha ricevuto l’ordinazione in peccato mortale.

Ti prometto un ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo