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Quesito
Buongiorno Padre,
ho due domande che mi sono venute ora in mente.
Quando facciamo la Comunione Spirituale, sappiamo per Fede, che Dio viene realmente nel nostro cuore.
Essendo dato di Fede significa che Dio ci fa capire e credere che sia così, altrimenti non ci crederemmo (sebbene umanamente si deve fare sforzo per capire che Dio venga nel nostro Cuore perché talvolta i nostri peccati o le mancanze giornaliere) ma per Fede so che Dio viene nel mio cuore nella Comunione Spirituale.
Ora quello che volevo chiederle, se lei ha per caso letto nel catechismo qualcosa che può dare una risposta al mio quesito.
Ma se Dio è presente spiritualmente già in ogni battezzato e che cerca comunque di vivere in grazia abituale, non riesco a capire, di fatto, quale sia la differenza se faccio la Comunione Spirituale e Gesù viene “nel mio cuore”, se di fatto dovrebbe già essere nel mio cuore, quando sono confessata da poco e non ho peccati gravi, e non ho tanti peccati veniali inavvertiti o debolezze semi inavvertite in cui a causa della mia superbia, cado.
Se Gesù è presente spiritualmente in ogni cuore di chi sta in grazia di fatto cosa cambia con la Comunione Spirituale?
La ringrazio se potrà rispondermi, il Signore sempre la benedica!
Ave Maria
Risposta del sacerdote
Carissima,
1. il magistero della Chiesa ha parlato della Comunione spirituale nel concilio di Trento riprendendo la dottrina di San Tommaso: “I nostri predecessori hanno esattamente e sapientemente distinto tre maniere di ricevere questo Santo Sacramento.
Insegnarono infatti che alcuni lo ricevono solo sacramentalmente, come fanno i peccatori.
Altri lo ricevono solo spiritualmente: sono coloro che mangiano quel pane celeste solo con un atto di desiderio sotto l’impulso di una fede viva ed operante attraverso la carità e ne traggono frutto e vantaggio.
Altri infine lo ricevono sacramentalmente e spiritualmente insieme: sono coloro che si esaminano e si preparano per avvicinarsi a questa mensa divina rivestiti dell’abito nuziale (Mt 22,11ss)” (DS 1548).
2. E poi: “Il santo concilio desidererebbe che ad ogni Messa i fedeli presenti si comunicassero non solo spiritualmente, con il desiderio interiore, ma anche il sacramento, attraverso il ricevimento dell’eucaristia che porterebbe loro più abbondantemente i frutti di questo sacrificio” (DS 1747).
3. La Chiesa riconosce come buona e fruttuosa la pratica di ricevere i sacramenti almeno con il desiderio.
Infatti nei casi in cui è impossibile ricevere il sacramento, il desiderio in qualche modo lo supplisce.
Per questo si parla di battesimo di desiderio, come quello dei catecumeni.
Ugualmente parla del desiderio del sacramento della confessione che può riportare in grazia di Dio prima ancora di essere confessati, se il desiderio è accompagnato da un sincero pentimento dei propri peccati.
La stessa cosa vale anche per il sacramento dell’eucarestia per cui il desiderio della Comunione sacramentale ha un’efficacia che si avvicina a quella del sacramento.
4. La Comunione spirituale è costituita da tre atti.
Il primo consiste nel ravvivare la fede nella presenza reale di Gesù Cristo nell’eucaristia.
Per questo nella formula consueta della Comunione spirituale si dice: “Gesù credo fermamente che sei presente nel Santissimo Sacramento dell’altare. Ti amo sopra ogni cosa”.
Il secondo consiste nel desiderio esplicito della Comunione sacramentale. Per questo la formula consueta aiuta a dire così: “E ti desidero nell’anima mia. E poiché ora non posso riceverti Sacramentalmente, vieni almeno spiritualmente nel mio cuore”.
Il terzo consiste nel ringraziamento per il dono che Gesù fa di sé, come nella comunione sacramentale. E per questo nella formula consueta si dicono queste parole “Come già venuto, io Ti abbraccio e mi unisco totalmente a Te, non permettere che io mi separi mai più da Te”.
Non è obbligatorio ripetere tutte le testuali parole, ma il significato deve essere questo.
5. Per la Comunione spirituale non si richiede la confessione: qualora ci si trovasse nel peccato grave, sì deve premettere l’atto di dolore o di contrizione perfetta, perché altrimenti mancherebbe la disposizione essenziale, quella della grazia.
6. Gli effetti della Comunione spirituale sono identici a quelli della Comunione sacramentale: aumento della grazia e delle virtù e infusione di molte grazie. Costituiscono pertanto un vero nutrimento spirituale.
Ma sono meno intensi di quelli che si producono nella Comunione sacramentale.
Infatti nella Comunione sacramentale questi effetti si producono ex opere operato, vale a dire in virtù della istituzione divina dell’eucaristia.
Qui invece solo ex opere operantis, ossia in virtù delle disposizioni personali.
San Tommaso dice che “la manducazione sacramentale produce un effetto più pieno del sacramento” (Somma teologica, III, 80, 1, ad 3).
Comunque sono sempre effetti preziosi perché ravvivano grandemente la fede e l’amore per il Santissimo sacramento, procurano molte grazie e spingono alla Comunione sacramentale.
7. Per venire alle tue domande finali: il Catechismo della Chiesa Cattolica non fa menzione della comunione spirituale.
Inoltre, è vero che il Signore è già presente in un’anima in grazia. Ma la comunione sacramentale o spirituale è per il nutrimento, per la crescita e il recupero delle energie spirituali. Inoltre comporta nuovi e preziosi effetti.
La Comunione spirituale può essere fatta in qualsiasi ora del giorno.
San Tommaso dice: “Il modo perfetto di ricevere l’Eucarestia è quello di chi riceve il sacramento così da riceverne l’effetto.
Capita però a volte che uno sia impedito dal ricevere l’effetto di questo sacramento: e allora la comunione eucaristica è meno perfetta” (Ib., III, 80, 1).
Ti ringrazio per avermi dato la possibilità di parlare di questo mezzo altamente santificante.
Ti auguro ogni bene, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo