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Quesito
Salve Padre Angelo,
le domando cosa significhi l’espressione di San Paolo “non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”. Ovviamente non significherà che la nostra persona viene distrutta dalla Persona di Gesù che vive in noi.
Quindi vorrei capire bene cosa intenda Paolo con questa espressione, e soprattutto lo Spirito Santo, che lo ha ispirato nello scriverla.
Grazie di cuore per il suo servizio nel web, cordiali saluti, e una preghiera reciproca.
Valentino
Risposta del sacerdote
Caro Valentino,
1. le parole di San Paolo che mi hai riportato si spiegano con le ultime parole del versetto precedente.
Ecco dunque il periodo per intero: “Sono stato crocifisso con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me” (Gal 2,19-20).
2. Il significato è il seguente: in forza del battesimo siamo risuscitati con Cristo a vita nuova come ricorda San Paolo (“Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova”; Rm 6,4).
In questa vita nuova non siamo più noi che viviamo, perché l’uomo vecchio, quello che si corrompe andando dietro le passioni ingannatrici (cfr. Ef 4,22) è morto. Ma c’è un uomo nuovo perché è trasformato in Gesù Cristo, avendo in lui il principio e il fine di tutti i suoi pensieri, dei suoi affetti e delle sue azioni.
3. Il biblista Albert Vanhoye commenta: “Sono stato crocifisso con Cristo! … Quanta audacia in questa dichiarazione! Dimostra un legame fortissimo con Cristo, un immedesimarsi affettivo ed esistenziale con lui e manifesta nel contempo una duplice convinzione: innanzitutto che Cristo ha preso i credenti con sé nella sua morte; secondo, che questo evento supera i limiti della cronologia storica e ha un’attualità sempre presente, … perché egli si trova nel periodo di attuazione della passione di Cristo” (Lettera ai Galati, p. 71).
4. Prosegue A. Vanhoye: “L’affermazione di Paolo “Cristo vive in me” costituisce una novità stupenda. Per spiegarla sono state proposte alcune analogie, come la presenza di uno spirito profetico in un uomo o il caso di Socrate, che era guidato da una specie di genio. Queste analogie però sono deboli. Qui si tratta di un uomo, Cristo, che vive in un altro uomo, il credente, in modo talmente reale che la vita del credente vada attribuita a Cristo piuttosto che al credente stesso” (Ib., pp. 71-72).
5. In altre parole, guardando dall’esterno è lo stesso uomo di prima che vive.
Ma nel suo interno è ormai trasformato dallo spirito di Gesù Cristo e immedesimato con lui al punto che Cristo diventa il motivo ispiratore di tutta la sua vita: pensieri, affetti e azioni.
6. Santa Teresa di Gesù Bambino fa riferimento a questo versetto della Scrittura a proposito della sua seconda Comunione. Poté farla nel giorno dell’Ascensione.
Scrive: “Ebbi la felicità di inginocchiarmi alla balaustra fra papà e Maria; che ricordo dolce ho conservato di quella seconda visita di Gesù! Le lacrime mi caddero ancora con indicibile soavità, ripetevo tutto il tempo a me stessa le parole di San Paolo: “non sono più io che vivo, è Gesù che vive in me” (Storia di un’anima, 112).
Con l’augurio che questo possa avvenire anche in noi in maniera sempre più piena, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo