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Quesito
Padre Angelo,
vorrei una chiarificazione, per cortesia.
Sto approfondendo le mie conoscenze sulla preghiera del Rosario. Le sue precedenti e numerose risposte al riguardo mi hanno molto aiutato.
Una cosa resta a me non chiara: la “terza parte del Rosario” (a proposito dell’indulgenza plenaria).
Potrebbe chiarirmi in cosa consiste?
La ringrazio e la saluto cordialmente.
Risposta del sacerdote
Carissima,
1. il Santo Rosario consta di 15 eventi o misteri della vita del Signore: cinque sono chiamati gaudiosi, cinque sono dolorosi, gli ultimi cinque sono gloriosi.
2. Le corone del Rosario che ci aiutano a computare i misteri e le Ave Maria constano di cinque decine perché sono più maneggevoli e più facili da portare con sé.
Ma poiché il Rosario consta di 15 decine, le normali corone computano solo una terza parte del Rosario
I domenicani portano alla cintura una corona di 15 decine. Questo è il “Rosario intero”.
3. Quando dunque si recita una corona del Rosario, di fatto se ne recita una terza parte.
Qualora si recitassero tutti e 15 i misteri si reciterebbe il Rosario intero.
4. Ebbene per prendere l’indulgenza plenaria è sufficiente recitare una terza parte del Rosario con le sue cinque decine, dette anche poste del Rosario.
5. Il Santo Papa Giovanni Paolo II ha integrato la preghiera del Rosario con i cinque misteri della luce.
Questa integrazione è quanto mai opportuna. Infatti perché “il Rosario possa dirsi in modo più pieno ‘compendio del Vangelo’, è perciò conveniente che, dopo aver ricordato l’incarnazione e la vita nascosta di Cristo (misteri della gioia), e prima di soffermarsi sulle sofferenze della passione (misteri del dolore), e sul trionfo della risurrezione (misteri della gloria), la meditazione si porti anche su alcuni momenti particolarmente significativi della vita pubblica (misteri della luce)” (Rosarium Virginis Mariae, 19).
6. Tuttavia ha subito aggiunto che l’integrazione dei misteri della luce “non pregiudica l’assetto tradizionale del Rosario” (Ib.).
“Non pregiudica”, vale a dire: “non muta”.
Sapeva bene infatti che per fruire dei grandi doni che derivano dall’appartenenza alla confraternita del Santissimo Rosario è richiesta la recita dei 15 misteri nell’arco della settimana.
7. In segno di questo ha detto che l’integrazione “è lasciata alla libera valorizzazione dei singoli e delle comunità” (Ib.).
Pertanto per chi appartiene alla Confraternita del Santissimo Rosario si continua a richiedere la recita di 15 misteri e non di 20.
Ugualmente i domenicani non hanno mutato la forma esterna del Rosario che portano alla cintola, che continua a rimanere di 15 poste e non di 20.
Anche per questo il Rosario opportunamente continua ad essere chiamato il Salterio mariano in corrispondenza al Salterio di Davide che si trova nella Sacra Scrittura e che consta di 150 Salmi (cfr. Ib.).
Con l’augurio di una fruttuosa preghiera fatta con il Santo Rosario, ti benedico e ti ricordo al Signore.
Padre Angelo