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Quesito

Caro Padre Angelo,
La scrivo in merito a un mio amico che ha delle concezioni personali riguardo all’esperienza della Santa Messa e della Chiesa.
Lui vede la Messa come un rituale dove noi credenti siamo dei burattini che ripetiamo le stesse cose, come se ci fosse qualcuno che ci obbliga a dire delle parole che per lui non servono a nulla.
Dice che per lui la preghiera deve essere qualcosa di personale, senza la celebrazione.
Eppure questo mio amico non era così, è stato più credente in passato. Ora per qualche motivo ha perso quella fede e lo so che molto facile perderla in momenti difficili, ma come diceva Padre Pio è proprio in quei momenti che Dio è dentro di noi in un modo molto intimo e ci chiama continuamente.  Io ho cercato di convincerlo,di dirgli che le cose non stanno così, che la Messa serve a rafforzare la nostra fede, a entrare in comunione con Gesù, a espiare i nostri peccati, ma lui per ora non ne vuole sapere. Lei mi può dare un consiglio su come convincerlo a cambiare idea? Cosa dire in merito alla messa, all’amore che Dio ha per noi, quali parole usare magari, che sia di esempio anche a tutte le persone che in questo momento come lui non vogliono avvicinarsi a Dio. Padre spero che lei mi possa rispondere al più presto in privato, e se vuole dopo può pubblicare la mia email sul sito. Però mi risponda prima in privato la prego. La ringrazio per la disponibilità. Che Dio sia sempre con lei e con i suoi cari.
Un saluto,
Davide.


Risposta del sacerdote

Caro Davide,
1. convengo col tuo amico quando dice che “la preghiera deve essere qualcosa di personale”.
Anche quando si prega comunitariamente non viene mai soppressa la dimensione personale. È sempre il nostro io che si incontra col Signore: talvolta s’incontra a tu per tu da soli, a volte s’incontra a tu per tu attraverso la mediazione della comunità.

2. Prima di salire al cielo Gesù ha detto: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo” (Mt 28,20).
Il Signore lo possiamo incontrare sempre, in ogni momento e dovunque.
In questo senso già l’antico salmista aveva detto: “Dai confini della terra io t’invoco” (Sal 61,3).
E ancora: “Se salgo in cielo, là tu sei; se scendo negli inferi, eccoti. Se prendo le ali dell’aurora per abitare all’estremità del mare, anche là mi guida la tua mano e mi afferra la tua destra” (Sal 139,8-10).

3. Ma i sacramenti sono qualcosa d’altro: sono degli appuntamenti che il Signore ci ha dato per farci vivere da contemporanei determinati eventi della sua vita.
Per quanto riguarda la Messa ecco l’appuntamento stabilito dal Signore: “Fate questo in memoria di me” (Lc 22,19).
Questo tuo amico può incontrarsi col Signore nella sua preghiera personale. Ma da solo non può rendere presente Cristo nella sua passione e morte redentrice, offrirlo per i suoi bisogni personali, per la comunità e a nome della comunità.
Questo lo può fare solo nella Messa dove c’è un sacerdote che da Cristo ha ricevuto il potere di renderlo presente.

4. Questo tuo amico può unirsi spiritualmente col Signore, ma senza la mediazione del sacerdote non può fare la Santa Comunione, e cioè ricevere dentro di sé il Cristo nel suo corpo, nella sua anima, nella sua divinità.
Questo lo può fare solo nella celebrazione del sacramento.

5. Ancora, questo tuo amico può unirsi a Dio spiritualmente almeno in qualche modo anche se si trova in peccato mortale.
Ma può cibarsi di Cristo col sacramento solo se è interiormente purificato con l’assoluzione data dal sacerdote a nome di Cristo.
Nessuno si può togliere da solo i propri peccati.
Sarebbe come un autoperdonarsi.
Invece Cristo ha detto: “A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati” (Gv 20,23).
Da questo si capisce bene che quanto non viene perdonato dal sacerdote non viene perdonato neanche da Cristo.
E questo perché l’ha detto Cristo stesso.

6. Tornando alla Messa, l’incontro con Cristo è un incontro mediato dal sacerdote e dalla comunità.
In quell’incontro Cristo ci istruisce col suo insegnamento, appreso direttamente dalla sua Parola e mediato dall’applicazione alla nostra vita con l’omelia fatta dal sacerdote.

7. Ma per ascoltare in maniera salutare il suo insegnamento e potersi incontrare con Lui è necessario avere il cuore purificato.
Di qui l’interloquire del sacerdote con i fedeli fatto all’inizio della Messa con l’atto penitenziale che ha il compito di veicolare il nostro rapporto personale col Signore perché non sia un rapporto vuoto.

7. Inoltre bisogna riconoscere che il nostro cuore è povero, talvolta molto povero di sentimenti.
Allora determinate preghiere come la recita del Gloria a Dio nell’alto dei cieli ci aiutano a comprendere e a lodare la grandezza di Dio: “Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa”.
Simili espressioni non uscirebbero da sole dal nostro cuore.
E poi la lode che diamo al Signore risorto e presente in mezzo a noi: “Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, Tu solo l’Altissimo Gesù Cristo, con lo Spirito Santo, nella gloria di Dio Padre”!

8. Senza dire che a Messa andiamo ad offrire la nostra vita in unione a quella di Cristo per la redenzione del mondo.
È quello che avviene quando il sacerdote dice: “Pregate, fratelli, perché il mio e vostro sacrificio sia gradito a Dio Padre onnipotente”.
E il popolo risponde con la seguente preghiera particolarmente bella: “Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio (sottinteso: quello della mia vita) a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa”.
Chi penserebbe a queste realtà se non ci fossero veicolate attraverso formule?

9. Non vado più oltre perché mi sembra che ve ne sia già abbastanza.
In conclusione: nessuno vieta il colloquio personale, anche prima e dopo la Messa e durante la giornata.
Ma per incontrarsi con Cristo, per la celebrazione dei sacramenti, se non vogliamo che risultino sterili, abbiamo bisogno di essere stimolati da preghiere, da invocazioni, da acclamazioni senza le quali il sacramento sarebbe una celebrazione puramente materiale, senza alcun vero coinvolgimento personale.
Potrei dire che attraverso i riti della liturgia della Chiesa è Cristo stesso che ci prepara ad incontraci con Lui. Da soli, riconosciamolo onestamente, siamo poveri. Non riusciremmo a vivere in maniera proficua un incontro salvifico così grande.
Per fortuna la liturgia ci offre preziosissimi aiuti che hanno giovato e giovano tuttora a moltitudini di persone per incontrarsi con Cristo e ottenere grazia su grazia.

Ti auguro un sereno proseguimento dell’anno nuovo, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo