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Quesito

Caro Padre Angelo,
Ho 36 anni, sto vivendo un momento triste: a mia mamma, 73 anni, hanno trovato un tumore al polmone, con metastasi alle ossa, la medicina ufficiale le dà pochi mesi di vita. Sono angosciata perché mia mamma non è praticante (credente sì… ma a modo suo), non va a messa da almeno 40 anni, e non si confessa da altrettanti anni. E’ una donna con un carattere chiuso, testardo, orgoglioso e sta reagendo alla malattia con rabbia disperata, non vuole curarsi… Ho chiesto al Signore la grazia della sua conversione, ma ho paura che muoia senza riconciliarsi con il Padre Eterno. E’ una donna buona, in fondo, tutta dedicata alla famiglia e suo lavoro… è possibile che il Signore non l’accolga nel suo Regno? Questo pensiero non mi dà pace.
Com’è possibile essere felici in Paradiso (ammesso che io ci vada) sapendo che una persona così cara è nella sofferenza eterna? Sono molto confusa… mi può illuminare?
Grazie,
ML


Risposta del sacerdote

Cara ML,
sono vicino a te in questo momento in cui il Signore ha chiesto a tua mamma e a te di aiutarLo a portare la croce per la redenzione del mondo.
Ti consiglio di recitare fin d’ora la coroncina della Divina Misericordia insegnata dal Signore a Santa Faustina Kowalska. È utile sempre, ma in modo particolare per coloro che sono in prossimità di partire da questo mondo. Il Signore ha garantito che si porrà come intermediario tra il morente e l’Eterno Padre.
Meglio sarebbe se tu potessi coinvolgere tua mamma nel recitarla o anche nel recitare in qualche circostanza il Santo Rosario. Vedrai che il Signore manterrà le sue promesse.
Da parte tua cerca di moltiplicare il tuo impegno di bene in modo che ogni tua azione sia una preghiera al Signore per tua mamma.
Vorrei anche ricordarti quanto narra S. Teresa di Lisieux nella Storia di un’anima. Era bambina e aveva sentito parlare di un criminale condannato a morte e tutto lasciava presagire che morisse senza i sacramenti. Lascio raccontare a Santa Teresina tutta la vicenda:
“Intesi parlare d’un grande criminale, ch’era stato condannato a morte per dei delitti orribili, tutto faceva prevedere ch’egli morisse nell’impenitenza. Volli a qualunque costo impedirgli di cadere nell’inferno, e per arrivarci usai tutti i mezzi immaginabili; consapevole che da me stessa non potevo nulla, offersi al buon Dio tutti i meriti infiniti di Nostro Signore, i tesori della santa Chiesa, finalmente pregai Celina di far dire una Messa secondo la mia intenzione, non osando chiederla io stessa per timore d’essere costretta a confessare ch’era per Pranzini, il grande criminale. Non volevo dirlo nemmeno a Celina, ma lei mi fece domande così tenere e pressanti, che le confidai il mio segreto; ben lungi dal prendermi in giro, mi chiese di aiutarmi a convertire il mio peccatore; accettai con riconoscenza, perché avrei voluto che tutte le creature si unissero con me per implorare la grazia a favore del colpevole. Sentivo in fondo al cuore la certezza che i desideri nostri sarebbero stati appagati; ma, per darmi coraggio e continuare a pregare per i peccatori, dissi al buon Dio che ero sicura del suo perdono per lo sciagurato Pranzini: e che avrei creduto ciò anche se quegli non si fosse confessato e non avesse dato segno di pentimento, tanta fiducia avevo nella misericordia infinita di Gesù, ma che gli chiedevo solamente un “segno” di pentimento per mia semplice consolazione… La mia preghiera fu esaudita alla lettera! Nonostante la proibizione che Papà ci aveva posta di leggere giornali, non credetti disobbedire leggendo le notizie su Pranzini. Il giorno seguente alla sua esecuzione capitale mi trovo in mano il giornale: “La Croix”. L’apro con ansia, e che vedo? Ah, le mie lacrime tradirono la mia emozione, e fui costretta a nascondermi. Pranzini non si era confessato, era salito sul patibolo e stava per passare la testa nel lugubre foro, quando a un tratto, preso da una ispirazione subitanea, si volta, afferra un Crocifisso che il sacerdote gli presentava, e bacia per tre volte le piaghe divine! Poi l’anima sua va a ricevere la sentenza misericordiosa di Colui che dice: “Ci sarà più gioia in Cielo per un solo peccatore il quale faccia penitenza che per novantanove giusti i quali non ne hanno bisogno…” (Storia di un’anima, 135).
Imita la santa di Lisieux.
Per la domanda finale: “Com’è possibile essere felici in Paradiso (ammesso che io ci vada) sapendo che una persona così cara è nella sofferenza eterna?”
Di là, cara ML, verremo trasformati e ameremo tutto ciò che Dio amerà. Per questo non vi sarà alcun motivo di tristezza.
Intanto io ti dico: cerca di aver fiducia.
Il Signore e la sua Santa Madre faranno di tutto per salvare tua mamma.
Ricordo te e tua mamma nella mia preghiera e nella celebrazione della S. Messa.
Vi benedico.
Padre Angelo